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Uno sguardo dal Ponte. I consigli (non richiesti) di Pennisi al M5S

La vendetta, oh, la vendetta, è un piacer serbato ai saggi, afferma Bartolo in una celebre aria de Le Nozze di Figaro di Da Ponte- Mozart. Ammesso che la vendetta possa essere un valido movente per l’azione politica –la storia sembra dimostrare il contrario, ossia che si è mosso con intenti vendicativi è quasi sempre stato, in politica, un perdente – ci si dovrebbe almeno muovere seguendo gli altri consigli di Bartolo su come articolare la vendetta:

Con l’astuzia, con l’arguzia,
Col giudizio, col criterio

Questa sera il Consiglio dei ministri esaminerà la proposta di Atlantia su come risolvere la vertenza relativa alla concessione di Autostrade per l’Italia (Aspi). Per anni sono stato uno degli autori del rapporto dell’Associazione Società Libera sulla liberalizzazione della società italiana, documento in cui si è criticata severamente la concessione affidata ad Aspi, in quanto troppo generosa ed esempio di un caso in cui la pubblica amministrazione e la politica si erano fatti “catturare” da Atlantia e dai suoi maggiori azionisti. Quindi, non posso essere accusato di contiguità con Villa Monelli a Ponzano Veneto che anzi ha spesso protestato con i giornali a cui collaboravo.

Tuttavia, basta dare uno sguardo dal ponte per rendersi conto che la proposta presentata è un’ottima base, da affinare a livello tecnico, per giungere ad una soluzione concordata. Pare che l’orientamento di una parte della maggioranza sia quello di irrigidirsi per chieder lo scalpo della famiglia Benetton da mostrare al proprio elettorato (che nei sondaggi sta perdendo peso).

I “governisti”, all’interno del Movimento 5 Stelle (M5S), offrirebbero uno swap, ma non simultaneo: ora lo “scalpo” ed in cambio l’accettazione, a malincuore, della richiesta dell’Italia ad accedere allo “sportello sanitario” del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) come veicolo per avere una quota cospicua del Recovery and Resilience Fund, la parte più succulenta del Next Generation Eu in discussione al Consiglio dei Capi di Stato e di governo dell’Unione europea (Ue) del 17 e 18 luglio.

Non pare che nella posizione del M5S ci sia astuzia, arguzia, giudizio ed ingegno ma solo brama di vendetta, sangue e mercanteggiamento nella speranza che il governo regga e non si debba chiedere al popolo sovrano di andare alle urne.

Tanto sul tema dei rapporti con Atlantia ed Aspi quanto sul Mes, il governo ha sino ad ora seguito la tattica del rinvio, sperando di stemperare gli animi e di giungere ad un compromesso ragionevole ed onorevole per tutte le parti in causa. Se stasera il Consiglio dei ministri delibera la revoca della concessione, gran parte degli italiani, anche coloro che hanno votato e sostengono il M5S, si chiederanno perché la misura non è stata presa subito dopo il crollo del Ponte Morandi (circa due anni fa) oppure, al più tardi, dopo l’entrata in vigore del Decreto Milleproroghe con il quale si decurtano da 23 a 7 miliardi gli indennizzi al concessionario (ossia quasi otto mesi fa).

A Bruxelles saranno comunque sbigottiti- un alto dirigente della Commissione Europea parla di “metodo Bokassa”, facendo riferimento al dittatore africano che mangiava carne umana. Pare che ministri di altri Stati Ue abbiamo proferito frasi irripetibili. Conte sarà in posizione, per lo meno, imbarazzante al Consiglio europeo.

Tanto più che la strada della revoca costa cara, e nell’immediato e soprattutto in futuro. Nell’immediato, come possiamo spiegare che diamo 7 miliardi (che andranno in gran misura alla famiglia Benetton) per sbarazzarci di un problema esibendo uno “scalpo” al tempo stesso in cui siamo con il cappello in mano perché contribuenti ed elettori di altri Stati europei vengano in nostro aiuto.

Sempre nel breve periodo si pone in pericolo una multinazionale europea con circa 20 miliardi di debiti, tale da poter scatenare il caos sui mercati finanziari europei, penalizzando soprattutto i titoli di Stato italiani. Nel più lungo periodo, si apre un complesso contenzioso che, secondo i maggiori giuristi europei, potrebbe comportare un risarcimento miliardario proprio a quei Benetton che i “duri e puri” volevano punire. Il contenzioso sarà lungo ed il prezzo lo pagheranno probabilmente i nostri figli.

Lo swap con lo sportello sanitario Mes avrebbe risultati analoghi. Elettori del M5S resterebbero quanto meno perplessi di vedere il Movimento convertito alle posizioni dell’odiatissimo Silvio Berlusconi. I “duri e puri” direbbero che “i governisti” si sono venduti per un piatto di lenticchie. La scissione sarebbe quasi inevitabile.

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