Come molti sanno, il governo di Gerusalemme doveva formarsi già dopo le elezioni del 9 aprile 2019, ma è stato proprio Netanyahu a non riuscire a comporlo, e la Knesset si è nuovamente sciolta per preparare le ulteriori elezioni, che si sono svolte il 17 settembre 2019.
Anche dopo questa seconda elezione non ci sono state le condizioni politiche e numeriche per creare una stabile e omogenea maggioranza di governo, e sono state organizzate altre nuove elezioni, per il 2 marzo 2020.
Il 20 aprile, sempre del 2020, è stato poi siglato l’accordo tra Benny Gantz e Bibi Netanyahu che ha portato all’attuale governo di unità nazionale, che ha iniziato ufficialmente i suoi lavori il 17 maggio 2020.
Il primo ministro, lo abbiamo già detto, è, per gli accordi intercorsi con Benny Gantz, lo stesso Netanyahu, che poi passerà, a metà della durata costituzionale del governo, il testimone a Gantz, che però è già ministro della Difesa.
Gantz è stato Capo di Stato Maggiore della IDF, le Forze Armate israeliane, dal 2011 al 2015, poi è divenuto presidente della Knesset dal 26 marzo al 17 maggio del 2020.
Il suo partito, “Resilienza di Israele”, lo ha fondato nel dicembre 2018, alleandosi poi con i gruppi di Telem, fondato dall’ex-ministro della Difesa Moshe Yaalon, che è un gruppo di centrodestra, e anche con lo Yesh Atid, (“c’è un futuro”) un partito fondato nel 2012 da Yair Lapid, fondando quindi una coalizione “Bianca e blu”. Il ministro per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale è Alon Schuster, sempre dei “Bianchi e Blu”.
Figlio di un tedesco e di una argentina, è nato a Sderot, uno dei Kibbutz più noti e antichi di Israele, poi ha fatto parte della Brigata Nahal ed è stato ferito in guerra.
La Brigata Nahal, divenuta autonoma nel 1982, nelle more della guerra in Libano, è una struttura particolare nell’IDF: nasce da un regolare battaglione di paracadutisti, ma è formata anche da volontari del movimento politico sionista Nahal, che rappresenta una tradizione che mescola volontarismo sociale, la vita nel kibbutz e la tradizione militare israeliana, di cui il kibbutz (si pensi alla storia del Palmach, per esempio) è parte identitaria e integrante.
Schuster è stato un membro storico del Labour Party (HaAvoda) che è socialista democratico ma soprattutto sionista, il quale è un gruppo politico che nasce nel 1968 dalla fusione di Mapai (“Partito dei Lavoratori della Terra di Israele”) HadutHaAvoda, (“Unità del Lavoro”) che è il vecchio partito di Ben Gurion, e il Rafi (“Lista dei Lavoratori Israeliani”) fondato, sempre da da Ben Gurion, nel 1965.
Con il Fondatore dello Stato di Israele, nel 1965, andarono nel Rafi personaggi come Moshe Dayan, Shimon Peres, Chaim Herzog e Teddy Kollek.
Kollek, che è stato per vari anni sindaco di Gerusalemme, è stato un personaggio importantissimo per la costituzione dello Stato israeliano, sia pubblicamente che con le sue operazioni coperte, in Europa e in Italia soprattutto. Ma, tornando a Schuster, egli si è unito ai “Bianchi e Blu” nell’aprile 2019 ed è stato quindi eletto alla Knesset.
Il ministro per l’Aliyah, (“salita”) ovvero il diritto al ritorno di tutti gli ebrei in Israele, che più esattamente si definisce come “ministro della Aliyah e dell’Integrazione” è Prima Tamano-Shata. Avvocato, giornalista, militante politica, è una ebrea di origine etiope ed è appunto nata in Etiopia.
Solo alla fine di marzo 2020 ha lasciato il gruppo Yesh Atid, per unirsi anche lei ai “Bianchi e Blu”. Prima Tamano-Shata è nata vicino a Gondar, nella regione degli Amhara, la tribù che seguì eroicamente le gesta di Amedeo Guillet, che loro chiamavano Kummandant Shaitan, “comandante diavolo”.
La famiglia del futuro ministro arrivò in Israele con la “Operazione Mosè”, quando i Falascià e i Beta Israel etiopi e sudanesi vennero segretamente trasportati dall’IDF durante la carestia africana del 1984.
La ministra “del rafforzamento e dell’avanzamento della comunità” ovvero il ministero che si occupa delle amministrazioni comunali e locali, è Orly Levy-Abekasis, che fa parte del movimento Gesher, (“ponte”) un’area liberale di centro.
Il partito, peraltro, è stato fondato proprio dal padre di Orly Levy-Abekasis.
La neo-ministra è entrata alla Knesset nel 2009 con il movimento Israel Beitenu, per poi fondare, nel 2019, insieme al padre, il suddetto partito Gesher, che ha all’inizio corso insieme al Partito Laburista.
Il padre, è bene ricordarlo, era il ministro degli Esteri marocchino, nonché amico personale del Re, David Levy. È stata, Orly, membro delle Forze Aeree di Israele, poi ha studiato legge a Herzliya, e oggi vive nel Kibbutz “Mesilot”. Ministro delle Telecomunicazioni, essenziali in un Paese come Israele, è oggi Yoaz Hendel.
Appartiene al piccolo movimento Derekh Eretz. Un movimento di centrodestra, secondo le coordinate politiche europee, che è stato fondato nel marzo 2020 da Zvi Hauser e dallo stesso Yoaz Hendel, dopo che avevano lasciato Telem, uno dei componenti, lo ricordiamo, dei “Bianchi e Blu”.
Storico militare, è anche giornalista e presidente dell’Istituto per la Strategia Sionista, fondato nel 2005, ma il suo vero obiettivo è la scrittura di una vera e propria Costituzione per Israele. Si occupa molto di demografia, come dovrebbero fare anche gli altri governi moderni. Di origine rumena e polacca, è cresciuto nell’insediamento di Elkana.
È stato anche un elemento importante dello Shayetet 13, una delle più importanti forze di élite. Dopo sei anni di servizio, è stato dimesso ed è stato, successivamente, membro dell’ufficio del primo ministro. Tenente colonnello della Riserva.
Yaachov Litzman è il ministro attuale della Edilizia e delle Costruzioni, ma è stato anche ministro della Sanità.
È nato da sopravvissuti alla Shoah in un campo profughi tedesco. Poi, lui e la sua famiglia sono emigrati a Brooklyn, e successivamente, a 17 anni, è emigrato in Israele con i genitori.
È un Haredim e appartiene al “giudaismo unito nella Torah”, che è una alleanza di Agudat Israel, che si lega storicamente e sapienzialmente all’omonimo movimento in Alta Slesia, che è ormai più chassidico che non haredi, anche se ha una lunga storia come movimento non-sionista degli ebrei osservanti.
Per il ministero della Cultura e dello Sport, c’è Hili Tropper, un “Blu e Bianco”. Figlio di un Rabbi, ha iniziato la sua carriera politica nel Labour, ma ha anche una lunga esperienza nelle questioni educative e scolastiche e un rapporto personale efficace con Benny Gantz.
Per il ministero del Cyber e delle questioni digitali nazionali è stato nominato Dudi Amsalem, del Likud.
David “Dudi” Amsalem è stato già ministro delle telecomunicazioni, discende da una famiglia di ebrei marocchini, è stato comandante di un tank nell’IDF e poi si è dedicato alla Economia e alla Business Administration, per la quale si è laureato alla Bar-Ilan.
Presidente della sezione di Gerusalemme del Likud. Per il ministro nella Difesa, un posto chiave, è stato nominato ora Michael Biton, ancora un “Blu e Bianco”. Anche lui un ebreo marocchino, si è laureato in Studi Ebraici e in scienze del comportamento alla Università Ben Gurion del Negev, ed ha inoltre un MA in “leadership organizzativa” alla Università Ebraica di Gerusalemme.
Già eletto nelle liste di Kadima, il vecchio partito centrista e liberale nato nel 2005 dai membri del Likud e anche del Labour che sostenevano il piano unilaterale di disimpegno, per la questione con gli arabi, elaborato da Ariel Sharon, ha poi fondato, lo stesso Michael Biton, un nuovo partito politico, denominato Ahi Israel, ma poi si è ricollocato rapidamente con i “Bianchi e Blu”.
Il ministro per gli Affari della Diaspora è oggi Omer Yankelevich, nata Galitsky.
Avvocatessa e militante per i diritti civili, è membro del partito fondato da Benny Gantz e ha creato da tempo la Fondazione Just Begun, che si occupa di integrare le popolazioni marginali e periferiche di Israele.
È di formazione Haredi e di origini lituane. Ha insegnato ebraico e tradizioni ebraiche, da giovanissima, a Mosca e in Ucraina.
Il ministro dell’Economia, che si è fuso con il ministero del Welfare nel 1970, è oggi Amir Peretz.
Un laburista “storico” e attuale leader del Labour Party, che è stato anche già ministro della Difesa e ministro della Protezione Ambientale, oltre che capo dell’Histadrut, dal 1995 al 2006, il sindacato nazionale dei lavoratori israeliani.
Un sindacato che nasce ai tempi del Mandato britannico in Palestina, è bene ricordarlo, mentre Peretz è stato anche sindaco di Sderot, lasciando poi i laburisti per fondare il suo partito, One Nation, nel 1999, ovvero Am Ehad, più esattamente “un solo popolo”.
Ma, dopo il 2006, Peretz e il suo parzialmente nuovo Labour entrano nella coalizione dominata da Kadima, fondato nel 2005 per sostenere il piano di disimpegno unilaterale di Ariel Sharon dalla Striscia di Gaza. Dove Peretz, in quel governo, fu ministro della Difesa.
È stato il grande sostenitore della Guerra in Libano, sempre del 2006 e, soprattutto, del progetto di protezione elettronica e missilistica Iron Dome, ma fu poi battuto all’interno del Labour da Ehud Barak e rassegnò le dimissioni.
Nel 2012 si ritira dalla Knesset e anche dal Labour, per entrare nella nuova formazione politica detta Hatnua, “il Movimento”, di area centrista e liberaldemocratica. Nel 2013 corre con i Verdi, che si sono precedentemente federati a Hatnua, mentre nel 2015 si fa eleggere alla Knesset in una lista, unita al Labour, chiamata “l’Unione Sionista”, che diviene il secondo gruppo parlamentare più grande in quel momento.
Hatnua era un gruppo le cui richieste si incentravano, soprattutto nel 2013, sulla pace tra Israele e gli Arabi, sulla giustizia sociale, sulla piena occupazione e anche sulla piena fusione tra esercito e cittadinanza, inoltre anche sul pluralismo religioso e sul laicismo.
ministro dell’Educazione è oggi Yoav Galant.
Già comandante delle Forze del Sud dell’IDF, già ministro delle Costruzioni nel 2015, è poi passato al Likud.
La madre, polacca, è sopravvissuta alla Shoah, il padre è stato partigiano delle brigate ebraiche che combatté i nazisti nelle foreste ucraine e bielorusse.
È stato membro della Brigata Givati, l’84°; e ha combattuto nella guerra del 1948 e nelle altre successive. La Givati era di stanza nella Striscia di Gaza e compiva soprattutto, fino al Piano di Sharon, operazioni di controguerriglia. Ha studiato economia e finanza all’Università di Haifa.
Galiant è stato anche comandante di una nave della 13° Flottiglia, nel 1977, poi è andato a fare il boscaiolo in Alaska. Al ritorno, va a comandare una nave lanciamissili, per poi andare a comandare tutta la 13° Flottiglia, nel 1994.
Poi diviene comandante della Divisione di Gaza, e nel 2001 va a fare il Capo di Stato Maggiore, poi diviene il Segretario militare del Primo Ministro, nel 2002.
Nel 2005, diviene comandante delle Forze del Sud dell’IDF, e in questo ruolo dirige l’Operazione Piombo Fuso. Politicamente, Galant ha accettato inizialmente la candidatura nel Movimento Kulanu, nato nel 2014; e nel 2018 entra nel Lukud per poi essere nominato Ministro della Aliyah e dell’Integrazione, ma nel 2019 si è dimesso dalla Knesset.
Al dicastero per la Protezione Ambientale va Gila Gamilel, una signora nata nel 1974, sempre Likud, di famiglia ebraica-yemenita.
Sua madre proveniva dalla Libia. Ha studiato Storia del Medio Oriente e Filosofia all’Università del Negev, e in seguito si è diplomata anche in Legge.
Alle Finanze va Israel Katz, sempre del Likud. Katz è già stato ministro dell’Agricoltura, dei Trasporti, dell’Intelligence e poi degli Esteri, oltre ad essere membro del Gabinetto per la Sicurezza di Israele.
I genitori, sopravvissuti alla Shoah, erano tedeschi della regione germanofona della Romania, al confine con la Germania e l’Ungheria.
Nel 1973 entra nella Brigata Paracadutisti, nel 1977 si iscrive all’Università Ebraica di Gerusalemme. Entra alla Knesset per sostituire Ehud Olmert.
Nel 2003 diviene ministro dell’Agricoltura nel governo di Ariel Sharon, e nel gennaio 2004 annuncia un piano per aumentare gli insediamenti nelle Alture del Golan, Katz fu inoltre contrario al piano di disimpegno nella Striscia di Gaza, insieme a Netanyahu, poi fa addirittura lobbying con l’Associazione Sionista Mondiale, per favorire il sostegno agli investimenti ebraici nella West Bank.
Nel 2009 è ministro dei Trasporti nel governo Netanyahu. Ministro, poi, degli Esteri in questo gabinetto tra Likud, “Blu e Bianchi” e altri, è Gabi Ashkenazi.
È stato Capo di Stato Maggiore Interforze, per utilizzare la terminologia italiana, dal 2007 al 2011, è comunque un ebreo Mizrahi, ovvero un ebreo orientale e di origine, spesso, maghrebina, e nasce nell’area di Sharon, nell’Israele centrale, e il padre, sopravvissuto alla Shoah, emigra dalla Bulgaria in Israele mentre la madre era una ebrea siriana. Studia in una grande scuola, il Ginnasio Herzliya, poi va alla US University of Marine Corps. Membro della Brigata Golani, dal 1972 al 1988, il suo battesimo del fuoco è nella Guerra dello Yom Kippur, poi partecipa anche all’operazione Thunderbolt, ovvero alla Operazione Entebbe, poi ancora fa parte della Operazione Litani, del 1978.
Nella Guerra del Libano del 1982, Ashkenazi è il vice-comandante del Battaglione Golani, che poi comanderà dal 1987.
L’anno successivo, viene nominato Capo dell’Intelligence nel Comando Nord dell’IDF. Capo, successivamente, dell’amministrazione civile nel Libano occupato, per poi divenire, nel 1994, Comandante delle Operazioni nel Comando Nord dell’IDF, e non fu peraltro d’accordo con l’abbandono, da parte di Israele, delle posizioni in Libano che, secondo lui, dovevano essere contrattate con la Siria.
Diviene vice-comandante di Stato Maggiore dell’IDF nel 2002, ma è stato anche a capo della costruzione e del mantenimento della fence che separa arabi e ebrei nella West Bank.
La sua idea era quella di costruire la fence in parallelo ma vicinissima alla green line, la “linea dell’Armistizio” del 1949.
Poi, Ashkenazi diviene Direttore Generale del Ministero della Difesa, nel 2006, per poi accedere al ruolo di Capo di Stato Maggiore, nel 2007 fino al 2011. È entrato nel gabinetto attuale come “Blu e Bianco”. Alla Salute va Yudi Edelstein, Likud.
Di origini ucraine, è figlio di padre ebreo e di madre cristiana, entrambi poi divenuti cristiani. Oggi il ministro si dichiara cristiano ortodosso ed è anche un “pope”.
Arriva in Israele nel 1977, ma ritorna e viene successivamente “spedito”, poi, dal KGB, in Siberia, dopo che il Servizio russo gli ha “trovato”, ma guarda caso, della droga in casa.
Emigra definitivamente in Israele nel maggio 1987, va a abitare nell’insediamento della West Bank di Alon Shvut, fa subito dopo il servizio militare nell’IDF come caporale.
Nel 1996 fonda il Partito IsraelBaAliyah, insieme al famoso dissidente sovietico Nathaniel Sharansky. Nel 1996 viene eletto alla Knesset e diviene Ministro per l’Assorbimento dei Migranti in un governo in gran parte Likud, già allora diretto da Netanyahu. Nel 2009 è poi Ministro della Informazione e della Diaspora. Dopo le elezioni del 2013, diviene Presidente della Knesset.
Per l’Alta Educazione, e come Ministro dell’Acqua, due dicasteri stranamente uniti insieme, ministro oggi è Ze’ev Elkin. Sempre Likud.
Anche lui ebreo ucraino, si iscrive da giovane alla Bnei Atikva, il più grande movimento sionista religioso del mondo.
Studia matematica e fisica all’Università di Karkhov, dal 1987 al 1990, poi diviene segretario, per l’Urss, della suddetta associazione Bnei Atikva, che è stata fondata, si ricordi bene, nella Palestina del Mandato Britannico.
Studia poi, dopo la Aliyah, all’Università Ebraica di Gerusalemme, ma viene anche eletto alla Knesset nel 2006, tra le file di Kadima.
E’ stato vice-ministro degli Esteri dal 2013 al 2014, per poi divenire presidente del Comitato Parlamentare sugli Affari Esteri e la Difesa.
Elkin è stato poi ministro per l’Assorbimento dei Migranti e per gli Affari Strategici, che perde quasi subito, per poi chiedere a Netanyahu il Ministero per gli Affari di Gerusalemme.
Al ministero per l’Intelligence, va ora Eli Cohen, sempre del Likud. Già ministro per l’Industria e l’Economia, è membro del Gabinetto per la Sicurezza di Israele. Ha un MBA in contabilità e finanza, oltre a titoli nell’ambito del management.
Il ministro della Sviluppo della Periferia, del Negev e della Galilea è oggi Aryeh Deri, dello Shas, il partito religioso degli Haredim.
Già ministro dell’Economia nel 1999, ha sulle spalle una condanna a tre anni.
Ebreo marocchino, è fratello del Rabbi di Beer Sheva, e ha abolito, da ministro dell’interno, nel 1988, la censura nei teatri.
Al ministero per gli Affari di Gerusalemme, che non è un ministero fisso nella politica israeliana, va Rafi Peretz, che è stato nell’ufficio del Capo Rabbinico Militare ed è attualmente leader del Partito della “Patria Israeliana”.
Nel 2019 ministro dell’Educazione, discendente di ebrei marocchini.
Avi Nissenkorn è oggi ministro della Giustizia. Avvocato, già segretario generale dell’Histadrut, il sindacato unitario israeliano.
Membro della alleanza “Bianca e Blu”. I genitori erano immigrati dalla Polonia, nel febbraio 2016 è un membro del labour, poi si lega al partito di Benny Gantz.
Per il ministero del Lavoro, Affari Sociali e Servizi Sociali è responsabile Itzik Shmuli, laborista e già capo dell’Unione Israeliana degli Studenti. Genitori di origine iraqena, comandante di tank dal 1998, poi apre un ristorante a Tel Aviv, da cui parte, nel 2003, per andare in Argentina, ma poi torna a Tel Aviv e si iscrive alla Oranim School per insegnanti, appartiene ufficialmente alla comunità LGBT, e lo ha dichiarato in vari articoli. Viene dalla Unione Sionista.
Per le Infrastrutture Energia e Acqua, il ministro attuale è Yuval Steinitz, Likud.
Già ministro delle Finanze (2009-2013) poi dell’Intelligence e degli Affari Strategici, 2013-2015, è laureato in filosofia e insegna all’Università di Haifa. È stato membro di Peace Now da studente. Per la Sicurezza Interna, che si occupa di Polizia, Sistema carcerario, vigili del fuoco, l’attuale ministro è Amir Ohana, altro membro della comunità LGBT nei ranghi di ministro.
Già ministro della Giustizia, sefardita originario del Marocco, è stato membro, dopo un lungo servizio nell’IDF e nella Polizia Stradale, dello Shin Bet. È anche presidente del Likud Pride.
Poi, Gilad Erdan, altro Likud, è oggi ministro per la Cooperazione Regionale di Israele.
È stato anche ministro della Pubblica Sicurezza, degli Affari Strategici, e anche ministro della Informazione, della Protezione Ambientale, della Difese del Fronte Interno e degli Affari Interni. Figlio di ebrei rumeni di origine ungherese, ha studiato legge alla Bar-Ilan University e fa l’avvocato. Consulente legale, anche, di Benyamin Netanyahu.
È molto legato alla rete degli Evangelici Usa sionisti, è stato anche ambasciatore di Israele, in Usa, dal gennaio 2020 fino a oggi.
Yaakov Avitan è oggi ministro per gli Affari Religiosi. È il figlio del Rabbi di Be’er Tuvla. Rabbi già dai suoi 19 anni, è membro del partito Shas.
Per il ministero della Scienza e la Tecnologia, il nuovo capo è Yizar Shai, Bianco e Blu. Genitori ebrei argentini, paracadutista dell’IDF, ha fatto servizio nella guerra in Libano del 1982.
Ha studiato al Technion, la migliore università scientifica in Israele e in tutto il Medio Oriente, nata nel 1912 e oggi 85° nel ranking universitario scientifico mondiale.
Ha fondato la società business layers. Poi, per il dicastero degli Stanziamenti Territoriali, il nuovo ministro è Tzipi Hotovely, Likud.
Ha già svolto il ruolo di ministro della Diaspora e ha una solida formazione giuridica. È molto ortodossa per quel che riguarda i riferimenti alla tradizione ebraica, ha una famiglia di origini georgiane. Giornalista televisiva famosa, è nota per le sue posizioni radicalmente anti-assimilazioniste riguardo agli arabi israeliani.
Meirav Cohen è ministro per l’Eguaglianza Sociale e nasce in una famiglia di ebrei marocchini. Ha lavorato alla Radio dell’IDF e ha studiato economia all’Università Ebraica di Gerusalemme ed è “Bianca e Blu”.
Per il ministero degli Affari Strategici e dell’Informazione è stata nominata Orit Farkash-Hacohen, Bianca e Blu. Prima di questo incarico, è stata la direttrice dell’Autorità Elettrica. Carriera da avvocato, passa all’autorità Anti-Trust poi, dal 2006 al 2007, va a studiare ad Harvard.
Asaf Zamir è invece il nuovo ministro del Turismo, Bianco e Blu. Già vice-sindaco di Tel Aviv, viene dagli Usa, dove è cresciuto nei suoi primi anni. Ha fatto il militare nell’Unità Centrale di Controllo dell’Aviazione Israeliana. Ha fatto carriera di avvocato.
Ed ora arriviamo ad una vecchia amica dell’Italia, Miri Regev, ministra dei Trasporti, il terzo budget del governo israeliano. Likud, che è stata anche ministro per la cultura e lo Sport. Ebrea marocchina per parte di padre, ma la madre proveniva dalla Spagna.
È stata la referente per la comunicazione del Comando IDF Sud, poi, l’anno dopo, il 2003, è stata la responsabile delle Relazioni Pubbliche del gabinetto del Primo Ministro nelle more della Guerra in Iraq. Ha continuato con il lavoro della comunicazione militare con la questione di Gaza (2005) e la guerra in Libano dell’anno successivo.
Infine, ministro senza portafoglio è Tzachi Hanegbi, esperto di questioni di sicurezza nazionale. È stato anche ministro dell’Agricoltura e della Cooperazione Regionale. Poi è stato anche a capo del dicastero della Giustizia, della Sicurezza Interna, dell’Intelligence e responsabile, per il Primo Ministro, della supervisione delle Agenzie di Sicurezza. Nasce da una famiglia di fondatori delle organizzazioni coperte che poi faranno capo, in seguito, al Likud.