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Rousseau è (ancora) centrale nel mondo a cinque stelle. Enrica Sabatini spiega perché

L’affermata minore centralità della piattaforma Rousseau all’interno del mondo a Cinque Stelle? “Mi fa sorridere questa percezione. Gli iscritti sono in crescita, attualmente sono 175.000. E poi ricordo che ad esempio, il 3 settembre scorso, sono stati chiamati a esprimersi su una decisione fondamentale come quella di far nascere il governo con il Partito democratico. Altroché minore centralità”. I malumori, raccontati dai giornali, di una parte dei gruppi parlamentari verso l’Associazione? “Leggo spesso di queste dichiarazioni di parlamentari fantasma. La maggior parte delle volte in cui vengono evidenziati malumori non c’è mai un nome accanto, si parla sempre di qualcuno che si sarebbe lamentato. La verità è che c’è grandissima collaborazione”. Nel giorno di avvio del Villaggio Rousseau – la due giorni organizzata dall’Associazione guidata da Davide Casaleggio in modalità virtuale per valorizzare la partecipazione dei cittadini e avanzare nuove proposte su una pluralità di temi, dal lavoro all’Europa – Formiche.net ha intervistato Enrica Sabatini, socia e responsabile ricerca e sviluppo di Rousseau, che ha coordinato l’organizzazione della manifestazione. Un evento – quest’anno intitolato “Le olimpiadi delle idee” – da 32 sessioni, 126 speaker e 250 ore cui parteciperanno, in pratica, tutti i big del movimento – dai ministri, a partire da Luigi Di Maio, al capo politico Vito Crimi fino ad Alessandro Di Battista – ad eccezione di Beppe Grillo che, per la verità, a questa iniziativa non ha preso parte neppure durante le scorse edizioni. E di Giuseppe Conte che, come noto, non si è (ancora) iscritto al movimento. “Sono previste dodici aree dedicate ad altrettanti temi specifici dell’emergenza post Covid-19: ci aspettiamo un confronto approfondito tra iscritti, cittadini, esperti, esponenti di governo, parlamentari e consiglieri comunali e regionali”, ha affermato Sabatini. Che poi ha aggiunto: “L’obiettivo è elaborare cinque azioni concrete per ciascuna delle dodici aree tematiche per arrivare alla stesura di un manifesto con 60 proposte complessive”.

L’ambizione è presentare idee che possano essere direttamente applicate dal governo?

Anche, certamente. Questo villaggio si intitola “Le olimpiadi delle idee” proprio perché i contenuti prodotti dalla comunità dei partecipanti – i relatori, gli iscritti, i cittadini – possano alimentare a tutti i livelli istituzionali il dibattito e disegnare anche possibili traiettorie future.

Il Movimento 5 Stelle è alla ricerca di una nuova misura bandiera dopo il reddito di cittadinanza?

Il movimento è sempre impegnato nell’elaborazione di idee che possano apportare un miglioramento, è normale che di fronte a una responsabilità così importante, come quella di governo, si tenda ad avviare nuove prospettive.

Lei hai curato l’organizzazione del Villaggio Rousseau ma è anche la responsabile ricerca e sviluppo dell’associazione. Su quali temi state lavorando in particolare in questa fase?

Sono già usciti su Rousseau alcuni temi interessanti che sono stati chiamati Idee ribelli cui è stato dedicato uno spazio guidato proprio da Davide Casaleggio. Le prime sono state già pubblicate sul Blog delle Stelle e saranno protagoniste del Villaggio Rousseau.

Tra queste idee ce n’è una in particolare che le è piaciuta?

Personalmente quella sull’identità digitale promossa da Davide, perché rappresenta l’esigenza di trasformazione digitale che abbiamo nel nostro Paese, a maggior ragione dopo la pandemia e il lockdown degli ultimi mesi.

La democrazia diretta, a suo avviso, rimane l’obiettivo a cui tendere oppure questi anni al governo hanno dimostrato che in fondo rappresenta un’utopia irrealizzabile?

Assolutamente no, sono convinta del contrario. Intanto perché grazie alla democrazia diretta il movimento è riuscito in pochissimo tempo a diventare una forza di governo. E poi perché anche questo Villaggio dimostra che i cittadini vogliono dare direttamente il loro contributo e impegnarsi per migliorare le cose in modo innovativo. Sono ancora più sicura che sia questa la strada che dobbiamo percorrere.

Questo appuntamento rappresenta in un certo senso la prova generale prima degli Stati Generali da cui scaturirà la nuova organizzazione del movimento? Si dice dovrebbero svolgersi tra ottobre e novembre

Questo evento rappresenta il Villaggio Rousseau, che organizziamo ogni anno. Il Movimento 5 Stelle, peraltro, la sua organizzazione già ce l’ha da gennaio ed è operativa. Anzi, il team del futuro è stato proprio lo strumento che ci ha consentito di svolgere questa iniziativa.

La classe politica pentastellata sarà presente in forze con gli esponenti di governi, i sindaci, i consiglieri comunali e regionali, molti deputati e senatori. Sulla stampa, però, si continua a parlare di malumori dei gruppi parlamentari verso Rousseau. E’ qualcosa che anche lei ravvisa?

Leggo spesso di queste dichiarazioni di parlamentari fantasma. La maggior parte delle volte in cui vengono evidenziati malumori non c’è mai un nome accanto, si parla sempre di qualcuno che si sarebbe lamentato. Nella realtà dei fatti, invece, la partecipazione è stata altissima. Nella mia esperienza quotidiana lavoro assiduamente con parlamentari, consiglieri comunali e regionali. Moltissimi referenti di Rousseau, peraltro, sono deputati e senatori. Penso che, al contrario, vedano in Rousseau uno strumento molto utile, che gli consente di lavorare e confrontarsi con gli iscritti. La verità è che c’è grandissima collaborazione.

Si dice che Rousseau abbia ormai meno peso all’interno del mondo a cinque stelle. Che ne pensa?

Dal punto di vista dei numeri Rousseau è in crescita. Negli ultimi mesi gli iscritti sono aumentati di oltre 61.000 persone: attualmente siamo a quota 175.000. Mi fa sorridere questa percezione. C’è però anche chi ha scritto che, al contrario, Rousseau sarebbe troppo protagonista. Io credo che la verità sia nel mezzo. E a prescindere da tutto, l’importante è che la piattaforma abbia un ruolo utile a servizio degli iscritti e degli eletti.

Auspica che si possa tornare a interpellare gli iscritti anche in vista delle prossime decisioni importanti che attendono il governo e il movimento? Ad esempio sul tema dell’alleanza strutturale con il Partito democratico

Rousseau è uno strumento, niente di più, che continua ad avere un ruolo per le decisioni più importanti. Ce ne siamo avvalsi prima di dare il via al secondo governo guidato da Giuseppe Conte. Gli iscritti sono importantissimi come dimostra il fatto che una decisione così delicata e rilevante sia stata affidata a loro. Affermare che non siano centrali, in questo contesto, mi pare surreale.

E per le alleanze?

Il voto è la conclusione di un percorso di formazione, informazione e partecipazione ed è ciò su cui lavoro ogni giorno. A me interessa tutto il percorso che prepara la decisione consapevole del cittadino. Il nostro obiettivo è quello.

Alessandro Di Battista sarà l’unico dei big che interverrà nella sessione conclusiva della manifestazione, domenica alle 17, insieme a Davide Casaleggio. Vuol dire che esiste davvero quel rapporto privilegiato descritto dai media?

Alessandro sarà presente nello spazio delle idee ribelli insieme a Casaleggio, alla sottoscritta e ad altri relatori tra cui il senatore Emiliano Fenu, il deputato Michele Gubitosa e il consigliere regionale della Sicilia Giampiero Trizzino. Di Battista parteciperà in quello spazio perché ha presentato “un’idea ribelle”, quella del servizio ambientale. È questa la ragione della sua presenza in quel panel.

Quindi non perché sia, in qualche modo, il pupillo di Casaleggio?

Non direi. Anche gli altri volti storici del movimento avranno uno spazio molto importante. Penso a Luigi Di Maio e agli altri ministri che parteciperanno nello spazio di governo sottoponendosi alle domande dei partecipanti secondo la formula Ask me anything cui si prestò pure Barack Obama in occasione delle elezioni presidenziali del 2012. I cittadini avranno la possibilità di rivolgersi direttamente ai ministri per rivolgergli domande, considerazioni, proposte. Credo che non sia poco, soprattutto in questa fase di distanziamento fisico.

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