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Spie russe per colpire soldati Usa. Lo scoop del Nyt che fa rosicare RT

Una mazzetta russa per uccidere soldati americani in Afghanistan, consegnata dritta dritta nelle mani dei Talebani. Il New York Times sgancia la bomba citando fonti di intelligence: un’unità del Gru (Il Servizio segreto estero di Mosca) avrebbe pagato i combattenti afghani per assassinare truppe americane di stanza a Kabul. Nel mirino degli attacchi commissionati ci sarebbero state anche truppe inglesi.

Il presidente Donald Trump, è la rivelazione-accusa del quotidiano, è stato messo a conoscenza del piano mesi fa. Lo scorso marzo l’alert è finito al centro di una riunione del National Security Council (Nsa). Tante le opzioni sul tavolo, da una controffensiva diplomatica verso il Cremlino a un’operazione sotto copertura per lanciare un messaggio chiaro al Gru. Ma alla fine la Casa Bianca avrebbe scelto di non agire.

L’unità russa nel polverone è ben nota alle cronache di intelligence. Ha il nome poco catchy di “Unit 29155” e si è fatta una reputazione portando a termine operazioni letali contro avversari della Piazza rossa in giro per il mondo.

Nel palmarès ci sono colpi di fama internazionale, come il tentato golpe di Vladimir Putin in Montenegro, l’avvelenamento del trafficante di armi bulgaro Emilian Gebrev nel 2015, senza dimenticare il tentato omicidio con il gas nervino dell’ex spia Sergei Skripal e di sua figlia Yulia a Salisbury, nel 2017. Fra i membri dell’unità ci sono veterani della guerra in Afghanistan, in Cecenia e in Ucraina.

Non è chiaro se la commessa sia effettivamente andata in porto. Se cioè fra i 20 soldati morti nella guerra in Afghanistan nell’ultimo anno rientrino i target degli 007 russi, ma le fonti sentite dal New York Times sono assolutamente certe che la mazzetta sia stata pagata ai militanti islamisti.

Per il momento nessuna conferma da Cia, Nsa o Dipartimento di Stato. Tutto tace, nel campo americano. Da quello russo, invece, non si sono fatte attendere le smentite.

È arrivata per prima quella, veemente, dell’ambasciata russa a Washington Dc. Con una raffica di tweet, il profilo ufficiale ha parlato di “accuse prive di fondamento e anonime” che peraltro costituirebbero “una minaccia diretta alla vita degli impiegati delle ambasciate russe a Washington Dc e Londra”.

A dar manforte ci ha pensato RT (Russia Today), il quotidiano filo-Cremlino inaugurato da Putin. Una vera furia contro il New York Times e la sua “spy-fantasy”, “ovviamente nascosta dietro il Paywall, così i comuni mortali non iscritti alla loro inarrivabile saggezza possono solo vedere il titolo da clickbait”.

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