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Perché Putin ringrazia Macron per il progetto Iter

“Vorrei ringraziare sinceramente tutti coloro che hanno lavorato per molti anni al progetto Iter. Un ringraziamento speciale va al presidente francese Emmanuel Macron come presidente del paese ospitante del progetto, che fornisce il sito per il reattore e un aiuto inestimabile nella sua costruzione”. Ha esordito così Alexej Likhachev, direttore generale della russa Rosatom, azienda statale dell’energia atomica: leggendo un messaggio del presidente Vladimir Putin che esprimeva gratitudine all’omologo francese. Likhachev parlava in videoconferenza (causa Covid) alla cerimonia l’inizio dei lavori di assemblaggio e installazione delle apparecchiature del reattore Iter. La sigla è l’acronimo di International Thermonuclear Experimental Reactor, reattore termonucleare sperimentale internazionale. Il progetto per un nucleare innovativo è stato avviato nel 2007 e a sede a Cadarache, nel Sud della Francia; l’obiettivo è simulare il sole, produrre energia inducendo la fusione nucleare tra atomi di idrogeno. Il consorzio internazionale che lo porta avanti è composto da Unione europea, Russia, Cina, Giappone, Stati Uniti d’America, India, Corea del Sud.

La dichiarazione di Putin non è però soltanto un ringraziamento formale all’ospite francese. Con una lettura più maliziosa l’uscita si può inquadrare su un piano più geo strategico. La Francia, seppure con distinzioni interne tra governo ed Eliseo, da tempo pensa a un riavvicinamento alla Russia. Macron ha più volte espresso la necessità di ristringere i rapporti con Mosca, pur mantenendo una posizione severe su comportamenti, attività e interferenze negative delle quali il Cremlino è responsabile. Putin da parte sua sfrutta queste aperture come un chiavistello per crearsi spazi nell’allineamento Ue-Nato-Usa.

 

 

 



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