Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Serbia. Ecco chi protesta contro Vučić

Per l’assalto violento al Parlamento serbo — con altrettante risposte violente delle unità antisommossa della Gendarmeria — sono stati incolpati anche i russi; e visto i precedenti, non è detto che qualcuno da Mosca non abbia lavorato per soffiare sul fuoco della protesta. Sono “estremisti di destra e terrapiattisti” quei “criminali” che adesso manifestano contro la riattivazione dei lockdown — causa: il riavvio dei contagi negli ultimi dieci giorni — dice il presidente Aleksandar Vučić. Ma il capo dello Stato, che accusa i cittadini di essere stati irresponsabili (soprattutto i musulmani del Sangiaccato nelle celebrazioni conclusive del Ramadan, sottolinea), è considerato il primo dei colpevoli per la situazione. È accusato di aver accelerato le riaperture per un’esigenza elettorale: voleva votare il 21 giugno. E così è stato: uscito dalle urne vincente, col suo SNS che — anche per via del boicottaggio della principale delle opposizioni, Alleanza per la Serbia — ha ottenuto il 63 per cento dei consensi (secondo alcuni analisti accentuando i mali della già debilitata democrazia del Paese).

Ora Vučić si trova migliaia di persone a chiedergli conto degli effetti di quel voto e di quelle riaperture. Nelle settimane pre-elettorali, per esempio, s’era giocato anche Partizan-Stella Rossa, il derby di Belgrado, davanti alla solita folla di persone a cui il governo non chiedeva di indossare le mascherine e mantenere le distanze. Erano i giorni dei party virali del tennista anti-vaccinista Nole Djokovic. Tutto doveva sembrare normale, come prima del virus. Ora i contagi crescono, toccano quota 17mila su 7 milioni di abitanti, ma soprattutto sembra che i dati sulle vittime fornite dagli uomini del presidente siano falsati. Minimizzati per non esporre Vučić a colpe. Il sito Birn ha scoperto che dal 19 marzo all’1 giugno il governo ha mentito su quasi quattrocento decessi: in totale ci sarebbero stati 632 morti, ma a Belgrado ne hanno registrati solo 244. E il pensiero ricade di nuovo lì: minimizzare serviva a tornare a una normalità che avrebbe permesso l’esercizio del voto. L’unico finora svoltosi in Europa dopo le chiusure, così come il derby è stato l’unico giocato davanti ai tifosi — molti dei quali adesso agitano le manifestazioni contro il governo, che dice sono organizzate dalle opposizioni estremiste — così come le proteste sono le prime del genere in Europa connesse al coronavirus.

Le proteste di questi giorni sono una genuina manifestazione di rabbia che i cittadini serbi covano da tempo. La gestione della crisi che, dopo le fortissime limitazioni di movimento, ha visto la manipolazione dell’informazione per scopi elettorali, e bugie sugli equipaggiamenti sanitari, è solo l’ultima di una serie di elementi che da 8 anni stanno sbaragliando la democrazia e la società civile in Serbia. Come questo caso dimostra, la Serbia di Vucic ricorda sempre di più un villaggio Potemkin, una realtà cartonata che con corruzione e clientelismo nasconde disagi e insoddisfazioni socio-economiche”, spiega Giorgio Fruscione sul sito dell’Ispi. “Sui social — aggiunge il ricercatore italiano — gira molto un video che mostra la brutalità della polizia su tre ragazzi indifesi seduti su una panchina. Metaforicamente, ci dà due immagini della Serbia odierna: i primi 15 secondi di manganellate, quella della repressione del regime di Vučić; negli ultimi dieci, invece, i ragazzi che tornano come se nulla fosse sulla panchina rappresentano la resilienza di un popolo ormai abituato a soffrire di tutto. Ma ora forse il limite è stato oltrepassato”.

(In foto da sinistra: primo ministro bulgaro Boyko Borisov, Vladimir Putin, Recep Tayyip Erdogan, presidente serbo Aleksandr Vučić)

 

×

Iscriviti alla newsletter