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Linee guida e scuola in subbuglio. La versione di Rosato e Gelmini

In tutta Italia si svolgono sit-in in contemporanea per dar vita a una “manifestazione nazionale” con genitori, insegnanti e studenti: c’è il rischio che la scuola sia all’ultimo posto, mentre il calcio e molte altre attività sono ricominciate? La doppia analisi di Ettore Rosato (IV) e Maria Stella Gelmini (FI).

LA POSIZIONE DI ITALIA VIVA

Ettore Rosato, Presidente di ItaliaViva e vicepresidente della Camera, ricorda di essere stato travolto dalle critiche quando Matteo Renzi propose di riaprire le scuole nel mese di maggio per consentire almeno gli esami finali per le terze medie e la maturità: “Ritenevamo allora che fosse prioritario riaprire, lo riteniamo ancora di più oggi – dice a Formiche.net – speriamo si arrivi presto ad una chiara posizione che consenta serenità a famiglie, insegnanti e studenti. La ministra dell’Istruzione Azzolina può contare sul nostro costante pungolo e aiuto”.

Secondo il Presidente della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini, le linee guida sono irricevibili. Ha ragione? “Le linee guida vanno ricostruite. Nella Buona Scuola avevamo pensato a più funzioni per i presidi, ma gli avevamo dato anche gli strumenti, qui credo invece che gli si voglia attribuire solo funzioni. È evidente che a questo punto occorra un lavoro certosino che passi attraverso risorse e regole per le sanificazioni, per spazi e personale al fine di programmare una ripresa ordinata, ma anche per una forte alleanza con il corpo insegnanti che in questa vicenda si sta assumendo una grande fatica in più”.

SCAGLIONI

Il piano scuola la convince? E dove migliorarlo? “Penso che ci voglia coraggio, quindi intanto non si perda più nemmeno un giorno e occupiamoci scuola per scuola di verificare che gli edifici siano attrezzati e manutenuti. Abbiamo messo per questo anche le risorse. Poi la collaborazione delle Regioni può aiutare a definire al meglio il calendario, senza pensare però che la didattica a distanza possa in qualche modo sostituire il valore educativo del rapporto personale tra studenti e insegnanti”.

C’è il rischio di una perdita di studenti, stante questa situazione di tensione e incertezza? “La dispersione scolastica – sottolinea Rosato – è già un problema di per sé serio nel nostro Paese, così rischia di diventarlo ancora di più e a questo sommerei anche il rischio che le nostre università possano risentire di un calo di iscrizioni”.

LA VERSIONE DI GELMINI

Il fatto di delegare ai singoli presidi è un errore da parte del Ministero che, invece, dovrebbe imprimere una regia unitaria? “Intanto siamo dinanzi a delle linee guida che includono indirizzi molto generici, che manifestano l’incapacità del governo di prendere decisioni – dice a Formiche.net l’ex ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini – Per cui tutte le scelte vengono scaricare sulle Regioni, sugli enti locali e soprattutto su dirigenti e insegnanti. Credo siano un’occasione persa, mentre ci saremmo aspettati delle prescrizioni e degli indirizzi puntuali. Tant’è che alla fine sono tutti scontenti, come dimostrano le manifestazioni di piazza. Anziché trovare l’accordo di tutti, il governo ha messo d’accordo tutti contro la linee guida: non mi pare un grande risultato sul piano politico”.

DELEGARE O NO?

“Un conto è l’autonomia, un conto è il caos – aggiunge la parlamentare di Forza Italia – ho sempre difeso l’autonomia ma dentro una cornice di proposte puntuali. Invece qui siano dinanzi all’incapcità di mettere la scuola nelle condizioni di ripartire a settembre in modo ordinato. Non viene garantita la continuità didattica, la presenza dei dispositivi di sicurezza e del distanziamento. Questi mesi in cui la scuola è rimasta chiusa penso che sarebbero dovuti servire per immaginare un grande piano di rilancio dell’edilizia scolastica, visto che le risorse ci sono: sarebbe stato importante per ammodernare i plessi e mettere la scuola in condizioni di applicare le misure di prevenzione”.

QUALE SCUOLA?

Secondo Gelmini l’inizio dell’anno scolastico è sempre stato scaglionato senza una data unica tra le regioni, ma il probLema è che adesso mancano gli indirizzi per aprire in sicurezza la scuola a settembre: “Non sono stati dati gli strumenti, non abbiamo notizia sull’eventuale apertura di sabato e regna il caos. Si arriva tardi, con un ritardo colpevole senza dimenticare la concomitanza con le elezioni regionali: avevamo proposto lo spostamento dei seggi all’esterno delle scuole ma dal governo non ci hanno risposto, anche se ci sono state delle aperture del Pd. Inoltre già durante il lockdown un milione e mezzo di studenti non ha avuto la possibilità di esercitare il diritto all’istruzione perché sprovvisti di tablet o di connessione”.

E mette l’accento sul fatto che la dispersione scolastica c’è già stata perché quei ragazzi non hanno potuto accedere all’istruzione: “È evidente che la crisi economica rischia di ridurre le immatricolazioni all’università con un impoverimento educativo oggettivo. Non dimentichiamo inoltre che il 30% delle scuole paritarie è a rischio chiusura: una battaglia che Forza Italia sta facendo in Parlamento”.

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