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Autostrade, Ue e 5G. Così il governo vince la crisi. Parla D’Uva (M5S)

Indietro non si torna. Francesco D’Uva ne è convinto. Il deputato, primissima fila del Movimento Cinque Stelle, di cui ha fatto il capogruppo alla Camera, commenta con Formiche.net la corsa a ostacoli del governo. Così la maggioranza può superare la tempesta d’autunno, senza polemiche e senza aiutini dall’esterno.

D’Uva, la proroga di Conte è necessità o protagonismo?

Mi sembra scorretto parlare di protagonismo. Dobbiamo sperare che non ci sia una seconda ondata del virus simile alla prima. Se così fosse, il Paese dovrebbe farsi trovare preparato e la proroga dello stato d’emergenza permette di intervenire tempestivamente.

Da più parti hanno accusato il premier di muoversi un po’ al di fuori del perimetro parlamentare in questi mesi. C’è del vero?

Io credo che il Parlamento resti sovrano, e il Parlamento non si è espresso in modo contrario. Se avesse ritenuto improprio l’uso dei Dpcm o la gestione dell’emergenza da parte del premier, avrebbe potuto sfiduciare il governo. Peraltro, ripeto, sarebbe un errore sottovalutare l’emergenza sanitaria. Pochi giorni fa abbiamo deciso di dedicare 40 milioni di euro di restituzioni della Camera al personale sanitario per contribuire alle relative gratifiche economiche per lo sforzo durante la pandemia. Un segnale importante che abbiamo voluto mandare dall’ufficio di presidenza, anche per chi pensa che il lavoro di queste persone sia finito.

Anche il governo sembra in emergenza. Sono tanti i dossier che vi dividono. Gliene cito uno: il Mes.

La questione del Mes ha ricevuto un’attenzione sproporzionata rispetto ai numeri reali. Il tema è semplice: i nostri dubbi riguardano le condizionalità, e la cessione di sovranità a terzi. Quanto alle cifre, il Mes è di 36 miliardi di euro, una piccola frazione rispetto al Next generation Eu, che qualcuno finge non esista.

Su quello ci sono dubbi?

Credo che la Commissione europea abbia già dimostrato nei fatti un cambio di passo significativo. All’inizio di questa legislatura avevamo Moscovici che ci faceva le pulci sui conti, oggi una Commissione molto più attenta alla solidarietà. Diciamolo, anche grazie a Giuseppe Conte e al nostro lavoro in Europa.

Europa a parte, le tensioni non mancano. Come si risolve il caso Autostrade?

La nostra posizione è chiarissima: la concessione di Aspi deve essere revocata. Abbiamo fatto questa promessa e intendiamo mantenerla.

Dal Pd c’è chi dice che Conte ha aspettato troppo.

Forse Conte ha preso tempo nell’attesa di un’offerta vantaggiosa per lo Stato. Capisco che voglia fare il bene del Paese, ma se l’offerta non arriva bisogna procedere con la revoca. Abbiamo atteso fin troppo.

Intanto in Cdm si discute di 5G. Anche qui, Cinque Stelle e Pd sono su fronti opposti.

Il 5G è una tappa che non si può saltare. Ci siamo mossi per tempo come Paese, sarebbe un peccato perdere questo vantaggio competitivo.

E i moniti sulle aziende cinesi da parte degli Stati Uniti e del Copasir?

Il monitoraggio e il controllo parlamentare in Commissione Trasporti e telecomunicazioni hanno rilevato che, ad oggi, non esistono significativi rischi per la privacy. Comprendo perfettamente il ruolo delicato del Copasir, le cui indagini muovono da informazioni sensibili. Se possibile, sarebbe utile renderne pubbliche una parte per spiegare quali sono i rischi.

D’Uva, la maggioranza al Senato è ballerina. Qualcuno, come Prodi, pensa che Berlusconi possa darvi una mano.

Boutade a parte, non possiamo permetterci di avere una paralisi di governo con l’ingresso di un’ulteriore forza politica. Ben venga ovviamente se una parte dell’opposizione condivide alcune delle scelte fatte dalla maggioranza. Un’opposizione che lavora insieme alla maggioranza per la ripresa rafforza l’immagine del Paese, anche all’estero.

Presto dovrete pensare ai vostri Stati generali. Direte addio all’esperienza del capo unico?

Quando sono entrato in politica l’ho fatto anche per combattere un’idea diversa di politica, quella che parla solo di se stessa anche quando il Paese reale ha ben altri problemi. Ecco, adesso non possiamo ricadere negli stessi errori. Per gli Stati generali c’è tempo.

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