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Tanap, tutte le frizioni (dopo Siria e Libia) tra Russia e Turchia

Dopo Siria e Libia può aprirsi un altro fronte caldo tra Mosca e Ankara? Che cosa lega Tanap, Turchia, Russia, Armenia e Azerbaigian? Dietro i vecchi-nuovi conflitti per rivendicazioni e conflitti può celarsi la nuova strategia di influenze che ruotano attorno al dossier energetico? Punto di partenza Damasco: dopo la partita in Siria, dove la Turchia, con la non caduta di Assad, ha perso l’opportunità di diventare energicamente indipendente dalla Russia, ecco che Mosca punta ad un nuovo fronte energetico. I gasdotti Tanap e Btc sono il nuovo obiettivo della Russia attraverso la crisi scoppiata tra Armenia e Azerbaigian.

TANAP

Il gasdotto trasporta gas dalle copiose riserve azere di Shah Deniz all’Europa collegandolo alla Grecia e al gasdotto transadriatico che attraversa l’Albania e l’Adriatico per raggiungere l’Italia. In questo modo il perimetro geopolitico del Tanap è tarato sul fatto di poter soddisfare una grandissima parte dell’esigenza turca, accanto alla contingenza strutturale di poter esportare il surplus verso i paesi europei.

Questo gasdotto compete con altri due che forniscono gas russo alla Turchia e da lì all’Europa. La crisi tra Armenia e Azerbaigian è iniziata subito dopo le sanzioni statunitensi sul gasdotto Turkstream ed è stato un messaggio molto chiaro partito da Mosca: non rimarrà inattiva in questo fazzoletto di equilibri compreso tra Europa e Asia.

Il Caucaso, dunque, come nuova frontiera di scontro: si pensi che la disputa del Nagorno-Karabakh ha avuto il suo ultimo scontro nella zona di Tavush, praticamente ad un passo dal gasdotto del Caucaso meridionale (SCP), che è inserito all’interno del cosiddetto corridoio meridionale del gas, che comprende Tanap e Tap. Una rete che in sostanza rappresenta l’infrastruttura principale per trasportare gas dall’Azerbaigian in Europa.

QUI ANKARA

Il progetto complessivo del corridoio da 2175 miglia comprende il campo Shah Deniz 2, il gasdotto del Caucaso meridionale e il Tanap, coonvolgendo Azerbaigian, Georgia, Turchia, Bulgaria, Grecia, Albania e Italia. Il ruolo di Ankara anche in questa partita rivela tutta la delicatezza non solo dello status turco, ma anche delle sue policies interconnesse. La Banca europea per gli investimenti ha approvato un prestito di 270 milioni di dollari per i gasdotti e le condotte di gas naturale di proprietà statale turca alla società commerciale Botas, che lo rimborserà in 18 anni. Che il Tanap sia fondamentale per le sorti turche lo ha sottolineato ulteriormente il soggetto che sta tessendo la tela delle interlocuzioni energetiche per conto di Erdogan, il ministro turco per l’energia e le risorse naturali Fatih Dönmez secondo cui il gasdotto avrà un ruolo basilare nella diversificazione della sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Europa: “La Turchia sta costantemente avanzando per diventare un centro energetico e di conseguenza pianifica strategie per raggiungere questo obiettivo”.

Entro il 2020 l’Azerbaigian rappresenterà per la Turchia il 49,4% delle importazioni, l’Iran il 29,8% e la Russia il 20,8%. Allo stesso tempo l’uso del carbone è aumentato del 33% dal 2015 con la Russia che rappresenta il secondo maggior fornitore di carbone del Paese (40%), dopo la Colombia.

QUI MOSCA

Il Tanap costituisce un’alternativa ai gasdotti russi per la Turchia e l’Europa? Secondo il ministero della difesa dell’Armenia, l’esercito dell’Azerbaigian starebbe spostando posizioni al fine di usare le persone in un villaggio come scudi umani. L’Azerbaigian nega l’accusa, ma gli scontri aprono un fronte diretto tra Turchia e Russia, con Ankara che sostiene l’Azerbaigian e Mosca l’Armenia. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha lanciato un messaggio chiaro: “La Turchia non esiterà mai a contrastare qualsiasi attacco ai diritti e alle terre dell’Azerbaigian”.

Per cui è possibile che Armenia e Azerbaigian possano assumere in prospettiva uno scenario simile (ma ovviamente con le dovute differenze) a quello in corso in Libia e Siria. Si osservi che l’esercito russo è già schierato nella regione, dove Ankara non cela la volontà, figlia della profondità strategica erdoganiana, di essere attore principale nella regione del Caucaso, con gli occhi per ora solo osservatori di Russia e Iran.

A far aumentare esponenzialmente dubbi sulla tenuta della situazione vi è il luogo peculiare in cui si sono svolti i combattimenti tra forze armene e azere, di solito perimetrati nel Nagorno-Karabakh, mentre stavolta a Tovuz, praticamente sul gasdotto SCP che convoglia il gas naturale al Tanap. È inoltre lo strumento con cui Ankara può ridurre la sua dipendenza dall’energia russa. Al momento Ankara spende quasi il doppio per il gas rispetto agli altri paesi Ue.

twitter@FDepalo

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