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Il Covid non è finito, e saranno dolori. Il promemoria di Giannuli al governo

Il Covid non è un incidente di percorso che ci si può mettere alle spalle per poi ricominciare come prima, avrà degli effetti permanenti e quelli peggiori, sull’economia mondiale (e quindi italiana) arriveranno nel 2021, con le prime avvisaglie a settembre-ottobre. È la nota a margine che fa il prof. Aldo Giannuli in una conversazione con Formiche.net che tocca gli effetti sugli equilibri della maggioranza del ritorno di Conte dal Consiglio europeo, che secondo lui saranno di pacificazione estiva: “Passeremo un agosto tranquillo – sostiene il professore – per poi tornare a ballare a settembre”.

Quattro giorni di trattativa, quattro giorni di protagonismo – dopo tutto il ruolo è questo – e un epilogo felice: Giuseppe Conte, lo dicono anche i sondaggi, accresce ancora il suo indice di fiducia tra gli italiani. Che effetto avrà secondo lei, questa ulteriore crescita di fiducia nelle forze di governo?

Passeremo un agosto un po’ più tranquillo rispetto al solito, non credo ci saranno particolari risse nella maggioranza, salvo poi a settembre fare i conti con una domanda: questi soldi come li spendiamo? Di Maio già ha fatto un’uscita che agli europei non piacerà tanto.

A cosa si riferisce?

Tagliamo le tasse. Sino a quando fai dei tagli mirati, come ad esempio alle imprese innovative o che fanno assunzioni, allora va bene, ma se invece dici che vuoi tagliare le tasse in generale, come ha detto Di Maio questa mattina su Repubblica, stai dicendo che vuoi usare questi soldi che ti hanno dato con una finalità diversa. Oppure si può fare un giochino di un altro tipo.

Ci dica…

Riduci le spese per ricerca scientifica, innovazione, dai fondi straordinari e li sposti sui 209 miliardi. Alla fine la somma forse è di poco superiore rispetto al passato, o magari addirittura inferiore, però in questo modo sgravi il bilancio ordinario di quelle voci e quindi puoi fare la riduzione delle tasse. Ora, sia chiaro, la riduzione delle tasse è una cosa di buon senso, però se non la vuoi fare con disavanzo oppure facendoti bacchettare dall’Europa, significa riduzione della spesa.

Questo significa, quindi, altri tagli alla spesa?

Esatto, e significa anche discutere di quale spesa tagliare. E lì si riprende con il solito charleston. So che stanno cercando anche di accelerare sulla riforma elettorale, ma non ho capito come si possa fare se non si sa ancora quanti saranno i parlamentari… Se non sai quanti deputati devi eleggere, come fai a definire i collegi? Sicuramente adesso si farà un po’ di manfrina per passare un agosto tranquillo e qualche mal di pancia inizierà il 25 agosto per poi trovarci a settembre punto e a capo.

Però oggi il segretario dem Zingaretti oggi ha detto, per la prima volta senza esitazioni, che servono i soldi del Mes. Tanto tranquillo non sembra…

Ma anche di questo si riparlerà a settembre, ora ci sarà qualche polemica residuale che si esaurirà con un “su dai, andiamo in vacanza”.

A voler pensare male, Di Maio su Repubblica, Zingaretti sul Mes. Non è che i leader della maggioranza cercano di ritagliarsi un po’ di spazio dopo l’attenzione dedicata a Conte con il Consiglio europeo di questi giorni?

Sì, sono le solite sceneggiate, però nel frattempo nessuno sta dicendo alcune evidenze che sono innegabili.

Quali?

Uno: il Covid non è finito, e il fatto che da noi i contagi sono pochi e magari non ci sarà una nuova ondata – speriamo – non significa niente. Il Covid è un fenomeno globale che ha riflessi sull’economia mondiale. Questo vuol dire che non sai come si presenterà la crisi economica. Secondo: il Covid non finisce con l’ultimo contagio, ma bisogna considerare che tra i guariti c’è chi ha i polmoni compromessi, ad esempio. Queste persone bisognerà curarle, e anche questi sono soldi.

Ce n’è un terzo?

Sì. La crisi che si aprirà di conseguenza ora non è ancora valutabile, ma tutto lascia pensare che sarà peggio del 2008 e sicuramente in termini di cifre assolute sarà peggio della crisi del ’29, per cui con questa prospettiva guardare alle cifre del Recovery è come pensare di curare il virus con un pannicello caldo.

Quanto messo in campo dall’Ue secondo lei non è sufficiente?

Hanno fatto uno stanziamento che corrisponde, probabilmente al 5% di quello che ci vorrebbe. Quando questo sarà evidente saranno dolori. Certo che se continuiamo ad avere 70mila casi negli Stati Uniti fino a ottobre c’è da preoccuparsi molto seriamente. Per ora si può andare avanti, però arriverà il conto finale. Il 2021 sarà un anno che ci ricorderemo ancora di più del 2020.

Lo stato d’emergenza in Italia scadrà il 31 luglio. Questa sera si deciderà sulla proroga. Pensa sia necessario farlo?

Tutto sta nel vedere su cosa si intende per stato d’emergenza e su quali misure preveda, ma tendenzialmente mi sembra molto probabile.

Abbiamo parlato di Zingaretti, ma che effetto ha sul Movimento 5 Stelle la figura forte di Conte? Potrebbe guidare, in futuro, la forza fondata da Beppe Grillo?

Conte, a mio giudizio, ha in testa o di fare il candidato comune di Pd e 5 Stelle come presidente del Consiglio o di essere candidato al Quirinale. Nel primo caso, però ha bisogno di domare Di Maio, perché non si può fare capo di M5S una persona che poi potrebbe fargli mancare l’appoggio. Ma di fare il capo di M5S io credo non gli importi nulla.

E allora?

E allora ci sarà lo scontro tra i due e gli Stati Generali del Movimento, che prima o poi dovranno fare, saranno una bolgia.

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