Non è una scissione, ma certamente somiglia allo sgretolamento il processo in corso nel Movimento 5 Stelle che anche oggi ha perso due componenti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato. Sono la deputata Alessandra Ermellino e la senatrice Alessandra Riccardi le ultime “portavoce” ad aver abbandonato la creatura di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, che si sommano ai 18 parlamentari persi dal Movimento 5 Stelle da inizio anno. E mentre i numeri di M5S nelle aule parlamentari si assottigliano, fuori dal Parlamento Alessandro Di Battista mette nero su bianco una serie di proposte politiche che se non sono le premesse per una nuova forza politica, sono sicuramente quelle di una corrente carsica che attraversa in profondità il Movimento fondato da Grillo e Casaleggio padre.
“Non vado via dal M5S ma dalle persone che si sono impossessate di un progetto tradendo le speranze di 11 milioni di cittadini”, ha dichiarato la deputata Alessandra Ermellino, comunicando il suo allontanamento dal gruppo del Movimento verso il gruppo Misto. “Ho consegnato la lettera di dimissioni dal M5S senza lasciarmi alle spalle alcun rimpianto, ormai da tempo la mia voglia di lavorare e rispondere alle sollecitazioni provenienti dal territorio – con l’unico scopo di tutelare il bene pubblico – confliggevano con il percorso e le scelte fatte dal MoVimento”, ha spiegato la deputata. E così la senatrice Alessandra Riccardi, la cui volontà di abbandonare il gruppo M5S Senato era nota da tempo, ha confermato all’AdnKronos di aver formalizzato la decisione.
A raccogliere i cocci del Movimento 5 Stelle, seppure fuori dalle aule parlamentari, sembra essersi messo Alessandro Di Battista, il cui desiderio di ricordare a militanti e portavoce le istanze delle origini lo ha portato allo scontro, nelle scorse settimane, con il Garante del Movimento, Beppe Grillo, proprio sulla riorganizzazione del Movimento, la scelta di un nuovo capo politico e l’elaborazione di un programma che guardi al futuro. “Se il Movimento riuscirà a portare a casa una legge durissima sul conflitto di interessi avrà fatto il più grande regalo agli italiani perbene”, ha scritto oggi su Facebook Di Battista, mentre ieri proponeva, sempre su Facebook, “la creazione di una piattaforma nazionale di car-sharing. Un’impresa pubblica sia chiaro, con l’obiettivo di mettere a disposizione di tutti gli italiani, su tutto il territorio nazionale, migliaia di auto elettriche”. “Vorrei sviluppare quest’idea con tutti coloro che vorranno darmi una mano – prosegue Di Battista -: associazioni, ingegneri, giovani. Se vi va, scrivetemi a programmapeople@gmail.com”, e ancora nei giorni precedenti aveva sostenuto di non voler fare “terremoti” nel Movimento, “il mio intento – aveva aggiunto – è quello di rafforzarlo”.
È sempre più evidente, però, che mentre una parte di M5S (Grillo, Conte e la componente governista) si muove sulla strada della responsabilità istituzionale e sceglie di rimandare la riorganizzazione interna in tempi meno turbolenti per il Paese (affidandosi, poi, a una gestione collegiale del Movimento e spostando l’eventuale scelta del nuovo capo politico in una sede diversa da Rousseau), Di Battista lavori per creare un’alternativa che strizza l’occhio alla base antica di M5S, quella parte di elettorato seppur minoritaria che, come ha riportato un sondaggio di Swg, vorrebbe tornare al Movimento delle origini, anche se volesse dire tornare all’opposizione.
Incassa il sostegno di Davide Casaleggio, Di Battista, il quale nuovamente – intervistato da Fanpage – preme per l’elezione del nuovo leader di M5S sulla piattaforma online: “Alessandro ha sempre dato tanto al Movimento 5 Stelle, vedrà in che modo vorrà dare supporto al Movimento 5 Stelle in futuro. Non entro nel merito di singole candidatura o singole persone. Siano gli iscritti a scegliere qualunque cosa importante per il Movimento 5 Stelle per la direzione del Movimento 5 Stelle”. La resa dei conti pare sempre più vicina, dunque, e non è detto che non si concluda con una scissione vera e propria.