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Londra accusa Mosca. Così interferì nel voto del 2019

Oggi il governo britannico ha dichiarato che “attori russi” hanno “quasi sicuramente” cercato di interferire nelle elezioni generali tenutesi nel Regno Unito nel dicembre dell’anno scorso diffondendo documenti sui negoziati commerciali tra Londra e Washington ottenuti illegalmente. L’ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri di Londra, Dominic Raab “aggiornando il Parlamento sulle indagini in corso sulla diffusione dei documenti dell’Accordo di libero scambio tra Regno Unito e Stati Uniti prima delle elezioni generali del 2019”. Il presidente del comitato di Intelligence e sicurezza è stato informato dei dettagli di questo episodio, ha spiegato il capo della diplomazia britannica.

“Sulla base di analisi approfondite, il governo ha concluso che è quasi certo che attori russi abbiano cercato di interferire nelle elezioni generali del 2019 attraverso l’amplificazione online di documenti governativi acquisiti e divulgati illegalmente”, si legge nella dichiarazione trasmessa alla Camera dei Comuni così come a quella dei Lord. “I documenti sensibili del governo relativi all’Accordo di libero scambio tra Regno Unito e Stati Uniti sono stati acquisiti illecitamente prima delle elezioni generali del 2019 e diffusi online tramite la piattaforma di social media Reddit. Visto che non avevano guadagnato alcuna popolarità, furono fatti ulteriori tentativi per promuovere online il materiale acquisito illecitamente in vista delle elezioni generali”.

NESSUN EVIDENZA MA…

“Sebbene non vi siano prove di una vasta campagna russa contro le elezioni generali, qualsiasi tentativo di interferire nei nostri processi democratici è assolutamente inaccettabile. È e sarà sempre una priorità assoluta per proteggere la nostra democrazia e le nostre elezioni”, ha aggiunto il ministro Raab spiegando che “sono in corso indagini penali”. Ma il riferimento alla Russia arriva poche righe dopo, quando il capo del Foreign Office dichiara il sostegno britannico alle “recenti azioni intraprese dai partner tedeschi, che hanno esposto la responsabilità russa per l’hackeraggio del loro Parlamento nel 2015, nonché la loro intenzione di agire contro i responsabili nell’ambito del regime delle sanzioni informatiche”. “Il governo britannico ha istituito uno strumento legale con il regime di sanzioni informatiche il 17 giugno”, ha concluso il ministro spiegando che il governo “si riserva il diritto di rispondere in maniera appropriata in futuro”.

Come ricorda Repubblica, le analisi del Digital Forensic Research Lab (DFRLab) del think tank Atlantic Council hanno rivelato come il file dei negoziati era stato originariamente postato sul social network Reddit da un utente di nome “Gregoratior”, che poi ha provato a diffonderle anche su Twitter e altri social media. “Non c’è dubbio che questo leak sia nato in Russia”, aveva spiegato Ben Nimmo, esperto informatico britannico del DFRLab, specificando che “non è mai facile capire quanto questi hacker siano legati al Cremlino”. Ma in questo caso, alcuni errori grammaticali (tipici, hanno spiegato Nimmo e una serie di importanti studi delle università di Cambridge e Oxford, di un russo che parla inglese) sembrano confermare la pista russa.

IL RUOLO DI CORBYN

Nella dichiarazione del ministro Raab c’è spazio anche per un passaggio dal significato politico: “Visto che non avevano guadagnato alcuna popolarità, furono fatti ulteriori tentativi per promuovere online il materiale acquisito illecitamente in vista delle elezioni generali”. Per metterla con le parole di Repubblica, “inizialmente, e per settimane, nessuno ci ha fatto caso. Poi, in qualche modo, ha colto l’attenzione del Labour di Jeremy Corbyn, che ha messo le mani sui documenti”: 451 pagine su cui l’ex leader laburista basò l’accusa al governo del premier Boris Johnson (che aveva smentito) di voler svendere il servizio sanitario nazionale britannico (Nhs) agli Stati Uniti. Fu un vero e proprio tormentone della campagna elettorale di Corbyn. Il ministro Raab non cita l’episodio ma quel passaggio non sembra affatto causale.

Oggi il Labour sta cercando di lasciarsi alle spalle l’esperienza dell’ex leader radicale. Così, un portavoce ha risposto alla dichiarazione del governo spiegando che il partito “condanna qualsiasi tentativo da parte della Russia, o di qualsiasi potenza straniera, di interferire nei processi democratici del nostro Paese. Il Labour è pronto a lavorare con gli altri partiti per proteggere la sicurezza della nostra nazione”. Nessuna citazione né difesa di Corbyn (che allora definì “assurdità” la Russian connection dei quei documenti ma che aveva tra i punti del suo manifesto elettorale una de-escalati0n Nato nei confronti di Mosca). Ma la dichiarazione si chiude con un affondo al premier Johnson: “Tra questi (gli sforzi per proteggere la sicurezza nazionale, ndr) la nostra risposta alla tanto attesa relazione del comitato Intelligence e sicurezza (sulla Russia, ndr)”.

GLI ALTRI DOSSIER “RUSSI”

Giornata intesa sull’asse Londra-Mosca. Oltre alla dichiarazione del ministro Raab, vanno registrati due episodi. Il primo è quello a cui si riferisce il portavoce laburista: l’annuncio con cui questa mattina il comitato Intelligence e sicurezza (presieduto da Julian Lewis, che ha beffato un fedelissimo del premier) ha annucniato la prossima pubblicazione del rapporto sulle interferenze russe nel referendum del 2016 e nelle elezioni generali dell’anno successivo — un dossier in cui compaiono anche i nomi del premier Johnson e del suo superconsigliere Dominic Cummings, come raccontato oggi da Formiche.net. Rispondendo ai cronisti, un portavoce di Downing Street ha definito un’“assurdità” l’idea che il governo stia cercando, attraverso le accuse comunicate dal ministro Raab, di distogliere l’attenzione dall’imminente (e potenzialmente imbarazzante per l’esecutivo) pubblicazione del rapporto sulla Russia.

Il secondo: il National Cyber Security Centre ha accusato la Russia di aver cercato di carpire i segreti delle ricerche occidentali sul vaccino contro il coronavirus. I servizi d’intelligence in un rapporto imputano ad “hacker russi quasi certamente” legati agli 007 di Mosca di aver preso di mira informazioni su progetti di ricerca anti Covid britannici, ma anche di Canada e Stati Uniti.

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