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Fontana d’inchieste. Giacalone contro l’inciviltà del processo eterno

lombardia

Il problema non sono le inchieste a orologeria, come la Lega lamenta, ma gli orologi rotti. Un’inchiesta penale è solo un’ipotesi, la presupposizione di un reato senza che ancora esista dimostrazione dell’esistenza prima e della responsabilità in capo agli indagati poi. In un Paese civile non solo si aspetta il processo, prima di gridare allo scandalo, ma nel caso la procura non sia in grado di dimostrare la colpevolezza degli imputati (che non tocca a loro dimostrare la loro innocenza) si dovrebbe anche fargliela pagare, per il danno economico ed esistenziale loro arrecato. Certo, in un Paese civile una forza politica non si fa strada sventolando il cappio nei confronti degli indagati. Vero, signori della Lega?

Ma non serve rivangare le origini, assai più utile stare ai giorni nostri. Quindi comincio con il dire che il presidente Fontana, per quel che mi riguarda e per quel che riguarda tutti quelli che non hanno dimenticato la civiltà del diritto, è da considerarsi un innocente. Fin quando una sentenza definitiva non dimostri il contrario. Al fine di evitare un’epidemia di generosità emulativa, comunque, avverto che ove vogliate fare regali consistenti, trasferendoli da conti all’estero o anche con scambi nazionali, ricordate di fare un atto di donazione, il che vale anche per futuri eredi in linea diretta, per i quali c’è una franchigia esentasse fino a un milione di euro, e a maggior ragione verso non eredi (il cognato non eredita), perché la vostra generosità ha rilevanza fiscale e perché senza un atto di donazione, e relativa chiarezza fiscale, quello scambio, anche ove non celi un reato, non è nella vostra totale libertà. Anche nel caso in cui i soldi vengano da un conto a vostra volta ereditato, che riposi in pace e scudata la fonte dell’eredità. Posto ciò: non tocca a me processare nessuno.

Qui, però, arriva il punto dolente. Perché è vero che una simile ipotesi, in capo a un amministratore pubblico, arreca comunque nocumento alla sua onorabilità e credibilità, ragion per cui ha tutto il diritto di chiedere d’essere velocemente giudicato o prosciolto. Il guaio è che la Lega si è, assai di recente, adoperata per evitarlo. Stando a quanto la Lega ha voluto, in questa legislatura, può capitare che il presidente Fontana sia rinviato a giudizio e assolto in primo e secondo grado, con pieno trionfo della sua proclamata innocenza, solo che, essendoci sentenza intermedia, benché assolutoria, questo cancella la prescrizione e, quindi, il presidente Fontana, grazie alla Lega, potrà divenire imputato a vita, senza che il procedimento si concluda mai.

Vero che la cancellazione della prescrizione, provvedimento d’impareggiabile inciviltà, fu una pretesa del Movimento 5 Stelle, ma non meno vero che, per starci assieme al governo, la Lega lo approvò con consenso determinante e mendace. Dissero, sapendo di mentire, che sarebbe entrato in vigore solo una volta sveltiti i processi. Falso, osservammo. Difatti è in vigore senza che si sia sveltito un accidente.

Quindi il problema non sono le inchieste a presunta orologeria, perché in un Paese civile, quello in cui non si specula sulle accuse in capo agli avversari, sarebbero solo chiacchiere da bar, il problema è l’inciviltà di scambiare l’accusa con il giudizio (vero giornalisti tifosi e saltabeccanti fra due orrori, ovvero il giustizialismo per gli avversari e l’innocentismo per i compagnucci?) e l’inciviltà di consegnare un cittadino, chiunque sia, al processo eterno.

Ripetutolo, non credo affatto che l’avere commesso inciviltà sia buona ragione per subire inciviltà. Mi limito a osservare che si è corresponsabili di quel che si lamenta.


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