La recente intervista di Rocco Casalino al Corriere della Sera sulla vicenda del trading online del suo compagno Josè Carlos Alvarez, segnalato all’Anti-riciclaggio della Banca d’Italia per movimenti sospetti segue il comunicato stampa con cui il portavoce del Presidente del Consiglio aveva negato ogni suo coinvolgimento nella vicenda, dopo l’uscita del primo articolo sul giornale La Verità. Una intensa mole di lavoro comunicativo (comunicato stampa, intervista doppia ad uno dei principali quotidiani italiani) circonda quindi una vicenda che in termini finanziari è soggetta ai normali chiarimenti del caso e che, in termini comunicativi, avrebbe potuto essere rubricata come questione interna alla vita familiare di un dipendente, seppur di primo piano, di Palazzo Chigi. È di oggi l’ultima intervista, sul paywall di Repubblica (segnale che un interesse mediatico sul tema esiste), ad Alvarez: una confessione a cuore aperto, rilasciata dal compagno di Casalino durante la passeggiata del cane della coppia italo-cubana.
La trasmutazione in materiale comunicativo della segnalazione antiriciclaggio di un congiunto del portavoce del Presidente del Consiglio serve a ricordarci che cosa è diventata oggi la comunicazione politica. Un contesto in cui gli spin doctor sono diventati celebrity, alla stessa stregua degli esponenti politici di cui dovrebbero curare immagine e reputazione nei confronti dell’opinione pubblica. Un flusso continuo, costante di notizie, indiscrezioni, sussurri e grida personalisticamente orientate nei confronti di figure ritenute adatte a rappresentare un leader, politico, aziendale, comunicativo che sia. Un grande bailamme, fluido ma sempre finalizzato, di comunicati stampa, interviste, conferenze stampa, post FB, story su Instagram, tweet, riferiti a vicende pubbliche e private di soggetti che, a qualche titolo, ritengono di avere qualcosa da comunicare al mondo. In questo senso, la comunicazione, nella sua forma politica, non è più un canale di trasmissione di pensieri, idee, proposte e progetti, in grado di ricostruire una visione di futuro per la collettività; si limita ad essere la cacofonia di informazioni istantanee, organizzate per ondate successive, sulla dimensione leaderistica di determinate figure pubbliche.
Non sorprende quindi che anche Rocco Casalino, il portavoce di una delle massime cariche dello Stato (quel Giuseppe Conte che in passato aveva fatto dell’understatement la cifra espressiva della propria comunicazione pubblica) utilizzi questo incerto familiare per fare un po’ di “personal branding”. La strategia messa a punto da Casalino sulla vicenda prevede scientemente una ricaduta – forse non in piedi – in quel lifestyle da Grande Fratello che gli viene costantemente rimproverato come genesi politicamente umile e comunicativamente troppo pop per svolgere l’incarico di portavoce del Presidente del Consiglio.
In fondo, deve aver pensato Casalino, il processo mediatico è meglio affrontarlo tuffandosi nella vicenda e usando espressioni roboanti come “ludopatia da trading online”, piuttosto che con dichiarazioni misurate e puntuali. Gli incerti maggiori di una circostanza tutto sommato poco rilevante in termini finanziari e giudiziari come la segnalazione del compagno all’antiriciclaggio di BdI, vengono dalla involontaria esposizione mediatica di un Casalino troppo distratto dal lavoro per verificare l’andamento delle finanze domestiche. Una narrazione non vincente per una persona che ha puntato molto sulla propria smartness. E allora tanto vale costruire un circo mediatico con molti numeri collaterali rispetto al trading online del compagno, di modo tale da distogliere l’attenzione da elementi di rischio mediatico.
Ecco la circostanza del licenziamento del compagno durante la pandemia, un tema scaldacuore che rende Alvarez subito oggetto di facile identificazione da parte dell’opinione pubblica. Funzionano in questa direzione anche la noia durante il lockdown e la ricerca di una alternativa al lavoro nel trading online (chi, in fondo, non ci ha pensato almeno una volta nella vita?). Sono oggetto di interesse le attuali difficoltà di coppia, un vero e proprio gossip strategico. Incuriosisce la circostanza dell’oculatezza nella condivisione delle spese domestiche (all’insegna del “vedere scontrino, effettuare rimborso”), in grado di ricostruire una credibilità finanziaria minima, dopo la burrasca delle perdite online, del ménage domestico. Tanti piccoli sentieri di identificazione dell’audience in uno dei due componenti della coppia. Tanti percorsi alternativi di storytelling domestico-familiare, anche dai tratti mondialisti ma umanissimi, quando si affronta la vicenda della casa da comprare a Cuba per la madre di Alvarez.
Tutto per distrarre dalle vicende finanziarie in sé, cuore della notizia. Con una comunicazione così costruita Casalino compie per sé la funzione dello spin doctor, attività che normalmente assolve per conto terzi. Così controlla il flusso delle informazioni, fornendole in prima persona e con il taglio negoziato con l’intervistatore o deciso per le dichiarazioni. In questo modo pianifica le successive uscite sul tema, avendo dato una cornice di senso differente rispetto allo scoop giornalistico da cui la vicenda era iniziata. Con queste modalità di intervento, rivaluta la propria immagine con una narrazione sulla sobrietà e oculatezza della spesa familiare, successiva alla scoperta delle perdite finanziarie. Fa, in altre parole, il proprio lavoro di costruire una cornice di senso, da offrire all’opinione pubblica, circa la propria azione, che da privata si fa pubblica. In altri termini, come afferma la citazione di Grant Morrison sugli spin doctor “riscrive la realtà mentre questa accade”. Che è un po’ la ragione per cui “tutti adorano odiare gli spin doctor”.