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E l’Italia offre l’onorificenza al primo ministro di Putin (indagato da Navalny)

La “Stella d’Italia” a due ministri dello Stato che occupa illegalmente la Crimea? No grazie. È la sintesi della nota stampa rilasciata martedì dai Radicali italiani che ha acceso i riflettori sulla nomina di Mikhail Vladimirovich Mishustin e Denis Manturov all’Onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della ”Stella d’Italia”. L’onorificenza, concessa dal Presidente della Repubblica su proposta del ministro degli Affari esteri, “vuole ricompensare quanti abbiano acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l’Italia”, si legge sul sito del Quirinale.

IL PRIMO MINISTRO (ACCUSATO DA NAVALNY)

Mikhail Mishustin è nato a Mosca il 3 marzo 1966 e si è laureato in Ingegneria presso lo Stankin Machine-Instrument Institute della capitale russa. Dopo il titolo magistrale e il dottorato in economia, Mishustin ha ricoperto diversi incarichi governativi nel settore delle tasse e dei tributi, fino a guidare il corrispettivo dell’Agenzia delle entrate per poi divenire viceministro delle imposte federali nel 2010. Ha scalato ulteriormente il potere fino alla guida del governo per il post-Medved. Dopo l’approvazione della Duma su proposta di Vladimir Putin (un po’ a sopresa), ha assunto l’incarico di primo ministro lo scorso 16 gennaio. È finito da subito sotto i riflettori degli oppositori del presidente. Secondo il sito investigativo Proekt, dopo la nomina il nome di Mishustin sarebbe scomparso dai registri delle proprietà immobiliari con riferimento a una casa (che lo stesso sito stima in 10 milioni di dollari) nella prestigiosa zona residenziale di Rublyovka, a Mosca, che ora figurerebbe come proprietà del governo, parte di un patrimonio immobiliare di famiglia stimato in circa 45 milioni di dollari. Anche Alexei Navalny, ora a Berlino per le cure dopo l’avvelenamento, si era scagliato contro Mishustin, e in particolare contro i 790 milioni di rubli guadagnati negli ultimi nove anni dalla moglie, a cui il marito aveva lasciato investimenti e asset finanziari iniziando ad assumere cariche pubbliche. Secondo i ricercatori della Anti-Corruption Foundation (lanciata da Navalny) le precedenti attività di Mishustin non giustificherebbero comunque simili guadagni.

IL MINISTRO DELL’INDUSTRIA

L’altro russo insignito dell’onorificenza italiana è Denis Manturov. Nato a Murmansk il 23 febbraio 1969 e si è laureato in Sociologia presso la Lomonosov State University di Mosca. Come Mishutin, anche Manturov ha ottenuto un dottorato in Economia. Con un forte background nel settore aerospaziale, Manturov ricopre la carica di ministro dell’Industria e del Commercio dal 2012 . Dal 2007 era vice ministro, con una scalata nelle posizioni che contano (pure nel board di Gazprom) che secondo Radio Liberty sarebbe da imputare ad alcune mosse abili tra i fedelissimi di Vladimir Putin. Insomma, Mishustin e Manturov sono due volti di spicco dell’amministrazione russa, finiti su proposta del ministro Luigi Di Maio sul decreto del Presidente della Repubblica del 28 maggio 2020 (insieme all’arcivescovo Gianfranco Ravasi), pubblicato in Gazzetta ufficiale il 21 luglio. Il 28 maggio, poco più di due settimane dopo la fine della missione “dalla Russia con amore” arrivata nella Penisola (tra critiche e dubbi) il 23 marzo.

IL COMMENTO DEI RADICALI

“Non riusciamo a comprendere le motivazioni che hanno indotto il ministro Di Maio a proporre l’attribuzione della massima onorificenza della Repubblica Italiana ai due politici russi, rappresentanti di uno Stato sottoposto a sanzioni internazionali per l’occupazione militare e illegale della Crimea”, hanno affermato Igor Boni (presidente Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta) in una nota stampa. “Se il governo – proseguono – intende premiare la delegazione russa arrivata in Italia con la famigerata operazione Dalla Russia con amore, si tratta in realtà di un ulteriore aspetto oscuro che si aggiunge alla totale mancanza di trasparenza di quella che doveva in teoria essere un’assistenza sanitaria durante l’emergenza Covid e che si è configurata come un’opaca operazione militare”.

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