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Geopolitica e cavi internet. Cosa lega Genova-Israele-Mumbai

C’è un cavo internet con cui Google intende allargare la fibra ottica globale che vede Italia e Israele giocare un ruolo da protagonisti. Si chiama Blue-Raman e partirà da Genova per arrivare a Mumbai, in India. Il percorso è interessante e nasconde questioni (e insidie) geopolitiche. La porzione “Raman” (il cui nome deriva da Sir Chandrasekhara Venkata Raman, premio Nobel indiano per la Fisica nel 1930) viaggerà da Mumbai sotto l’Oceano Indiano per riaffiorare in un paese per ora non identificato — almeno ufficialmente: ma tutti sanno che non potrà che essere l’Arabia Saudita (e qui sta un perno geopolitico, si vedrà). Poi infine arriverà al porto giordano di Aqaba. L’altra tratta, la “Blue”, partirà da Genova e scenderà fino alla porzione orientale del Mediterraneo per uscire fuori terra attraverso Israele e completare l’opera con il ricongiungimento ad Aqaba.

La separazione in due tratte di questo cavo che porterà internet più veloce in Eurasia (con tutto il potenziale chiaramente collegato) non ha ragioni tecniche, ma è una mera questione geopolitica, fa notare Haaretz. Israele, spiega il giornale israeliano, non gradiva essere ricondotto a una struttura fisica che accomunasse il proprio territorio con quello saudita (non per ora, almeno, nonostante i rumors su avvicinamenti dello stato ebraico ai regni del Golfo, attualmente comunque messi in discussione dalle nuove annessioni palestinesi volute dal nuovo governo israeliano). La rotta ha un’altra ragione d’essere: evitare l’Egitto, da cui passano svariati cavi — in totale, per ora, 15: che alimentano internet per circa un terzo di popolazione mondiale. Rotte che viaggiano dal Mediterraneo al Mar Rosso, alcune anche attraverso Suez, le cui acque poco profonde possono rendere vulnerabili le strutture sottomarine. Ma c’è di più: in Egitto c’è un problema di sicurezza, l’area del Sinai è praticamente controllata dallo Stato islamico per esempio, e la concentrazione di cavi internet è tutt’altro che consigliata per l’importanza dei dati che questi contengono e per il danno che potrebbe essere inferto se dovessero venire danneggiati.

L’Italia, al pari di Israele che permette lo switch tra le due tratte, ha un ruolo centrale. E non solo per Genova punto di arrivo, o di partenza. Mentre la porzione orientale è prodotta dalla Omantel di Muscat, quella mediterranea è in mano alla Sparkle, sussidiaria di Telecom Italia. Il progetto di Google da 400 milioni di euro ha un valore geopolitico di alto livello, come accennato: la connessione eurasiatica attraverso cavi di collegamento digitali — al di lá di deviazioni e problematiche — è infatti un elemento di fondamentale importanza che rafforza la ditta italiana già titolare di Med Nautilus (cavo che gestisce la gran parte del traffico israeliano che non passa dai cavi della locale Bezeq).

Con l’evoluzione tecnologica la dipendenza da internet è cresciuta notevolmente — e più lo farà con l’implementazione dei sistemi 5G — per questo i cavi hanno una centralità enorme. Dai dati tecnici che servono a far muovere macchinari e software, al valore socio-culturale e politico delle comunicazioni in rete. Per questo certi collegamenti sono i legami geopolitici del presente/futuro; per questo le potenze mondiali inviano costantemente missioni di monitoraggio e spionaggio (nei giorni scorsi, per esempio, un sommergibile classe Kilo russo è entrato nel Mediterraneo orientale, forse per una missione di attacco contro i ribelli siriani, forse interessato allo snodo di cavi sottomarini nel quadrante che ospiterà anche il Blue-Raman).

 

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