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L’asse Di Battista-Conte (che non ti aspetti). Calise spiega il gioco delle parti nel M5S

C’è un asse, quello governista che spinge per l’alleanza tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico alle elezioni regionali, ma non è una notizia. La notizia è che ad allinearsi su questo asse, e a sostenere quindi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è Alessandro Di Battista, dopo settimane in cui l’ex parlamentare e big del Movimento aveva scosso la tenuta interna del suo stesso partito, con esternazioni che avrebbero potuto mettere a rischio anche il governo. E lo scrive nero su bianco, Di Battista, sul terzo post su Facebook (consecutivo) della settimana: cosa deve fare il Movimento? “Sostenere Conte”, ed è questa la principale novità secondo il politologo Mauro Calise, raggiunto telefonicamente da Formiche.net per una conversazione su quello che chiama “gioco della parti” all’interno della forza politica fondata da Beppe Grillo. “La partita si gioca principalmente in Liguria e Puglia”, spiega il docente di Scienza Politica all’Università Federico II di Napoli, e se dovesse andare a buon fine questo asse istituzionale porterebbe a casa un gran risultato. Risultato che metterebbe in tasca Conte, e non di Maio.

Professore, Alessandro Di Battista ha pubblicato oggi un post su Facebook, il terzo in tre giorni, in cui plaude alla decisione del governo su Autostrade – da una parte – e inoltre chiude il post dicendo chiaramente: bisogna sostenere Conte. Che messaggio manda questo sostegno totale a Conte e a chi?

Immagino a di Maio, visto che proprio lui sta in rotta di collisione con i vertici grillini, ma fa parte del gioco delle parti tra governisti e movimentisti. Oggi si parla di uno scontro tra Crimi e Di Maio sulle elezioni in Liguria, e vedremo come andrà a finire, ma il problema è che c’è un asse più filo governativo e la notizia è che Alessandro Di Battista sembra posizionarsi su Conte e lungo questo asse filogovernativo, diversamente dal passato.

Il laboratorio dell’alleanza Pd-M5S sbarca in Liguria, alle regionali. Il candidato unitario sarà Ferruccio Sansa, come ha confermato il reggente Vito Crimi, che però è dovuto intervenire dopo la confusione creata da un retroscena secondo cui Di Maio e Grillo non volevano il suo nome. Vittoria di Conte su Grillo e Di Maio?

Così sembrerebbe. Naturalmente sono tutte notizie in evoluzione e bisogna vedere cosa succederà. Questo, credo, fa parte della fase un po’ disordinata del Movimento, inevitabile in questo momento.

Perché?

Loro si trovano in una fase in cui non hanno una struttura, chiamiamola così, di partito, formalizzata con una sua regolarità, quindi inevitabilmente hanno leader in ordine sparso: Grillo che conserva il suo carisma, Di Maio che sta cercando di mantenere il proprio spazio e lo fa su piani trasversali, Conte che un giorno pensa di diventare il capo dei 5 Stelle e un altro di farsi il suo partito cercando allo stesso tempo di, e giustamente, cercando di rimanere in sella per i prossimi due anni. È una situazione inevitabilmente confusa. Questa alleanza in Liguria, invece, potrebbe essere una notizia.

Che effetti avrebbe?

Potrebbe darsi veramente che, se strappano una regione al centrodestra, non sarebbe male. La partita si gioca fondamentalmente in Liguria e in Puglia. Il vero problema è che c’è una spinta per consolidare l’asse tra Pd e 5 Stelle e chi sta più scomodo in questa partita è Di Maio, perché questo asse governista non lo governa Di Maio, lo governa Conte.

Non se ne parla più, ma è stato annunciato, per l’autunno, il fatidico congresso del Movimento 5 Stelle. Conte potrebbe candidarsi?

Credo di no, e le dico di più, credo che non faranno proprio il congresso, lo rimanderanno ancora. Il problema non è il congresso, ma come costruire una struttura di partito che non sia solo Rousseau, se no è complicato.

In questa alleanza Pd-M5S, chi vince? Il Partito democratico o il Movimento 5 Stelle?

A vincere è il governo, che sta tenendo bene. Nessuna delle due forze politiche si può dire stia traendo grande vantaggio, perché gli elettorati non si amano, stanno imparando a sopportarsi, diciamo così, ma non ci sarà un exploit né da una parte né dall’altra. Però se questo governo va avanti per un altro anno o per due, elegge il presidente della Repubblica non c’è male come risultato. Di questi tempi così volatili già il fatto che non sono scesi molto – perlomeno negli ultimi mesi – e che stiano governando sembra quasi miracoloso. Non bisogna aspettarsi troppo dalla politica in questo periodo…

Lo dice con un po’ di rammarico…

No, no (ride, ndr), lo dico con il realismo di chi analizza queste cose. La politica oggi è talmente volatile che bisogna essere come Angela Merkel per riuscire a non perdere la dimensione di dove si è, ma siamo in una dimensione iperuranica, oppure avere un sistema istituzionale come quello di Macron che per 5 anni non smuove nessuno. Sapendo questo, penso che sia un miracolo quello che sta riuscendo a fare questo governo.



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