Giovani, riforme, debito, Europa. Un discorso a tutto tondo quello di Mario Draghi al Meeting di Rimini (qui il testo completo), in cui la crisi da coronavirus che ha investito l’Italia, l’Europa e il mondo intero può essere affrontata anche come un’opportunità. “La società nel suo complesso non può accettare un mondo senza speranza – ha detto Draghi – ma deve, raccolte tutte le proprie energie, e ritrovato un comune sentire, cercare la strada della ricostruzione”.
DEBITO BUONO O DEBITO CATTIVO?
“Draghi ha spiegato la differenza tra debito buono che crea crescita e debito cattivo che serve solo a distribuire nel breve periodo risorse che non creano crescita”, ha twittato poco dopo la fine del discorso di Draghi l’economista Veronica De Romanis, che si domanda poi: “I 100 miliardi di di nuovo debito creato dal Conte 2 è buono o cattivo?”. Fa poi una sintesi estrema delle parole di Draghi, interrogandosi e interrogando la classe politica italiana su quanto fatto finora e su quanto si farà: “Sintesi delle parole chiave del discorso di Draghi: responsabilità, giovani, debito da ripagare, debito buono, Europa da costruire insieme, incertezza da ridurre con politiche credibili. Quante di queste parole sono presenti nei discorsi di chi ci governa?”.
“ASCOLTARE DRAGHI”
La reazione del mondo della politica non si è fatta attendere. Un tweet breve, ma esaustivo arriva dal commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni: “Ascoltate Draghi”, scrive laconico, lasciando alle parole dell’ex presidente della Bce tutto lo spazio per arrivare al loro destinatario, ossia la classe politica italiana. Messaggio che è arrivato al capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci: “Importanti le parole di Mario Draghi a Rimini. La sua ricetta caratterizzata da pragmatismo e flessibilità ispiri Parlamento e governo”, ha scritto in un tweet. Più enigmatico e quasi altrettanto sintetico il parlamentare del Pd Filippo Sensi, che non nomina Draghi, ma ne omaggia statura e personalità: “La parola del giorno, sei lettere, un uomo”.
I GIOVANI AL CENTRO
“Il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani”, ha detto Draghi nel suo discorso, sottolineando che “è nostro dovere – aggiunge – far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre. Per anni una forma di egoismo collettivo ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi. Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza”.
Ed è proprio il passaggio sui giovani ad aver suscitato la reazione di Domenico De Maio, direttore generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani: “Le parole di Mario Draghi rappresentano un notevole riconoscimento dell’importanza del ruolo dei giovani nella nostra società e nella costruzione del futuro dell’Italia e confermano la grande attenzione verso un tema di rilevante portata – ha detto De Maio -. L’Italia del post-Covid riparte se c’è un impegno concreto da parte dei ragazzi anche sulle grandi questioni dell’economia, del lavoro, dello sviluppo e dell’innovazione tecnologica. Una comunità che dimostra di avere futuro punta sul coinvolgimento dei giovani e li rende protagonisti”.
E così anche la leader della Cisl, Annamaria Furlan, ha affidato a un post su Facebook la sua riflessione dopo il discorso di Draghi al Meeting: “Ha pienamente ragione Mario Draghi: bisogna mettere al centro della ricostruzione dell’Europa e del nostro paese il futuro dei nostri giovani, investendo in maniera massiccia in istruzione, formazione delle nuove competenze, innovazione, ricerca, digitalizzazione dell’economia”. “Come giustamente dice Draghi occorre un ritorno alla crescita per ridurre le diseguaglianze sociali aumentate enormemente a causa del Covid, una crescita che rispetti l’ambiente e che non umili la persona”.
LE VOCI CRITICHE (DI PARTE DELLE OPPOSIZIONI)
Ma non tutti hanno mostrato di gradire il discorso dell’ex Bce. Claudio Borghi, deputato della Lega di Matteo Salvini, ha ironizzato: “Draghi: “l’inadeguatezza di alcune regole europee era da tempo evidente” MA VA??? E chi le difendeva a spada tratta queste regole inadeguate? E chi taceva quando si aggrediva un paese perché voleva fare 2,4% di deficit invece di 2,04%?? Chi lasciava salire lo spread?”, ha scritto sulla sua pagina Twitter.
#Draghi: “l’inadeguatezza di alcune regole europee era da tempo evidente”
MA VA???
E chi le difendeva a spada tratta queste regole inadeguate? E chi taceva quando si aggrediva un paese perchè voleva fare 2,4% di deficit invece di 2,04%?? Chi lasciava salire lo spread?
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) August 18, 2020
Delusione anche da parte del senatore di Forza Italia Francesco Giro: “Da Mario Draghi un buon discorso ma con due buchi neri. Nessuna approfondita riflessione sul tema cruciale dell’armonizzazione fiscale. Ha molto insistito, e giustamente, sulla gestione comune del bilancio europeo con emissioni di debito comunitario auspicando addirittura un nuovo ministero europeo del bilancio. Ma arrivati al punto in cui siamo con una crisi fiscale europea così aspra non sarebbe più desiderabile un ministro europeo delle finanze per una fiscalità comune? L’altro buco nero è l’enfasi con cui Draghi saluta il ruolo riconquistato dalla Commissione europea di Bruxelles contro il metodo Intergovernativo che imponeva la volontà dei singoli governi nazionali”.
“C’è un abisso – ha commentato invece la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini con una nota – tra la visione strategica esposta da Mario Draghi al meeting di Rimini e la desolante realtà di un governo senza bussola. Il futuro del Paese dipenderà in gran parte dall’utilizzo che verrà fatto dell’inevitabile debito aggiuntivo necessario per arginare gli effetti della pandemia, e il ricorso al debito ‘buono’ invocato da Draghi sarà essenziale per garantire la tenuta del sistema Italia sui mercati”. Un’occasione in più per sottolineare l’inadeguatezza delle misure adottate dal governo: “Purtroppo, questa maggioranza ci sta portando in tutt’altra direzione. In questo senso, l’appello di Draghi alla trasparenza di chi governa è destinato a cadere nel vuoto, visti gli usi e costumi di un premier che intende il suo ruolo come una licenza di potere assoluto”.