L’abbandono del danaro contante (carta o moneta) è un passaggio naturale nell’evoluzione degli scambi economici. Già bancomat e carte di credito sono obsolete. La tecnologia è andata oltre, lo dimostrano i comportamenti delle nuove generazioni che si servono di applicazioni che hanno sostanzialmente scardinato l’intermediazione fisica delle istituzioni bancarie.
Tuttavia, il contante è ancora tra di noi e ci resterà per non poco tempo. Possiamo facilitare il passaggio al digitale ma non dobbiamo forzare l’abbandono del contante. Con il digitale si efficientano i processi organizzativi e si migliorano i servizi, ma non si tutelano necessariamente le libertà di tutti. Si può incentivare la migrazione digitale, favorire l’innovazione, ma si devono considerare le esigenze di chi è, per svariate ragioni, restio al digitale.
Siamo un Paese conservatore e siamo restii al cambiamento. L’anagrafe della popolazione non può essere la scusa. La causa sono la sua cultura timorosa delle novità e pigra rispetto alle trasformazioni sociali ed organizzative. Incentivare il digitale con bonus e sconti fiscali può essere la migliore soluzione per favorire la transizione e premiare chi promuove il cambiamento. Ma…bonus ed incentivi rischiano di complicare ulteriormente il già incomprensibile sistema fiscale.
La trasformazione digitale dei sistemi di pagamento va governata. La rapidità dello sviluppo tecnologico rischia di sfasciare un mercato poco dinamico come il nostro. Le banche tradizionali spariranno a breve, la loro uscita va gestita per creare nuovi posti di lavoro. La globalizzazione della moneta digitale ci garantisce servizi migliori ma rischia di spostare i capitali al di fuori dei confini nazionali, indebolendo Italia ed Europa a vantaggio di Cina e Usa.
La moneta digitale assicura la tracciabilità ma rischia di invadere la sfera privata dei comportamenti, con implicazioni anche geopolitiche. Le ricerche sono discordanti. La digitalizzazione del denaro riduce il nero, ma quello delle piccole somme. I grandi capitali eludono il fisco e continueranno a farlo anche con i vantaggi dei servizi del digitale. Lo stesso per gli affari illegali: si sono già spostati nel dark web.
La strada da percorrere è certamente questa, ma va fatta senza dimenticare che siamo un paese lento, con una sua cultura. Il cambiamento non va fermato, ma governato. Il contante sparirà nel medio periodo. Nel contesto attuale di pandemia e di conseguente crisi socio-economica, limitarne la circolazione è azzardato (non a caso oggi l’Ue è contraria). Se il governo si è impegnato a favorire i consumi, scoraggiare il contante può essere controproducente.