Delimitazione delle zone marittime, prospettive sul dossier energetico, nuove strategie contro l’immigrazione clandestina e tanta geopolitica. C’è tutto questo (e non solo) dietro la firma posta oggi ad Atene dai ministri degli Esteri di Italia e Grecia sul nuovo accordo bilaterale che comprende la demarcazione delle Zone economiche esclusive. Un passo che riprende il filo interrotto nel 1977 e fisiologicamente punta ad essere battistrada per lo sfruttamento delle risorse marittime nel Mar Ionio.
ACCORDO
Messe da parte le schermaglie su spiagge e resort, i due Paesi hanno finalmente preso in mano un dossier tanto strategico quanto delicato, perché si incastra nello scacchiere euromediterraneo, dove la Turchia ha già siglato un accordo con il governo di Al-Serraj a Tripoli ma “dimenticando” l’isola di Creta, appartenente ad uno Stato membro.
Dunque Di Maio e Dendias hanno inteso dare fiato, dopo negoziati durati alcuni anni, ai nuovi diritti di esplorazione che consistono in una estensione dell’accordo del 1977 sulla piattaforma continentale. Una contingenza che porta in dote anche il potenziale smantellamento dei problemi sorti da parte dell’Albania per le demarcazioni, passaggio che dovrebbe essere oggetto di una revisione simile tra Tirana e Atene.
GEOPOLITICA
Entrambi i governi parlano di uno sviluppo molto importante e molto positivo per le due sponde dell’Adriatico, che tocca inevitabilmente anche le provocazioni turche nell’Egeo. È di tutta evidenza che l’accordo mira con ritardo a fare rientrare l’Italia come player nel dossier energetico, senza dimenticare che nei mesi scorsi si era parlato di un giacimento di gas al confine fra il Salento e la costa ionica ellenica che fino a ieri era di appannaggio ellenico. L’accordo si lega in sostanza sia al tema della lotta all’immigrazione clandestina sia alla grande questione dei riverberi che ci saranno sul caso libico, quindi toccando un player significativo come la Turchia.
QUI ATENE
Per la Grecia l’accordo rientra in una conferma di strategie, in quanto l’alleanza di prossimità con l’Italia è fisiologica anche se nell’ultimo periodo con sfumature tematiche differenti. Dal punto di vista culturale il binomio è forte, anche grazie all’iniziativa Tempo Forte voluta fortemente dall’ambasciata italiana ad Atene e dall’ambasciatore Luigi Efisio Marras, prossimo alla pensione. Da un punto di vista industriale non sono tramontati i discorsi tra Italia e Grecia per interlocuzioni militari, ma al momento Atene è distratta dal fronte di Evros, tramutatosi in priorità per via delle conseguenze anche europee che un nuovo caso-migranti potrebbe far detonare.
Allo stesso tempo è stata firmata anche la Dichiarazione congiunta Grecia-Italia sulle risorse del Mediterraneo tramite la quale i due Paesi esprimono il loro impegno per una gestione equilibrata e sostenibile di queste risorse e concordano di tenere periodiche consultazioni per valutare l’impatto di vari fattori sulle pratiche esistenti dei pescatori dei due Stati.
QUI ROMA
L’Italia ha così l’occasione di non perdere terreno nella partita che coinvolge inevitabilmente le nuove infrastrutture del gas che corrono lungo la linea ideale che va dall’Egitto al Salento, dove la Grecia è diventata gas hub per via del contemporaneo passaggio sul suo suolo di Tap, Tanap e Eastmed. Roma così può costruire una nuova rete energetica sub adriatica, immaginando di non lasciare Grecia e Albania alla mercè di altri player ma recitare un ruolo di primo piano.
È stata inoltre firmata una notifica congiunta alla Commissione europea che richiede ai due Stati di modificare il regolamento sulla politica comune della pesca in modo che, quando la Grecia decide di estendere la sua zona marittima a 12 miglia, possa essere mantenuta l’attività di pesca esistente dei pescatori italiani nella zona tra le 6 e le 12, ora acque internazionali. “I diritti esistenti dei pescatori italiani sono descritti in modo chiaro ma più restrittivo, sia in termini di numero di navi sia in termini di specie che possono essere catturate e le specie catturate dai pescatori greci sono escluse”, recita una nota finale.
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