Si torna gradualmente alla normalità, ma servirà ancora del tempo per praticare sport liberamente, come nei mesi precedenti l’emergenza sanitaria, o per partecipare dal vivo agli eventi sportivi. Su quest’ultimo tema è stato molto chiaro, di recente, il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina: “…manca ancora, a mio avviso, quel tassello fondamentale che sono i tifosi negli stadi. Spero che l’epidemia ci consenta, in tempi rapidi, di poter aprire gli stadi e vivere al meglio lo spettacolo. Dipende dagli scienziati, noi siamo pronti. E’ l’ultimo tassello. Vorrebbe dire che il nostro paese è uscito da questo momento particolarmente buio”.
Nel mondo del calcio le presenze allo stadio pesano per l’11% sui ricavi medi stagionali. Uno zoccolo duro di appassionati pronti a tornare sugli spalti e a rispettare le regole del distanziamento sociale pur di seguire la “squadra del cuore”. In totale le società di Serie A stanno rinunciando ad una torta economica pari a 285 milioni di euro. La media spettatori a partita del nostro campionato è di 24.106 unità, mentre la percentuale di riempimento è nell’ordine del 61%. La più bassa d’Europa nel confronto tra i cinque campionati top (Serie A, Premier League, Bundesliga, LaLiga e Ligue1).
Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS), delegato alla gestione dell’emergenza sanitaria, potrebbe trasformare questo limite oggettivo del nostro calcio (ovvero la scarsa presenza di pubblico) in una di opportunità. Il 39% dei posti infatti resta mediamente invenduto. Già in condizioni di normalità (pre Covid-19) mancano all’appello circa 4 spettatori su 10.
In molte piazze calcistiche si potrebbe arrivare a ripopolare gli spalti in condizioni di assoluta sicurezza, garantendo un graduale ritorno alla normalità anche nei ricavi da botteghino. Se poi si scende di categoria (o in altri sport) la percentuale di riempimento degli impianti sportivi è ancora più bassa.
Anche non volendo considerare queste riflessioni, che poggiano però su dati statistici inconfutabili, ci sarebbe lo spazio fisico, oltre che di manovra, per riaprire almeno le aree ospitalità degli stadi, valorizzando i benefit concessi, all’interno delle aree vip, agli ospiti degli sponsor.
In attesa di rivedere il pubblico allo stadio, le società di calcio possono sfruttare la tecnologia applicata alla pubblicità virtuale, così come le opportunità abbinate al settore dell’ospitalità.
“I fan sono i clienti paganti del presente oltre che del futuro, ecco perchè le squadre di calcio sono tenute a programmare e progettare nuove iniziative di comunicazione e marketing” ha spiegato Alessandro Giacomini (managing director di Infront Italy). “Coinvolgerli è strategico, oltre che vitale, per sviluppare sinergie con le aziende sponsor. Quando si parla di sport, alla base di tutto vi è il coinvolgimento emotivo…Quando torneremo alla normalità, allungando i tempi di permanenza dei supporter allo stadio, per gli sponsor, sarà possibile costruire azioni molto più solide di marketing relazionale. In questo modo, inoltre, si andrà oltre la visibilità raggiunta attraverso gli spazi pubblicitari bordocampo o l’esposizione tv in occasione delle partite. In sintesi: la partecipazione dei fan negli stadi è un acceleratore di ricavi per i club”.
Su questi aspetti si dovrà concentrare l’attenzione delle divisioni commerciali dei club di Serie A, che, già a partire dalla prossima stagione, dovranno presentarsi sul mercato con un orientamento marketing ancora più deciso e distintivo.