È sufficiente avere tanti amici nel Pd (copyright Ferruccio Sansa) per dare aria ad un progetto politico di medio-lungo periodo che, per essere tale, necessita di costrutto e visione? Sansa candidato unitario in Liguria (feudo di Grillo) è il laboratorio del nuovo centrosinistra che verrà o solo l’exit strategy per non perdere tutte le regioni a vantaggio del destracentro? E come si srotola il sottile filo che lega Genova a Bari, sia per i destini del centrosinistra che delle opposizioni?
LABORATORIO LIGURIA
La mossa del governo su Autostrade è legata a doppia mandata anche al raggio di azione (politico e ideale) della maggioranza che attende le elezioni regionali per fare un pit stop decisivo e capire davvero i propri margini di sopravvivenza oltre il Covid. Dopo i mugugni notturni sul CdM fiume dedicato ad Autostrade, si registra il primo vero punto segnato nella direzione unitaria Pd-M5S dopo mesi di analisi e polemiche.
Il reggente del M5S, Vito Crimi, sente Sansa e conferma il sostegno del Movimento, poche ore dopo i folti sopraccigli alzati dalla frangia che fa capo a Luigi Di Maio, ma non è certo che la frattura sia definitivamente ricomposta. Sullo sfondo i giochi di potere relativi al ruolo di leader del Movimento, alle aspirazioni interne ed esterne di Conte e Di Maio, ai pizzini inviati periodicamente da Grillo che resta il principale tifoso di un’alleanza strutturata con i dem.
Un passo che sembra inevitabile visto lo scenario che investe la Liguria, con notevolissime difficoltà post Covid come le criticità relative al porto di Genova (che hanno fatto commentare ai vertici Cosco: “Caos mai visto”) che si sommano a quelle successive al crollo del ponte Morandi e a quelle di due dossier complessi e dall’alto carico occupazionale come Piaggio Aerospace e Arcelor Mittal.
La congiuntura territoriale, quindi, appare alquanto difficile: ragion per cui Pd e M5S sembrano destinate a dover trovare la quadra. Sul fronte opposto il governatore uscente, Giovanni Toti ,al momento è dato in vantaggio di sette punti sul collega del Fatto, resta capace di fare densa sintesi tra le singole componenti del destracentro.
MENTRE IN PUGLIA…
Genova non è sola in questa corsa alla ricerca del cavallo vincente anche in ottica nazionale, perché il tutto investe agli antipodi dello stivale l’altra posta in palio: quella Puglia da sempre centro nevralgico di nuove alchimie (dove il sindaco destrorso di un comune salentino Pippi Mellone appoggia Michele Emiliano mentre i socialisti del Psi sosterranno Fitto) che dirà qualcosa in più rispetto allo schema nazionale.
Se Sansa presentando la sua proposta ripone nel dimenticatoio il retroterra di rapporti con la classe dirigente dem, più volte attaccata, in Puglia Emiliano già incarna la summa dei consensi piddini e grillini. In questo senso la candidatura del renziano Ivan Scalfarotto, oltre che al fatto che il M5S presenta due candidati, una ufficiale (Antonella Laricchia) ed uno epurato un attimo prima dalle liste (Mario Conca), è un elemento destabilizzante nel centrosinistra e a tutto vantaggio di Fitto, candidato di Fratelli d’Italia ma con un elettorato sistemico di centro e dopo anche di destra.
I quattro candidati nell’area di centrosinistra saranno un inciampo per la coalizione o rappresenteranno al contrario la clava per fermare la corsa di Fitto?
DESTRACENTRO
L’ex ministro degli affari regionali ha dalla sua un jolly da giocare, ovvero i due dossier su cui Emiliano potrebbe andare in difficoltà: la Xylella che in cinque anni è avanzata di oltre 100 chilometri arrivando alle porte di Bari e il ciclo dei rifiuti con zero impianti realizzati, e con l’esportazione onerorissima dei rifiuti pugliesi.
Inoltre, a dispetto delle voci che hanno molto ricamato sul suo carattere spinoso, alla vigilia del tour elettorale in Puglia di Matteo Salvini, Fitto dalle colonne di Repubblica ha messo l’accento su un elemento per così dire oggettivamente unitario, figlio della cultura Dc nella quale è cresciuto: “A me i nervi non saltano mai e sono così figlio di questa terra che me la sento addosso. Ciò che è avvenuto prima riguarda una normalissima dialettica fra leader nazionali, sono grato innanzitutto a Giorgia dal primo momento; a Silvio Berlusconi con il quale, mi fa piacere aver ripreso un rapporto oltre che politico anche personale, e a Matteo Salvini che con il suo convinto sostegno sarà decisivo per la vittoria”.
Intanto in Puglia è scoppiato il caso relativo alle assunzioni annunciate dall’Agenzia regionale per il Lavoro, alla cui guida c’è l’ex deputato (forzista e poi alfaniano) Massimo Cassano. Le opposizioni attaccano, troppo vicine le elezioni regionali per non insospettirsi. La denuncia è del Gruppo consiliare di Fratelli di Italia alla Regione Puglia secondo cui è assurdo che a capo dell’ agenzia vi sia il rappresentante di un partito politico come Massimo Cassano.
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