L’effetto della pandemia da Covid-19 estende il proprio raggio d’azione al secondo trimestre del 2020 e frena il mondo imprenditoriale italiano, ma non ne ferma l’espansione. L’analisi Movimprese effettuata da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese evidenzia infatti un indebolimento dell’iniziativa imprenditoriale degli italiani nel periodo compreso tra aprile e giugno 2020, con 57.922 iscrizioni di nuove attività a fronte delle 92.150 dello stesso periodo dell’anno precedente. Un calo del 37% dovuto all’inevitabile contrazione portata dal lockdown e dalle misure conseguenti, che però non impedisce al bilancio tra aperture e chiusure di rimanere positivo: il saldo è di +19.855 unità, contro le +29.227 del secondo trimestre del 2019. Rallentano anche le cancellazioni, che registrano una discesa del 39,5%.
Il bilancio mantiene il segno + in tutte le Regioni d’Italia e a fare da traino sono Sud e Isole, che costituiscono il 45% del saldo nazionale grazie alle loro 8.905 imprese in più tra aprile e giugno. Nella classifica delle Regioni italiane che hanno visto una crescita più consistente del numero di imprese fa da apripista la Campania (+3.143), seguono Lazio (+2.386), Lombardia (+1.920) e Puglia (+1.859).
Dal punto di vista settoriale il contributo più importante lo fornisce la componente artigiana, che chiude il trimestre con un saldo attivo di 6.456 imprese e rappresenta il 32,5% del bilancio complessivo. Ma in generale sono tutti i comparti a registrare un andamento positivo, dal commercio (+6.291) alle costruzioni (+5.222) fino ai servizi di alloggio e ristorazione (+3.425). Galleggiano i servizi alle imprese con una crescita dell’1,4%, similmente ad attività professionali, scientifiche e tecniche (1,3%) e ad attività finanziare e assicurative (1,1%).
Capitolo forme giuridiche: delle quasi 20mila attività in più registrate nel secondo trimestre del 2020, il 65% è un’impresa individuale. Rallenta sensibilmente invece la crescita delle società di capitale, il cui tasso si attesta su uno 0,45% – meno della metà dell’1,03% registrato nel 2019. Segno negativo invece per le società di persone, che tra aprile e giugno vedono un calo dello 0,13% con -1.230 unità.