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L’export guida la politica estera italiana ma… Ecco cosa si è detto allo Iai

Come percepiscono gli italiani la politica estera? Quali sono le risposte della politica? Sono stati i temi al centro del dibattito su “Gli italiani e la politica estera 2020”, un rapporto di ricerca presentato oggi e curato dal Laboratorio analisi politiche e sociali del dipartimento di Scienze sociali politiche e cognitive dell’Università di Siena e dall’Istituto affari internazionali e realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo (qui analizzato da Formiche.net).

Pierangelo Isernia, professore ordinario di Scienza politica all’Università degli Studi di Siena, ha presentato l’indagine parlando dell’Italia come di un “Paese frastornato, che si sente isolato” nel mondo. Citando la fiaba del brutto anatroccolo Isernia ha poi evidenziato come spesso noi italiani ci aspettiamo che gli altri riconoscano come cigni anche se non facciamo nulla per esserlo. Una posizione condivisa anche da Ettore Greco, vicepresidente esecutivo dell’Istituto affari internazionali, che ha evidenziato come, per colpa sia delle picconate del presidente statunitense Donald Trump alla governance multilaterale e sia delle difficoltà dell’Unione europea di diventare attore globale, gli italiani abbiano perso i riferimenti tradizionali. Emergono, ha spiegato Greco, “disimpegno, neutralismo e sentimento di essere discriminati”. Gli italiani rimangono sostenitori del multilateralismo ma, aggiunge, “meno convinti di un tempo che ci si possa affidare a storici legami di alleanze”.

Lorenzo Bini Smaghi, presidente di Societé Generale e già membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, ha evidenziato tre elementi: disinformazione (uscire dall’euro ma non dall’Unione europea è impossibile, spiega citando i risultati del rapporto che vedono la maggioranza relativa degli italiani favorevoli all’uscita dalla moneta unica); manipolazione (pensiamo al dibattito sul Mes); complesso di inferiorità unità alla tendenza della politica a spostare sull’Unione europea la sensazione di sfiducia. “Un Paese che si basa su istinto e pregiudizi”, ha concluso Bini Smaghi aggiungendo l’invito a prendere questo sondaggio come “stimolo a informarci meglio”.

Elsa Fornero, professore di Economia dell’Università di Torino e del Collegio Carlo Alberto, ha risposto indirettamente all’onorevole Deborah Bergamini di Forza Italia, intervenuta con un videomessaggio, sostenendo che “l’idea di politica estera come solo export dà l’impressione di Paese che non discute più di valori”. In linea con Greco e Bini Smaghi, Fornero ha puntato però il dito contro il governo gialloverde accusando di aver disinformato i cittadini soprattutto sui temi europei. L’ex ministro cita il caso  dell’“austerità cattiva imposta a chi ci vuole male”, una “rappresentazione che ha lasciato segni di sfiducia molto profonda”. Ed è per questo che la professoressa Fornero fa appello a un’altra ospite, la viceministra degli Esteri Marina Sereni del Partito democratico, affinché il Pd si assuma l’impegno di spiegare al Paese “che le riforme richiedono qualche sacrificio, che nell’Unione europea dobbiamo rimanere in maniera credibile con volontà di costruire e non di separare”.

Secondo Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei Deputati e deputato di Fratelli d’Italia, tuttavia, non possiamo farci illusioni sul ruolo dell’Italia nell’Unione europea. Il bilaterale Francia-Germania è un fatto, ha spiegato Rampelli (che ha richiamato i valori dell’Occidente nella sfida con la Cina), che spiega questi risultati. 

Per la viceministra Sereni c’è un opinione pubblica diffusa che “fa fatica a confrontarci con una certa complessità”. Basti pensare all’idea che sia possa trattare da soli, in formato bilaterale, con la Cina: è “un’illusione magica”, ha spiegato. “Tabù enormi sono caduti” in questi mesi in Europa, ha aggiunto — citando gli eurobond e rispondendo indirettamente alla Fornero sulla velocità di reazione dell’Europa alle crisi del 2008 e di quest’anno — la viceministra, secondo cui è emersa una condivisione di valori e destino tra i 27 per illustrare come l’Italia non sia sottomessa in Europa, anche per merito dell’operato di quello che lei chiama governo Conte-Gualtieri-Amendola-Gentiloni. Infine, sulla Cina, la viceministra Sereni sottolineando il disorientamento di ambe le parti, sia da parte di chi vede solo opportunità sia di chi vede solo rischi.

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