Un ufficiale francese è stato denunciato e messo sotto inchiesta perché forniva informazioni top secret alla Russia. Andata e ritorno per “Le Bureau” — Stagione 5. Tutto annunciato da Radio Europe 1 e poi confermato dal ministro della Difesa, Florence Parly, con un certo livello di imbarazzo perché la storia sembra riprendere proprio la serie Tv prodotta da Canal+.
“Un ufficiale superiore è sotto inchiesta per un procedimento contro la sicurezza. Posso confermarlo”, ha detto il ministro. L’imbarazzo è massimo per Parigi perché l’ufficiale, un tenente colonnello, era di stanza in Italia nella base Nato di Napoli. Casi del genere sono rarissimi. È stato prelevato dalla Dgsi, l’intelligence interna a cui è affidato il controspionaggio, durante gli ultimi giorni di vacanza, prima di rientrare in Italia — dove teneva i rapporti con l’agente del Gru russo che l’ha reclutato.
Non sono stati diffusi ulteriori dettagli, sia per ragioni di immagine che per chiare sensibilità. Lo spionaggio a favore della Russia dall’interno di una base Nato è gravissimo. Si tratta di un vulnus enorme per l’alleanza che espone debolezze a favore di un rivale competitivo e sempre più aggressivo.
Recentemente si è inasprito il confronto nel settore dell’intelligence con il ritorno a qualcuno di simile alla guerra di spie vista durante la Guerra fredda. Da poco gli Stati Uniti hanno arrestato un agente americano della Cia colpevole di aver collaborato con la Cina e un ex Berretti Verdi accusato di avere trasmesso materiale classificato alla Russia.
Il caso dell’ufficiale francese, la cui procedura sarebbe scattata una decina di giorni fa, apre a uno scenario ulteriore: quadri militari della Nato — dall’Allied Joint Force Command napoletano — che passano informazioni riservate a Mosca mettendo in pericolo la sicurezza non solo del proprio Paese ma anche quella degli alleati.