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La terza via del dollaro. Un token per far volare l’economia

Di Rosa Giovanna Barresi

Nel libro bianco del Digital dollar project si propone una strategia innovativa per la valuta statunitense: l’emissione diretta di token da parte della Federal Reserve. Questa terza forma di moneta si dovrebbe affiancare alle due aperture di credito, quelle di banca centrale e quelle delle banche commerciali. Il Digital dollar project (Ddp) nasce da una collaborazione tra la Digital Dollar Foundation ed Accenture, allo scopo di favorire lo sviluppo di una valuta digitale basata sul dollaro.

La Digital dollar foundation è un’organizzazione non-profit fondata nell’aprile di quest’anno da tre noti sostenitori del’innovazione digitale. J. Christopher Giancarlo è senior counsel presso Willkie Farr & Gallagher LLP (uno studio legale internazionale) e, in precedenza, presidente della commissione per la negoziazione di derivati su commodity (Us Commodity Futures Trading Commission, Cftc. Suo fratello Charles è ceo di Pure Storage e, in passato, dirigente centrale di altre compagnie nel settore informatico. Daniel Gorfine, dopo essere stato chief innovation officer presso la Cftc, è fondatore e ceo of Gattaca LLC, una società di consulenza.

Ovviamente, Accenture non necessita di presentazioni: si tratta di una società di servizi di consulenza, presente in più di 120 Paesi, per un totale di più di mezzo milione di addetti, e che ha al suo attivo numerose collaborazioni nel settore delle Central Bank Digital Currency (Cbdc). Tra di esse vanno ricordate la Banca del Canada, l’Autorità Monetaria di Singapore, la Banca Centrale Europea e la Banca Nazionale Svedese.

Il vero contenuto del libro bianco riguarda la necessità di rafforzare il ruolo della valuta Usa nell’economia globale. Il whitepaper del Ddp, pubblicato il 29 maggio 2020, contiene poche concessioni alla tecnologia e, in contrasto con l’analogo documento del progetto Libra, il suo valore sta tutto negli argomenti che utilizza per comunicare il suo messaggio. Sebbene i due progetti non siano in concorrenza tra loro, essi rappresentano due modi differenti di trattare con l’amministrazione federale.

Nella sua ultima versione, il libro bianco del progetto Libra si diffondeva in dettagli tecnici, ma era evidente il suo obiettivo di guadagnare l’approvazione delle autorità di controllo dei mercati. Invece, il libro bianco del Ddp descrive i vantaggi di una versione digitale del dollaro, ma il suo vero messaggio riguarda la necessità di rafforzare il ruolo della valuta Usa nell’economia globale.

I quattro autori del documento sono i tre fondatori del Ddp e David B. Treat, il principale architetto della strategia Accenture per l’applicazione delle nuove tecnologie ai mercati finanziari, e gli altri otto redattori rivestono posizioni di rilievo all’interno della sua struttura. Studiando il materiale che hanno prodotto possiamo dedurre alcune strategie di Accenture, e forse anche delle indicazioni sui progetti attualmente in corso. Il “modello di riferimento” proposto dal whitepaper è quello di una moneta digitale emessa dal sistema della Riserva Federale sotto forma di token. Un pagamento effettuato con questo tipo di valuta ha le stesse proprietà di un pagamento effettuato in contanti, ed avviene mediante lo scambio di uno o più token. L’uso del token (una rappresentazione digitale di un valore monetario protetta da crittografia) evita alla banca centrale il problema di registrare i saldi associati a ciascun utente della moneta elettronica.

Il Digital dollar project propone l’emissione diretta di token da parte del sistema della Federal Reserve. Come esposto in un articolo precedente, (L’attacco dei token. Cosa sono e come possiamo utilizzarli, pubblicato su Formiche.net) in un’economia moderna gran parte della moneta è già digitalizzata (ad eccezione di monete e banconote) in quanto esiste solo come saldo nei sistemi contabili di una banca, o come registrazioni su una blockchain. Un tema, quello del rapporto tra blockchain e finanza, che non è solo americano ma del quale si discute anche in Italia, come testimonia un recente white paper di Cdp approfondito da LinkedIn Notizie. Sappiamo anche che questi ultimi strumenti di pagamento potrebbero non avere tutte le proprietà della moneta. Infatti i pagamenti effettuati con valute digitali non emesse da banca centrale sarebbero esposti alla revocatoria fallimentare nel caso di fallimento del pagatore o dell’emittente.

In effetti, le caratteristiche della terza forma di moneta proposta dal Progetto sono comuni a molte altre Cbdc:

– affianca i crediti di Banca centrale e quelli delle banche commerciali
– è emessa direttamente sotto forma di token da parte della banca centrale (in questo caso, dalla Federal Reserve)
– non produce interesse, e quindi fa parte dell’aggregato M0, come le banconote, le monete ed i depositi presso la banca centrale
– viene distribuita mediante la rete di banche commerciali ed altri intermediari accreditati
– è gestita da uno specifico sistema di pagamenti, ad esempio basato su registri distribuiti (distributed ledger technology, Dly)
– viene conservata a livello Utente su un portafoglio elettronico (wallet) residente su di uno smartphone o altro dispositivo personale
– può essere utilizzata per negoziare altri token, ad esempio titoli azionari
– può essere sottoposta a vincoli d’uso mediante programmi specifici, chiamati smart contract
– garantisce la finalità dei pagamenti anche a livello internazionale

Un primo, semplice esempio di vincolo consiste nell’imporre un limite massimo a quanta moneta si possa conservare in un wallet. Più complesso è il caso del programma di assistenza per gli acquisti di viveri (supplemental nutrition assistance program, Snsp), che supporta circa 38 milioni di cittadini americani mediante carte elettroniche. Quando si fanno acquisti presso un negozio autorizzato, è possibile pagare mediante una speciale carta di credito (electronic benefits transfer, Ebt). Ovviamente, questi aiuti potrebbero essere distribuiti in contanti, ma poi sarebbe difficile impedire che questo denaro venga speso diversamente. Le carte Ebt consentono di disciplinare il consumo applicando regole e restrizioni, ma la disponibilità di una Cbdc avrebbe consentito lo stesso risultato, ma addirittura di modificare queste regole in corrispondenza alla necessità di distribuire i sussidi relativi al Covid-19.

Gli interventi di sostegno all’economia Usa prevedono il pagamento alle famiglie di una parte del reddito che avevano dichiarato lo scorso anno. Purtroppo, circa 70 milioni di essi dovranno attendere più di un mese per ricevere un assegno cartaceo tramite posta. Infatti, più di 14 milioni di famiglie non possiedono un conto corrente e comunque i sistemi informatici a disposizione consentono solamente l’emissione di assegni. In particolare, la disponibilità di una Cbdc avrebbe consentito di versare entrambi i sussidi su un unico wallet, mentre uno smart contract avrebbe garantito che la quota destinata ai viveri venisse spesa solo nei punti vendita autorizzati.

Accettare l’indebolimento del sistema Swift potrebbe avere conseguenze a livello di politica estera. La maggioranza degli osservatori non ritiene che il dollaro possa perdere a breve il suo ruolo di valuta di riserva nel mondo delle banche centrali. In particolare, essi non condividono la posizione del progetto Facebook/Libra secondo cui, ove gli Stati Uniti non sostenessero lo sviluppo della stablecoin, essi si condannerebbero alla decadenza. D’altra parte, esiste il rischio che un’erosione del ruolo del dollaro nell’economia mondiale indebolisca non solo il suo status di valuta preferenziale nel sistema dei pagamenti internazionali, ma soprattutto la centralità del sistema di messaggistica finanziaria Swift. Accettare un indebolimento di quest’ultimo potrebbe avere gravi ripercussioni a livello di politica estera.

Central Bank Digital Currency: un’opportunità per la Federal Reserve? Ad ogni crisi economica si levano voci contrarie alla Federal Reserve ed alle sue politiche di gestione. In realtà, i banchieri centrali sono vittime di un dilemma: se dedicano troppe risorse all’innovazione rischiano che il potere politico li richiami al loro compito di tutela dell’economia. Al contrario, se non si interessano abbastanza alle nuove tecnologie, le forze sociali li accusano di trascurare degli strumenti in grado di aiutare la ripresa economica.

Inizialmente, era stata l’Amministrazione Trump a criticare la Federal Reserve, accusandola di non fare abbastanza per l’economia. Negli ultimi tempi, le ali più estreme di entrambi i partiti (Democratico e Repubblicano) hanno iniziato ad accusare la Federal Reserve di utilizzare infrastrutture obsolete e di non prestare interesse alle problematiche di innovazione. Mentre queste critiche hanno una qualche giustificazione, sembrano invece discutibili le esortazioni ad utilizzare helicopter money nella speranza che una misura di questo tipo possa da sola risollevare l’economia. In un quadro politico abbastanza incerto, spostare il dibattito sulle Cbdc appare un chiaro invito alla concretezza.

L’economista Milton Friedman aveva bollato come helicopter money l’idea di sovvenzionare “a pioggia” in maniera omogenea tutti gli strati della popolazione, sostenendo che mettendola in pratica si sarebbe creata inflazione. Purtroppo, durante un periodo di crisi la propensione alla spesa delle classi più ricche diminuisce, e qualsiasi liberalità verso di esse si traduce esclusivamente in un aumento del risparmio andando ad aggravare la crisi. Proseguendo nel suo ragionamento, John Keynes sosteneva che in tempi di crisi sono le classi più svantaggiate ad avere la massima propensione alla spesa. Di conseguenza, solo finanziando queste ultime si riuscirebbe a rimettere in moto la circolazione della moneta.

Il whitepaper del Digital dollar project potrebbe essere l’occasione per stimolare la Federal Reserve ad una riflessione sulle Cbcd. Dobbiamo augurarci che attraverso i buoni rapporti con Accenture si possa riavviare la collaborazione atlantica a livello di banche centrali.



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