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Perché serve un patto Renzi-Calenda-Bonino in Toscana. Scrive Mayer

Non ho mai amato i partiti del 3% né a destra né a sinistra, al centro ancora peggio. Persino un leader estroverso e di grande esperienza come Francesco Cossiga non è riuscito  a consolidare la sua piccola formazione all’epoca dei governi D’Alema-Amato.
Neppure i partiti del presidente del consiglio (acronimo PPdC) hanno avuto grande fortuna: né Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini, né l’Asinello di Romano Prodi e neppure Scelta Civica di Mario Monti.
Nonostante i più consistenti  successi elettorali esiti analoghi hanno avuto altri partiti personali (in questo caso  di ispirazione pre-grillina) come la IDV di Antonio di Pietro e la Rete di Leoluca Orlando.
In questo momento Italia Viva di Matteo Renzi è di fronte ad un bivio: a) Concentrare tutte le sue energie per condizionare il governo Conte e gli sviluppi politici immediati b) Ragionare di strategia politica e non solo programmatica.
Intendiamoci è giustissimo cercare di dare un senso al pacchetto miliardario che dal 2021 arriverà da Bruxelles con l’ obiettivo prioritario di creare posti di lavoro e prendere di petto il divario  storico Centro-nord/Sud.
A questo proposito – lo accenno per inciso – ho lanciato su Facebook l’idea di candidare la Magna Grecia alle Olimpiadi del 2032 sulla scia della bella esperienza di Milano Expo 2015. Ma le  scelte programmatiche di medio e lungo periodo per realizzarsi hanno bisogno sulle gambe di partiti politici di una certa dimensione.
Renzi dovrebbe guardarsi allo specchio e domandarsi: ha un futuro Italia Viva da sola? Lo stesso dovrebbero fare Emma Bonino e Carlo Calenda per Azione. Quando qualche amico mi chiede le differenze tra questi tre partiti rispondo: gli stili di leadership. Hanno senso partiti distinti solo perché diversi sono gli stili delle rispettive  leadership?
Il 20 settembre si vota per le regionali. Mi appello alla responsabile di Italia Viva per la Toscana Stefania Saccardi: provaci!
Se Azione, Italia Viva e il movimento della Bonino si presentassero in una unica lista almeno in Toscana potrebbe nascere qualcosa di politicamente nuovo. È triste vedere in televisione tre forze che i sondaggi danno tra  il 2 e il 4%. Uno spreco di energie.
D’altra parte l’ Italia è lontana dal bipartitismo. Né il Pd né la Lega sono in grado di monopolizzare l’ area di centro sinistra e centro destra. A destra Giorgia Meloni, Adolfo Urso e Guido Crosetto lavorano insieme nonostante le loro profonde differenze (e non solo di stile). La grande incognita resta il futuro di Forza Italia e dei 5stelle, ma la convergenza dei movimenti politici di Renzi, Bonino e di Calenda potrebbe  essere una novità interessante. Il prossimo 20 settembre una lista unica per  l’elezioni regionali in Toscana potrebbe essere costituire  un test (anzi un laboratorio politico) per verificare la loro lungimiranza.
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