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Asia non fa solo rima con Cina (e totalitarismo). Il commento di Mayer

Romano Prodi nel suo editoriale di oggi su Il Messaggero sostiene che nella pandemia l’Europa è l’unica realtà che ha saputo trovare il giusto equilibrio tra rispetto dei diritti dell’individuo e imperativi dell’interesse collettivo imposti dall’emergenza.

Gli Stati Uniti – viceversa –  hanno sofferto dell’eccessivo spazio che le loro tradizioni politiche riservano alle libertà individuali mentre in Cina ed in Asia è accaduto l’opposto per effetto del “confucianesimo”: l’interesse della comunità – pur con distinzioni tra Paese –  ha dominato la scena a totale scapito dei diritti del singolo cittadino.
A mio avviso questa rappresentazione è solo in parte convincente perché può accreditare una visione stereotipata della politica che caratterizza l’Asia contemporanea. So bene che Romano Prodi conosce benissimo le profonde diversità politiche e culturali che caratterizzano il continente asiatico. Ma proprio per questo è utile esplicitarle. In Asia convivono tre modelli di regime: a) l’Asia totalitaria di cui la Cina è la massima espressione come purtroppo ha dimostrato la recente violazione degli accordi sulle libertà di Hong Kong; b) l’Asia delle democrazie asiatiche a cui ha fatto riferimento Amartya Sen; in questi Paesi le libertà tradizionali si accompagnano alle misure contro la povertà e per istituire un minimo comune denominatore di welfare; c) esistono inoltre regimi ibridi in cui  la convivenza tra libertà e autoritarismo è spesso influenzata da pressioni straniere (per esempio dalla rivalità tra Cina e India).
I comportamenti virtuosi e disciplinati della popolazione in un Paese come Singapore (dove tra qualche giorno si terranno le elezioni politiche) sono solo un esempio: la vitalità delle democrazie asiatiche dimostra che disciplina collettiva e libertà (civili e politiche) non sono solo virtù esclusive dell’Europa.
Peraltro anche negli Stati Uniti esistono profonde diversità tra Stati governati in modo lungimirante e Stati dominanti da miopia politica. Misure molto rigide ed anche assai intrusive in materia di Public Health sono perfettamente compatibili con la libertà di stampa,
l’espressione del dissenso, le elezioni libere e regolari, la divisione dei poteri e lo Stato di diritto. La giusta attenzione al pensiero e alla cultura confuciana non può farci dimenticare la grande discriminante che anche in Asia distingue le società aperte dai totalitarismi.
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