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L’Artico si surriscalda. Ecco la strategia Usa per contrastare la Russia

La competizione globale si sposta sulle fredde rotte dell’Artico, lì dove la Russia ha da tempo incrementato le proprie mire espansionistiche. Gli Stati Uniti non restano a guardare, e così la US Air Force ha svelato ieri la nuova strategia per la regione. “L’Artico è oggi tra le regioni più strategiche del mondo”, ha sottolineato il segretario dell’Aeronautica americana Barbara Barrett. “Questa strategia – ha aggiunto – riconosce il rilevante peso geostrategico della regione e il ruolo cruciale per la difesa del territorio nazionale e per la proiezione a livello globale”. Già nel 2019, all’interno della più generale strategia per l’Artico del Pentagono, il dipartimento guidato da Mark Esper aveva rimarcato l’importanza del ruolo delle Forze aeree e spaziali nazionali nella regione polare.

LA CENTRALITÀ DELL’ARTICO

La più recente versione della strategia artica prodotta dal Pentagono, ovvero quella del giugno 2019, sottolinea che “gli Stati Uniti sono uno Stato artico e che la sicurezza della regione ha dirette implicazioni per la sicurezza della nazione”. Sebbene le prospettive di conflitto nella regione siano ritenute scarse dallo stesso dipartimento della Difesa, l’Artico viene considerato come “un potenziale vettore per la competizione strategica e per un eventuale attacco al territorio statunitense: l’intensa presenza (anche militare) russa e il crescente interesse economico cinese, uniti ai tentativi di entrambi gli Stati di modificare a proprio vantaggio l’organizzazione internazionale della regione, sono seguite da Washington con particolare attenzione”.

Al fine di raggiungere i tre obiettivi previsti dalla strategia (difendere il territorio nazionale; competere, quando necessario, per mantenere favorevole il bilancio delle forze nella regione; assicurare che l’Artico rimanga libero e accessibile per tutti) la difesa statunitense promuove la costituzione della cosiddetta Artic awareness, ovvero la capacità di riconoscere le potenziali minacce provenienti dalla regione polare, il rafforzamento delle operazioni nell’area e di un ordine artico basato sullo stato di diritto.  Lo U.S northern command (Usnorthcom), comando operativo che si occupa della difesa del territorio continentale statunitense e delle zone limitrofe compreso l’Artico, è la struttura che si sta occupando in misura maggiore di mettere in pratica le direttive del Pentagono.

LE STRUTTURE MILITARI

Le Forze armate statunitensi sono presenti nella regione con diverse strutture militari: la più nota è sicuramente la base a stelle e strisce presente in Groenlandia, ovvero quella di Thule. Anche la base Clear afs (Alaska) si occupa di identificare possibili minacce missilistiche e di sviluppare la Space awareness. Particolarmente importante per la difesa e la proiezione della forza nella regione sarà la Eielson AFB, prossima base di lancio di un rilevante contingente di F-35. La futura presenza dei velivoli di quinta generazione nello scenario polare è solo uno dei tanti contributi dati dall’Usaf alla difesa del polo nord: il dipartimento, infatti, è la struttura militare statunitense più attiva nell’area e fornisce circa l’80% delle risorse utilizzate dal Pentagono per la difesa dell’Artico.

GLI AVVERSARI

Sia la strategia dell’Air Force, sia quella del Pentagono, sottolineano il crescente attivismo sino-russo nella regione. Dotata di una presenza militare permanente a nord del Circolo polare artico che non ha paragoni con nessun altro Stato, la Russia ha avviato un’ampia campagna di ammodernamento delle strutture militari già esistenti e promosso la costruzione di nuove basi e lo sviluppo di un sistema di difesa integrato che va dalla difesa aerea a quella costiera, passando per il monitoraggio del lancio di missili balistici. Alla posizione muscolare di Mosca si affianca quella di Pechino, poco avvezza alle latitudini polari ma decisa a conquistare una posizione di primo piano nella gestione dei flussi commerciali e delle risorse della regione: il documento dell’Usaf ricorda come nel 2018 la Cina abbia legato le sue attività artiche alla nuova Via della seta. Sia la Russia che la Cina, seppur da due posizioni differenti, stanno cercando di sfruttare lo scioglimento della calotta polare per trarne un importante vantaggio economico e affermare il loro ruolo nella regione.

LA STRATEGIA

E così, in collegamento con la linea promossa dal Pentagono nel 2019, “la strategia artica del dipartimento dell’Aeronautica militare statunitense – si legge nel documento – promuove un approccio di lungo periodo che si articola mediante quattro linee principali: vigilanza, proiezione della forza, cooperazione e preparazione”.

Fondamentale in una regione così vasta e con zone difficilmente accessibili, la vigilanza in tutti i domini operativi verrà aumentata grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie: sistemi di sorveglianza per scandagliare la minaccia missilistica, radar e satelliti. Le infrastrutture spaziali, inoltre, saranno utilizzate sia per la previsione dei fenomeni climatici sia per assicurare la corretta attuazione delle funzioni di comando, controllo, comunicazione, intelligence, sorveglianza e ricognizione (C3isr), particolarmente difficili in un’area con scarse infrastrutture di comunicazioni.

La proiezione della forza, strettamente legata alla volontà statunitense di assicurare la libertà di navigazione e di sorvolo dell’Artico, verrà assicurata dall’ammodernamento delle basi americane presenti nella regione e dal rifinanziamento di strutture e piattaforme per l’esplorazione polare. Lo sviluppo di capacità di trasporto aereo strategico e di rifornimento in volo, messe a disposizione degli alleati e dei partner, saranno altrettanto importanti per far si che la presenza statunitense nell’area sia credibile ed efficace in caso di minaccia.

La cooperazione con gli alleati e i partner rappresenterà uno dei cardini della strategia: “per mantenere l’Artico all’interno delle regole del diritto internazionale, si legge nel paper, le Forze armate statunitensi dovranno lavorare in stretto contatto con i partner regionali”, in primis Canada, Danimarca, Islanda, Norvegia, Finlandia e Svezia. L’interoperabilità tra le Forze armate alleate, preziosa in un ambiente naturale così ostico, verrà promossa mediante l’addestramento e le esercitazioni congiunte. Sarà incoraggiata, inoltre, la collaborazione con le comunità indigene per far tesoro della loro conoscenza del territorio.

Infine, strettamente connesso con il concetto della proiezione della forza, la strategia sottolinea l’esigenza di preparare le Forze armate nazionali ad operare nel contesto polare. Tale obiettivo verrà raggiunto mediante il potenziamento dell’addestramento, della ricerca e sviluppo e dall’utilizzo delle competenze maturate nel corso degli anni dai riservisti dell’Usaf e dall’Alaska air national guard.

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