Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Dalla cattiva burocrazia ad una vera riforma della Pa. Un’infelice posizione in classifica

Non è certo un caso che nell’ambito del New Generation.ue una delle prime riforme che l’Unione europea chiede all’Italia sia quella della Pubblica amministrazione.

È infatti di questi giorni, proprio in contemporanea con il decreto semplificazione, la presentazione di una ricerca dell’ufficio studi Confcommercio sulla qualità della burocrazia e sull’impatto della crescita del Paese, che si avvale di una comparazione internazionale.

Questa si basa sul Quality Of Government Index dell’università di Goteborg, un indicatore che analizza tre aspetti: il livello di corruzione, le caratteristiche della legislazione e l’osservanza della legge e la qualità della burocrazia in senso stretto. Ebbene, nella graduatoria che ne risulta, l’Italia scivola dalla ventesima posizione nel 2000 alla 33esima nel 2018 riguardo alla qualità della Pubblica amministrazione, collocandosi in terzultima posizione fra i 36 Paesi dell’Ocse.

Secondo l’analisi Confcommercio, le inefficienze e la scarsa qualità dei servizi erogati dalla nostra Pa pesano sulla crescita italiana con una perdita di circa 70 miliardi di euro, frenando la produttività delle imprese e ostacolandone la crescita.

Né a questo punto possono essere sufficienti i nuovi strumenti di digitalizzazione introdotti dal decreto semplificazione o nuove normative a tutela dei dirigenti come quella sull’abuso di ufficio. La nostra amministrazione ha bisogno di una vera e propria rivoluzione copernicana che ponga al centro di tutte le amministrazioni e i servizi pubblici il cittadino e l’impresa, un po’ come avvenne a suo tempo negli Usa con il Reinventing Government varato con successo da Bill Clinton e Al Gore, non a caso sulla base dello slogan Put People First (il cittadino al primo posto) e con il sotto titolo “come avere un’amministrazione che costi meno e funzioni meglio”.

Non c’è qui lo spazio per indicare i vari necessari ambiti di intervento, ma cruciale è una nuova responsabilizzazione dei dirigenti, abolendo finalmente il “sistema delle spoglie all’italiana”, che prevede che la nomina e le carriere dei dirigenti dipendano dai ministri di settore. Per converso le amministrazioni che sin qui hanno dato migliore prova sono il corpo prefettizio e la carriera diplomatica che infatti dal sistema delle spoglie sono esenti. Parallelamente vanno introdotti criteri di valutazione meritocratica e sistemi di management by objective per accoppiare alla responsabilizzazione nuove forme di efficienza-efficacia dell’attività della dirigenza pubblica.

In ogni caso chi credesse di avere quasi risolto il problema della nostra Pubblica amministrazione con le poche norme introdotte nel decreto semplificazione commetterebbe un grave errore perché c’è bisogno di una vera e profonda riforma ordinamentale e di sistema che liberi finalmente le tante energie sin qui compresse, anche positive, che ci sono nelle amministrazioni italiane e aiuti la nostra Pa a risalire l’ingloriosa posizione assunta nella classifica Ocse.

×

Iscriviti alla newsletter