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Deterrenza nel Pacifico. Gli Usa mostrano bandiera nel Mar Cinese

Il Mar Cinese è il “Mediterraneo asiatico” (definizione presa in prestito da Limes), ma meglio ancora è il mare che Pechino considera come “bacino di carenaggio” per le sue ambizioni da potenza globale. A ben guardare nel Mar Cinese ci sono tutti gli elementi geopolitici per farlo essere strategico: gli stretti, misura talassocratica; i giacimenti energetici; le contese e le rivendicazioni territoriali; le rotte commerciali indo-pacifiche. Controllarlo per l’Impero Celeste è questione vitale: una potenza che anela il dominio globale non può permettersi problemi nella piscina in giardino. Ma la Cina, dalla dimensione continentale, è potenza tradizionalmente terrestre, e la sfida marittima presenta complicazioni e novità. Soprattutto se a contendersi la posta c’è una forza con capacità navali consolidate. Gli Stati Uniti hanno individuato nel Mar Cinese l’ambito esiziale del contenimento cinese. Con effetto allargato, che arriva fino alla Greater Bay Area (progetto strategico del Partito-Stato dietro alla forte volontà di controllare Hong Kong) e a Taiwan.

Washington è forte delle capacità e della rete di alleanze costruite nell’area. La Cina ha provato a corteggiare quegli Stati inevitabilmente irretiti nella catena del valore di Pechino, ma spaventati dal modello autoritario che il Partito offre — e su questo, libertà democratiche contro controllo assoluto, ruota parte della narrativa funzionale americana nel bacino geopolitico. Indonesia, Filippine, Malaysia e Vietnam nella porzione orientale del bacino, il Giappone in quella meridionale, non sono semplicemente Paesi collegati agli Stati Uniti da alleanze e relazioni. Piuttosto vedono nei rapporti con Washington l’unico elemento in grado di limitare le tendenze espansionistiche del Dragone, azioni che corrispondono inevitabilmente a un’erosione di libertà e sovranità per gli altri attori regionali. In questi giorni, mentre la marina cinese si esercita attorno agli isolotti contesi della Paracels, due portaerei americane muovono nel Mar Cinese (al largo delle Filippine): “Uno show of force necessario, che servirà ad aiutare la Cina ad evitare errori di calcolo”, commenta Matthew Kroenig, direttore dello Scowcroft Center dell’Atlantic Council. “Sostenere una regione indo-pacifica libera e aperta”, così, nel giorno dell’Indipendenza, il Pentagono spiega lo schieramento.

(Foto: Facebook, USS Ronald Reagan, profilo ufficiale)


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