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Dieci milioni per la piccola editoria. Ecco il decreto del Mibact

Dopo i provvedimenti giunti a giugno per il sostegno delle librerie e l’acquisto di libri da parte delle biblioteche pubbliche con 40 milioni stanziati, la scorsa settimana, allo scoccare della fine del mese di luglio, il Mibact ha annunciato un altro voluminoso intervento per venire incontro alle case editrici. Il ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini ha infatti firmato un decreto che stanzia 10 milioni di euro per la piccola editoria, utilizzando le risorse del “Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali” istituito dal decreto Rilancio.

”Dopo i primi interventi emergenziali e i decreti di giugno che hanno destinato 40 milioni a sostegno del tax credit per le librerie e per l’acquisto di volumi da parte delle biblioteche pubbliche – ha detto il ministro – con questo decreto continua il supporto del governo al settore dell’editoria, in particolare ai piccoli editori che stanno vivendo ancora un momento di grande difficoltà”.

COSA PREVEDE IL DECRETO

Le nuove risorse verranno ripartite tra i beneficiari nella misura pari all’1% del fatturato dell’anno 2019, e comunque, in misura non superiore a 20 mila euro per ciascun beneficiario. Per presentare la domanda sono necessari i seguenti requisiti:

avere la sede legale in Italia;

rientrare nella categoria di microimpresa autonoma, come definita dal decreto del Ministro delle attività produttive 18 aprile 2005;

risultare iscritti alla Camera di commercio industria artigianato e agricoltura;

aver pubblicato almeno 10 novità editoriali nel 2019;

essere in regola con gli obblighi in materia di contribuzione previdenziale, fiscale, assicurativa e avere assenza di procedure fallimentari.

LE REAZIONI DI AIE E ADEI

“Il sostegno diretto ai piccoli editori è fondamentale per preservare la ricchezza e la diversità dell’offerta culturale: ringraziamo il governo e il Parlamento per essersi mostrati sensibili ai nostri appelli”. Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie) ha accolto con queste parole il decreto che fa respirare un po’ le piccole imprese in difficoltà a causa della pandemia da coronavirus. “Le misure di sostegno approvate, insieme ai dati di mercato che indicano un consistente recupero delle vendite dopo la riapertura delle librerie – ha continuato Levi – confermano la vitalità del mondo del libro, e danno conforto alla prospettiva di una ripresa dello sviluppo e di un ritorno alla piena normalità per l’intera economia nazionale.”

D’accordo anche Diego Guida vicepresidente di Aie e presidente del Gruppo Piccoli Editori che ha commentato il provvedimento sostenendo che “già a maggio il nostro Osservatorio sull’impatto del Covid-19 aveva evidenziato la drammaticità della crisi per i piccoli e i medi editori che, in otto casi su dieci, non escludevano di dover chiudere le attività già alla fine del 2020. Per questo avevamo chiesto come Aie un intervento specifico per i soggetti economicamente più fragili. Con la misura approvata, noi piccoli editori abbiamo uno strumento in più per continuare a svolgere il nostro ruolo in un contesto che rimane, nonostante i segnali di ripresa, ancora complesso”.

Anche Marco Zapparoli, presidente di Adei, Associazione degli editori indipendenti italiani, che rappresentano il 46,5% del mercato librario, ha accolto il decreto positivamente, ma spiega anche che sembra “molto limitativo porre quale condizione di accesso ai contributi una soglia minima di produzione di 10 titoli nel 2019. Questa soglia penalizza la maggior parte delle piccole e piccolissime case editrici italiane. Adei rappresenta quasi 250 editori, ma molti soci non raggiungono la soglia di 10 novità l’anno”. E continua: “Siamo ancora in tempo a correggere il tiro: secondo noi, sarebbe più corretto abbassare questa soglia almeno a 5 titoli l’anno”.

I DATI DELLA LETTURA IN ITALIA DURANTE E POST LOCKDOWN

Durante i mesi del lockdown per l’emergenza Covid-19 lettori e acquirenti di libri in Italia sono diminuiti molto. Un’indagine di Cepell-Aie con la collaborazione di Pepe Reasearch, la lettura nei mesi dell’emergenza sanitaria, attesta che il 50% della popolazione non ha letto libri a marzo e aprile, mentre su base annua questa stessa percentuale è del 42%.

A maggio gli italiani tra i 15 e i 74 anni che avevano letto almeno un libro nell’ultimo anno si attesta a meno 15 punti percentuali rispetto al marzo dell’anno precedente, arrivando al 58%. I dati raccolti a maggio dicono che si è fortemente ridotto il numero di lettori che hanno acquistato libri nei 12 mesi precedenti (sono il 35% nel 2020, erano il 63% nel 2019). Gli acquirenti forti lettori passano da 4,4 milioni a 3,5 milioni, con una flessione del 20%. Ma perché si è letto di meno? Quasi la metà di chi non ha letto durante il lockdown (il 47%) ha dichiarato che il motivo è stato la mancanza di tempo, il 35% la mancanza di spazi in casa dove concentrarsi, il 33% le preoccupazioni, il 32% ha sostituito i libri con le news.

A dare una boccata d’aria però all’ultima fotografia del mercato editoriale ci ha pensato una ricerca dell’Ufficio studi dell’Aie, sulla base di dati Nielsen e Ie – Informazioni editoriali, presentata lo scorso 28 luglio. Dopo i mesi di chiusura, all’11 luglio la perdita di fatturato anno su anno si riduce all’11%, praticamente dimezzata rispetto al -20% del 18 aprile 2020. Segnali di ripresa incoraggianti per il presidente Levi.

Il mercato del libro nei canali trade (librerie, store digitali, grande distribuzione) vale, all’11 luglio, 533 milioni di euro, in calo dell’11% rispetto ai 600 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Però, al 18 aprile, la perdita cumulata dell’anno era ben più superiore e pari al 20%. Da metà giugno gli italiani sono tornati a comprare in librerie e grande distribuzione quanto nell’anno precedente, mentre gli acquisti online sono aumentati rispetto al 2019.

All’11 luglio le vendite nei canali fisici (librerie e grande distribuzione) recuperano quote di mercato rispetto al 18 aprile, passando dal 52% al 56%. Si attendono i prossimi mesi per capire se le librerie e la gdo recupereranno oppure se l’online si rafforzerà ulteriormente.

 

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