Il congresso del Movimento 5 Stelle? Non è necessario, non in questo momento, almeno. La scelta del capo politico? Non è una priorità, meglio pensare al programma e ricompattare il partito. Conte? È una figura super partes nelle forze di maggioranza. A crederlo sono gli elettori di M5S intervistati da Swg a seguito del dibattito interno che ha scosso la forza di governo in queste ultime settimane. A emergere, la percezione di Conte identificato soltanto in parte con i 5 Stelle, ritenuto invece più una figura sopra le parti anche dagli stessi elettori del Movimento, i quali lo apprezzano ma non lo vivono pienamente come “uno di loro” e una divisione netta nell’elettorato pre-elezioni politiche del 2018 e gli elettori che invece, ancora oggi, voterebbero il Movimento: i primi sperano in un ritorno all’anima originaria, mentre i secondi appoggiano la linea governista.
CONGRESSO SÌ, NO, FORSE
Il congresso, gli Stati Generali, del Movimento 5 Stelle si sarebbero dovuti tenere tra marzo e aprile, ma poi il coronavirus ha cambiato le carte in tavola non solo dei 5S, ma della classe politica intera. Il rinvio, allora, ma a quando? Si parla dell’autunno, ma non è stata ancora fissata nessuna data precisa. E se il congresso non è una priorità per il gruppo dirigente di M5S, allo stesso modo non lo è per gli elettori grillini: solo il 21% degli elettori, infatti, ritiene necessario fare un congresso in questa fase politica, mentre per il 37% è opportuno, ma non fondamentale. Non è necessario un congresso, invece, per il 24% degli intervistati.
QUAL È LA FUNZIONE DEL CONGRESSO?
L’Istituto di ricerca, poi, approfondisce il tema del congresso e interroga gli intervistati che lo ritengono necessario sulle ragioni di tale importanza. Insomma, perché farlo? “Per cercare di ricompattare il Movimento”, sostiene il 49%, mentre per il 32% la ragione è ridefinire le basi programmatiche. Per il 13% la ragione è restituire credibilità al partito mentre solo per il 6% il congresso deve avere lo scopo e la ragione di scegliere un nuovo leader. Unità e programma, insomma, sono le priorità secondo gli elettori grillini, che si rivelano invece poco interessati alla leadership.
LO SPARTIACQUE DELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2018
C’è una divisione netta, sottolinea la ricerca di Swg, tra l’elettorato del Movimento 5 Stelle pre elezioni politiche del 2018 e post elezioni. A certificarlo è il quesito in cui si chiede cosa dovrebbe fare ora il Movimento: “Continuare ad avere un atteggiamento governista impegnandosi per governare il Paese anche a costo di compromessi con altre forze” oppure “recuperare l’anima movimentista ed essere più coerente e puro, a costo di tornare all’opposizione”? Il 56% degli elettori attuali del Movimento sostengono l’ala governista, mentre il 61% degli ex elettori credono che sia necessario recuperare l’anima originaria del Movimento.
DA CHE PARTE STA CONTE?
Ampliando il campione di intervistati agli elettori di tutti gli schieramenti, Swg cerca di capire come venga percepito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Secondo gli elettori del Movimento 5 Stelle e del Partito democratico, Conte è “una figura super partes non legata ad alcuna area politica in particolare” (60%), mentre secondo la Lega e Fratelli d’Italia è un esponente del Movimento 5 Stelle o del centrosinistra, ma decisamente non super partes. Ad aggiungersi anche una fetta di cittadini che “hanno fiducia in Conte” e lo percepiscono come un soggetto al di sopra delle parti.
I SOLDI DA MADURO? GLI ELETTORI 5 STELLE E PD NON CI CREDONO
A interessare il sondaggio anche la percezioni da parte dell’elettorato nei confronti della notizia pubblicata dal quotidiano spagnolo Abc sui fondi che il Venezuela avrebbe illecitamente versato alla forza guidata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, quando Nicolas Maduro, attuale presidente del Paese, era ministro degli Esteri. Il 41% degli intervistati la notizia sarebbe poco credibile, mentre il 31% ritiene invece che sia credibile. Il 31% di elettori che ritengono sia credibile è composto principalmente da elettori di Fratelli d’Italia (52%) e Lega (50%), mentre gli elettori dem sono il 29% e gli elettori 5 Stelle solo il 18%.
I NUMERI DEL MOVIMENTO (E DEI PARTITI)
E mentre il Movimento è impegnato al governo per far fronte alla crisi da Covid-19, i suoi consensi si confermano attorno al 16% (15,9), cifra ben lontana dal 34% del 2018, ma tendenzialmente stabile. Il quadro delle intenzioni di voto vede ancora la Lega ai vertici (26,9%) stabile rispetto alla settimana precedente, e il Partito democratico al 19,3%, che guadagna invece lo 0,3. Cala Fratelli d’Italia (dal 14,1% al 16,6%) e Forza Italia perde solo lo 0,1% attestandosi sulla cifra tonda del 6%.
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