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Il governo, i tecnici e il lockdown. Conte sotto accusa ma Castagnetti…

Il governo ha fatto bene, Conte ha fatto bene, ad assumersi le proprie responsabilità al di là delle indicazioni del Cts. Potrebbero passare come semplici opinioni, come le tante che si leggono sui giornali in questi giorni, ma arrivano invece da Pierluigi Castagnetti, non “semplicemente” politico di lungo corso ed esperienza, ma personalità con una lunga militanza nella Dc e nel Ppi al fianco di grandi protagonisti della politica, fra cui Sergio Mattarella (oggi inquilino del Quirinale). Insomma, una promozione, quella di Castagnetti, che conferma anche se indirettamente quanto nei giorni difficili del lockdown, ciascuno per il suo ruolo, sia presidenza del Consiglio che Quirinale, abbiano mosso passi in direzioni mai percorse, ma sempre guardando ai limiti imposti dalla Carta costituzionale.

Un dibattito che comunque riempie le pagine di tutti i quotidiani, e non solo. Difendere la salute degli italiani o quella del governo, scelta tecnica o scelta politica? La pubblicazione dei verbali del Comitato tecnico scientifico desecretati grazie agli avvocati della Fondazione Luigi Einaudi, ha dato una risposta alla seconda domanda: è stata una scelta politica, il Cts consigliava la chiusura a zone, mentre il premier ha deciso, il 9 marzo, con Dpcm di chiudere l’Italia intera (qui i dettagli).

Sono due per Carlo Nordio le circostanze che il premier dovrà chiarire in Parlamento: “Perché il governo abbia atteso 10 giorni, dopo il ‘warning’ del Cts del 28 febbraio, per adottare i provvedimenti sollecitati” e poi “perché dopo questa lunga e segreta mediazione sia andato, come si dice in giuridichese ‘ultra petita’, estendendo a tutto il territorio nazionale quelle spietate misure che il Cts avrebbe voluto limitare alle regioni più colpite”. Ed è proprio a queste due questioni che rispondono, a diverso titolo, i quotidiani odierni, dando interpretazioni che si muovono sul filo del sostegno al governo o l’appoggio delle istanze delle opposizioni.

Sulla scia della battaglia libertaria (che ha visto anche il rifiuto dell’uso della mascherina) non stupisce leggere sul Tempo il commento di Francesco Storace: il governo, si legge nel commento intitolato “L’anonima sequestri”, voleva tenere segreti i documenti del Cts per “non essere sbugiardato”. “Conte – scrive Storace – deve spiegare perché il 9 marzo ha decretato da solo la reclusione domiciliare di tutti gli italiani”, anche se una ragione già la individua: “Il lockdown ce l’ha imposto un premier narciso, che doveva dimostrare di esistere”.

E sebbene con termini meno evocativi di un’associazione, l’anonima sequestri, tra gli anni ’60 e ’90 rapì oltre 600 persone in cambio di un riscatto, anche il Giornale si chiede se e quanto sia stata opportuna la chiusura totale, che però non è un attentato alle libertà personali, scrive Vittorio Macioce nel suo editoriale, ma di una scelta politica di cui certamente il governo (e Conte) dovrà rispondere. Ad essere centrale, però, secondo il Giornale, è la debolezza del governo. “Perché mettere il segreto di Stato”, si chiede, se non c’era niente da nascondere? La risposta “è nel sentimento politico di questo governo – scrive – è la paura il suo punto debole”. “È un timore, un fantasma, una fragilità”.

Di tutt’altro avviso, invece, Marcello Sorgi su La Stampa secondo cui la politica ha fatto il suo lavoro, decidere, e così Giuseppe Conte. “Conte – si legge – preferì il lockdown totale (rispetto alle indicazioni del Cts, ndr). Sfidando, non solo i professori, nel frattempo assurti al ruolo di star tv (…), ma anche i governatori delle regioni, apertamente ribelli alle disposizioni del governo per motivi opposti”, ossia il negazionismo del nord (con Fontana e Gallera in Lombardia in prima linea) e le pressioni di chi come Jole Santelli sottolineava che il Sud aveva dovuto subire “un’ingiusta chiusura” a causa di quel che accadeva nel settentrione.

“Tutto questo – conclude Nordio nella sua analisi per il Messaggero – non costituisce di per sé un atto di accusa al governo. Ma costituisce un doveroso motivo di discussione e approfondimento per comprendere le ragioni di tanto segreto sulle misure proposte, di tanto ritardi nell’adottarle dove servivano subito e di tanta fretta nell’estenderle anche dove potevano essere sostituite da altre meno gravose”.

Tutto in attesa che si possa accedere agli altri atti del Cts ancora non pubblici ma che, puntella il Fatto quotidiano, potrebbero essere un boomerang su chi ora lo accusa (Salvini compreso).

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