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Non solo 5G. Così Trump affonda i cellulari Huawei

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Guai per Huawei. La Guerra fredda tech fra Stati Uniti e Cina sulla rete 5G rischia di far perdere al colosso di Shenzen il suo vero primato: quello di primo produttore al mondo di cellulari.

E pensare che solo pochi giorni fa l’azienda fondata da Ren Zhengfei aveva festeggiato il sorpasso della storica rivale, la sudcoreana Samsung. In vetta, però, non resterà ancora a lungo. Il motivo? Presto finiranno i chip.

A lanciare l’allarme è Richard Yu, il Ceo della business unit consumer di Huawei. In un forum in Cina, il manager ha delineato una severa timeline: entro il 15 settembre la compagnia dovrà cessare di produrre il più famoso ed efficiente dei suoi processori di fascia alta per smartphone e tablet, il Kirin 9000.

Questione di necessità: le sanzioni americane, e in particolare quelle imposte a maggio dal Dipartimento del Commercio, che prevedono il divieto per qualunque azienda estera, pena serie contromisure, di vendere a Huawei componenti tech statunitensi, hanno di fatto tagliato in due la catena di fornitura cinese.

Così il primo fornitore dei semiconduttori alla base del successo dei cellulari Huawei, la taiwanese Tmsc, ha sospeso le forniture. “Questa per noi è una grande perdita” ha ammesso Yu. Poi i conti in tasca: quest’anno il volume di spedizioni sarà “un po’ inferiore ai 240 milioni di unità”.

Prima ancora della rete 5G, di cui Huawei è tra i primi fornitori al mondo, è il settore della telefonia mobile cinese ad accusare il colpo più duro di Washington DC. E se i numeri del 2020 segnalano un calo, quelli dell’anno venturo promettono di peggio. Perché, sottolinea Forbes, i cellulari Huawei rischiano di perdere “appeal” sul mercato.

Il Mate 40 sarà l’ultimo cellulare a sfoggiare il chip Kirin 9000, fiore all’occhiello dell’azienda. Chi vuole restare fedele alla linea è avvisato. Con una precisazione: sarà già troppo tardi per uno smartphone Huawei con il sistema Android.

Sì perché, complice il bando del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla vendita di tecnologia a Huawei del maggio 2019 e ancora mai entrato in vigore, Google ha deciso di sospendere la fornitura del suo sistema operativo all’azienda cinese.

Il domino di eventi contro Huawei non fa contenti tutti negli Stati Uniti. Qualcomm, campione dei chip made in Usa, è entrato in pressing sull’amministrazione. La filiera produttiva dei Kirin genera miliardi di dollari di introiti per il settore negli Stati Uniti.

Se il governo decidesse di proseguire su questa strada, ha fatto sapere in un comunicato, “ostacolerebbe la ricerca e la leadership americana sulle questioni dei SoC e dei modem 5G minando gli interessi degli Stati Uniti”. Poi un argomento in ossequio al motto “America First”. C’è già chi, ammonisce Qualcomm, è pronto a prendersi quella filiera: la taiwanese Mediatec. Difficile, per ora, che l’appello convinca il presidente a tornare sui suoi passi.

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