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Perché difendere la nostra autonomia energetica. L’appello di Tiziana Bocchi (Uil)

Di Tiziana Bocchi

Se venissero confermate le indiscrezioni relative alla volontà di alcuni parlamentari di introdurre nel dl Semplificazioni degli emendamenti inerenti il blocco della produzione e dell’utilizzo del gas, sarebbe un provvedimento dannoso.

Nello specifico nella fase di transizione intrapresa dal nostro Paese, verso l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili – così come anche stabilito nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) – il gas svolge un ruolo strategico, rappresentando una fonte energetica “ponte” tra le fonti fossili e quelle rinnovabili. Con la chiusura dei siti di produzione industriale di gas, paventata dagli emendamenti in oggetto, oltre a minare il percorso della giusta transizione, verrebbe inevitabilmente colpita tutta l’industria del gas, provocando la perdita di migliaia di posti di lavoro.

Vogliamo ricordare che il gas, tra le fonti fossili, resta la fonte energetica con il minor impatto ambientale, pertanto tali emendamenti sono inaccettabili. Anziché pensare ad una chiusura degli impianti sarebbe necessario individuare le attività sostitutive e alternative senza dimenticare la ricollocazione dei lavoratori e la tutela dei loro redditi.

I parlamentari coinvolti sembrano non ricordare che il principio di giusta transizione si attua non con chiusure drastiche ma con programmazione, gradualità e soprattutto tutelando il lavoro e la sua qualità, perché non devono essere i lavoratori a pagare il prezzo della riconversione ecologica del nostro Paese.

Per tale ordine di ragioni chiediamo un incontro urgente con il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

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