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Sisi ottiene l’ok per l’uso delle forze armate all’estero. Messaggio alla Turchia in Libia

Il parlamento egiziano ha approvato all’unanimità dei presenti l’autorizzazione al dispiegamento delle forze armate a difesa della sicurezza nazionale contro “milizie criminali e armate, e elementi terroristici stranieri”. Non si menziona la Libia nel testo con cui i legislatori danno carta bianca al presidente/generale Abdel Fattah al Sisi, ma è il contesto sottinteso. Una decisione destinata ad aumentare le tensioni con la Turchia. Ankara difende il governo onusiano Gna, mentre l’Egitto – che ha interessi geopolitici diretti sulla Cirenaica – ha sempre sostenuto le ambizioni del signore della guerra dell’Est, Khalifa Haftar.

La giornata egiziana era iniziata con una chiamata al Cairo da parte di Donald Trump, conversazione con cui il presidente americano aveva chiesto a Sisi di evitare qualsiasi decisione che potesse destabilizzare la regione. Accusa che l’Egitto rimbalza contro la Turchia, che invece recentemente ha seguito un maggiore allineamento con Washington. Il voto è arrivato più tardi – quando Trump aveva parlato telefonicamente anche col francese Emmanuel Macron, altro sostenitore informale di Haftar e accusatore della Turchia. Il parlamento egiziano ha preso la decisione dopo una doppia sollecitazione dalla Libia.

La scorsa settimana infatti, la camera HoR che si riunisce a Tobruk nei suoi membri haftariani aveva chiesto sostegno al Cairo per scacciare le truppe turche. Pochi giorni dopo, le tribù delle Cirenaica (realtà locali haftariane) avevano fatto visita al Cairo e chiesto protezione al presidente egiziano. Infine, domenica 19 luglio, il consiglio di Sicurezza nazionale si era riunito al Cairo per esaminare la situazione libica (e quella della diga Gerd) alla presenza di Sisi. Oggi, poco dopo il voto parlamentare, la presidenza egiziana, tuttavia, ha diffuso una nota sulla conversazione con Trump in cui si parla di un impegno preso dal generale per mantenere un cessate il fuoco in Libia. Le scorse settimane il Cairo aveva minacciato più volte l’azione militare in Libia. Molte di queste posizioni sono da considerare retorica propagandistica.

 

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