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La GdF sequestra un carico di Captagon a Salerno. Cosa c’entra l’Is

Ottantaquattro milioni di pasticche con il logo “Captagon” sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza di Salerno questa mattina. Il blitz della GdF ha scoperto tre container contenenti 14 tonnellate di metanfetamine – dal valore stimato attorno al miliardo di euro – provenienti dalla Siria. La droga era nascosta all’interno di cilindri di carta per uso industriale di produzione tedesca: contenitori sufficientemente spessi da impedire agli scanner di rilevare il contenuto. È il più grande trasporto di droga al mondo in termini di valore e quantità e il produttore e beneficiario finale dello spaccio potrebbe essere niente di meno che lo Stato islamico.

Is o Hezbollah?

Almeno secondo le prime indicazioni fornite delle autorità italiane alla stampa. Il captagon è chiamato “la droga del jihad”, stimolante che secondo alcuni i miliziani potrebbero aver assunto negli anni in cui il combattimento quotidiano nel Siraq richiedeva sostentamento oltre l’ispirazione divina. Se ne parlò quando furono ritrovate nel covo dei terroristi del Bataclan lacci emostatici e flebo, anche se l’uso comune non è per via endovenosa e inoltre le autopsie dimostrarono che i terroristi erano puliti (mentre era fatto di Captagon il terrorista di Suosse, in Tunisia). Sull’assunzione da parte dei jihadisti ci sono dubbi: Laurent Laniel dell’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction  sosteneva già due anni fa che non esistono evidenze che venga usata per quello scopo, per via del radicalismo religioso che fa da base all’organizzazione. E oggi dice di andarci cauti: in effetti il gruppo non ha capacità tecniche (luoghi di produzione e logistica) per certe quantità, e soprattutto nel mercato della droga mediorientale ci sono realtà come Hezbollah che è più strutturata da almeno un decennio a questi affari.

I dubbi 

Però lo spaccio è una delle vie di finanziamento delle organizzazioni jihadiste (dal Sahel all’oppio afghano per i Talebani), e le casse dei baghdadisti hanno bisogno di iniezioni per via della dissoluzione della dimensione statuale dell’Is sotto i colpi della Coalizione internazionale a guida americana. Ma anche quelle del regime siriano sono in netta difficoltà, e lo spaccio è un’ottima fonte di introiti, per altro ci sono stati vari casi recenti che hanno dimostrato il coinvolgimento di soggetti del clan assadista.

Al di là dell’origine, una nota sul flusso: è possibile che l’epidemia abbia bloccato le produzioni e le distribuzioni delle droghe sintetiche in Europa, spiegano le autorità italiane, e per questo i trafficanti avrebbero richiesto aiuto dalla Siria, dove la sintetizzazione di anfetamine “non si è mai fermata” ed è operata da strutture clandestine vicine al regime – il paese è da tempo considerato uno dei centri produttivi più attivi del mondo di questo genere di stupefacenti. Tra l’altro, il porto di partenza, Latakia, è il centro geografico del potere del clan Assad e dei sui satelliti, dove l’Is non c’è quasi mai stato.

I flussi

La polizia di Napoli e la GdF sono arrivate a scoprire il carico grazie a intercettazioni in atto su elementi legati alla Camorra, testimonianza del fatto che la criminalità organizzata contribuisce in modo diretto al finanziamento delle più discutibili realtà attive in Medio Oriente, ha spiegato alla CNN il generale Gabriele Failla, capo della polizia finanziaria di Napoli. Circostanza particolare la dimensione del carico: di solito non vengono fatti viaggiare quantitativi così ingenti per evitare le perdite nel caso di intercettazione e perché è difficile piazzare sul mercato dello spaccio così tante pasticche.

Due settimane fa, sempre nel porto di Salerno, gli specialisti del Gico di Napoli avevano già intercettato un container con un carico contenente quasi tre tonnellate di hashish e 190 chili di amfetamine con lo stesso identico simbolo: captagon. E già in passato per l’Italia erano passati carichi di sostanze stupefacenti con giri particolari. Per esempio, nel 2017 le autorità italiane in collaborazione con la Dea americana avevano intercettato al porto di Genova 37 milioni di pastiglie di tramadolo, un potentissimo oppiaceo, dirette a Tobruk, in Cirenaica, e partite da India e Sri Lanka (dove i sistemi di controllo sono più laschi). La società intestatria di quella commessa era di Dubai, negli Emirati Arabi, che sostengono le milizie dell’Est della Libia molto collegate con l’Egitto, dove le droghe sintetiche sono piuttosto usate. L’anno precedente, al Pireo – che è il porto di scalo per le merci indirizzate alla Siria dall’Oriente, come Genova lo è per quelle che devono andare in Libia – altri 26 milioni di pasticche di tramadolo erano state intercettate.

Il Captagon

I dati sono spiegati in un’inchiesta firmata nel 2017 da Marta Serafini, giornalista esperta di jihadismo del CorSera da domani in libreria con “L’ombra del nemico“, un saggio sull’Is per Solferino Libri. Serafini spiegava già come solo un’aliquota di quelle pasticche era destinata al campo di battaglia: “Quindi, al netto delle storie che parlano di droga del coraggio e di miliziani strafatti che combattono senza paura di morire, la fetta più grande di questo traffico finisce nelle strade di tutto il Medio Oriente”, ed è possibile che anche nel caso odierno del sequestro italiano dietro ci fosse qualcosa di simile, ma su direttrici opposte.  Il basso costo di droghe/farmaci come il tramadolo – una pasticca sta attorno ai 5 dollari, meno di uno schizzo di eroina – le rende fruibile a tutti, da Gaza ad Amman. Differentemente il Captagon — il cui nome deriva da un vecchio medicinale bandito dal commercio che non c’entra granché con le metanfetamine di cui sono fatte le attuali pasticche — ha capacità eccitanti e per questo è molto apprezzato nelle feste dell’alta borghesia regionale, da Riad a Beirut, da Damasco a Teheran. Ma potrebbe esserlo anche per i party europei. Nel mercato mediorientale viene venduto a otto dollari a pastiglia, e in Europa potrebbe rendere ancora di più.

 

(Foto: Wikicommons, 127 buste di Captagon pronte all’incenerimento dopo essere state sequestrate in un covo dell’Is, pronte allo spaccio, nel 2018 da parte delle forze americane della Coalizione)

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