Ve li ricordate i Brics? Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, i cinque Paesi in ascesa che avrebbero dovuto spazzare via gli Stati Uniti secondo una delle tante profezie sul declinismo americano. Le loro economie hanno subito frenate più o meno brusche. Quattro di loro sono tra i cinque Paesi più colpiti al mondo (dopo gli Stati Uniti) dall’epidemia di coronavirus nata nel quinto. Cioè la Cina che, provando a superare le difficoltà economiche, sanitarie e sociali dei cinque e le tensioni tra i membri del club, sta cercando di riportare in vita il formato Brics. Tra gli obiettivi: ripristinare la sua immagine sul palcoscenico internazionale e rafforzare la cooperazione digitale.
Venerdì è in agenda un vertice in videoconferenza dei ministri degli Esteri dei cinque Paesi presieduto dal russo Sergey Lavrov. “Durante l’incontro del 4 settembre, i ministri degli esteri Brics discuteranno della cooperazione tra i cinque Paesi durante la presidenza Brics della Russia in tre aree chiave: politica e sicurezza, economia e finanza, legami umanitari”, ha spiegato la diplomazia di Mosca.
Il vertice — rinviato in precedenza causa coronavirus — segue quello online tenutosi la scorsa settimana tra i capi degli uffici per la protezione della proprietà intellettuale dei Paesi Brics. Al centro delle discussioni la riduzione dell’impatto del coronavirus ma anche l’autorizzazione di brevetti per i farmaci durante l’epidemia. Il tutto con l’intento, nota l’agenzia di stampa cinese Xinhua, di rafforzare la cooperazione digitale per fornire maggiore sostegno ai titolari degli stessi diritti e al pubblico.
Al termine di quell’incontro il ministro dell’Industria cinese Xiao Yaqing ha spiegato che Pechino sta prendendo in considerazione la creazione di una piattaforma comune ai Brics per l’innovazione con l’intento di rafforzare la cooperazione in settori come il 5G, l’intelligenza artificiale e l’economia digitale. Tra le priorità c’è la necessità di aprire nuovi mercati (a partire da Brasile e Sud Africa) per Huawei dopo le strette degli Stati Uniti e di molti governi europei.
Tuttavia, la missione cinese appare in salito. Infatti, i Brics non godono di buona salute. Con Jair Bolsonaro il Brasile si è riavvicinato agli Stati Uniti di Donald Trump. La pax sinica con la Russia non decolla (se decollasse, in particolare sul 5G, per l’Occidente si aprirebbe un nuovo fronte caldo e rischioso). A ciò vanno aggiunte le tensioni nel Pacifico, quelle al confine tra Cina e India, gli sforzi del governo indiano per rendersi meno dipendente dalle catene del valore cinesi e l’asse (anti Pechino) formato da Nuova Delhi con Tokyo e Canberra (con il benestare di Washington).