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L’Iran vuole arrestare Trump per l’uccisione del generale Soleimani

L’Iran ha emesso mandati d’arresto per 36 cittadini di Stati Uniti e altri Paesi, incluso il presidente a stelle e strisce Donald Trump. L’accusa è di aver ordinato, preparato o attuato l’uccisione il 3 gennaio scorso a Baghdad del generale Qassem Soleimani, comandante delle forze Qods dei Pasdaran. Lo ha annunciato il procuratore di Teheran, Alghasi Mehr, citato dalla Fars.

“La magistratura iraniana ha emesso un’allerta rossa all’Interpol per le 36 persone ricercate, che sono figure politiche e militari. Queste persone”, ha dichiarato il procuratore di Teheran, “sono condannate per ‘omicidio’ e ‘terrorismo’. Il presidente Donald Trump è in cima alla lista e continuerà a essere perseguito anche al termine del suo mandato presidenziale”.

Nei giorni scorsi, come raccontavamo su Formiche.net, è iniziato il dialogo strategico tra Stati Uniti e Iraq, con l’obiettivo di rafforzare i rapporti dopo le difficoltà generate dall’uccisione del generale Soleimani. Il dossier, complicato dalla minaccia dello Stato Islamico, interessa anche l’Italia (che per il 2020 prevede un aumento a 1.100 unità nel Paese): l’Iraq è il primo fornitore di greggio.

Stefano Dambruoso, magistrato esperto di terrorismo internazionale, analizzando su Formiche.net le sfide del cyberterrorismo ai tempi del Covid-19 per Stati e aziende private, notava:  “I cyberattacchi contro gli Stati Uniti e i suoi alleati, non solo nello scacchiere Mediorientale, sono aumentati di frequenza dopo l’elezione di Donald Trump e l’uscita dall’accordo sul nucleare voluto dalla presidenza Obama; ma potrebbero nuovamente andare in escalation dopo l’uccisione, a inizio gennaio, del generale iraniano Qassem Soleimani con un targeted killing statunitense (ci vogliono infatti diversi mesi per individuare i bersagli, scoprirne le vulnerabilità e quindi infiltrarsi)”.


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