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Alleanza politica? No grazie. Orfini spiega cosa divide Pd e M5S

“Su tanti temi sono più vicini alla destra che a noi. Giustizia, grandi opere, lavoro. Migranti”. Altro che alleanza organica e piano Bettini. Matteo Orfini, deputato e già presidente del Pd, mette le cose in chiaro, “anche a costo di far arrabbiare qualcuno nel mio partito”. A Formiche.net spiega che il Movimento Cinque Stelle non può e non deve fondersi con il Pd. Perché solo un anno fa, a sottoscrivere il pugno duro di Matteo Salvini sugli sbarchi e i decreti Sicurezza, c’erano loro. E insieme a loro c’era l’attuale inquilino di Palazzo Chigi, Giuseppe Conte.

Orfini, il governo ricorda la tragedia del ponte Morandi e celebra il “Modello Genova”. È solo un’eccezione o si può replicare?

Quella del Ponte Morandi è una vicenda d’eccezione, e speriamo non si verifichino mai più tragedie di questo tipo. Ovviamente alle speranze devono far seguito gli impegni. Per una semplificazione burocratica che non sia assenza di regole, ma certezza dei tempi e semplicità nel rapporto fra cittadino e Pubblica amministrazione.

Anche perché sono in arrivo 209 miliardi del Recovery Fund.

Una premessa: quei fondi non arriveranno subito, quelli del Mes sì, e dovremmo usarli. Quando arriveranno, sarà meglio farci trovare con una visione per le opere pubbliche che servono al Paese. C’è un enorme gap infrastrutturale da colmare fra Italia ed Europa, fra Sud e Nord del Paese.

Non sembra proprio che sulle grandi opere abbiate la stessa visione dei Cinque Stelle.

È una delle ragioni per cui bisognerebbe pensarci due volte prima di trasformare un’alleanza in un patto politico per il futuro.

Quindi l’alleanza organica proposta da Bettini non s’ha da fare?

Il Pd e il Movimento Cinque Stelle sono alternativi, e non ci si sposa con una forza alternativa. Si possono fare le larghe intese, come questo governo, ma per unirsi serve qualcosa di più.

Cosa?

Una rivoluzione politica del Movimento, che sinceramente non vedo. Su tanti temi sono più vicini alla destra che a noi. Giustizia, istituzioni, sviluppo, grandi opere, lavoro che non sia solo sussidio, migranti…

Ecco, i migranti. Sulla revisione dei decreti Sicurezza di Salvini c’è più di un mal di pancia nel Movimento…

I mal di pancia mi danno ragione, quando dico che rimandare l’accordo a settembre significa semplicemente non fare alcun accordo. L’ennesimo “salvo intese”. Diciamoci la verità: quei decreti andavano abrogati.

Se Salvini e i Cinque Stelle la pensano uguale sull’immigrazione perché mandare a processo solo lui?

Sulla responsabilità penale spetta ai giudici, non a me, esprimersi in via definitiva. Sul fatto che quel governo intero sia politicamente responsabile delle politiche di Salvini non ci sono dubbi.

Quindi anche Conte?

Ovvio. Ricordiamo tutti le conferenze stampa con i cartelli in mano a Palazzo Chigi. Al governo oggi c’è ancora chi ha dato il suo benestare a quelle politiche. E il Pd non si è mai davvero posto il tema di superarle.

Orfini, fra un mese ci sono le regionali. Non pensa che sottovalutare gli sbarchi possa diventare un boomerang alle urne?

I numeri finora sono fisiologici, ogni anno gli sbarchi aumentano con il bel tempo. Il problema è gestire i migranti, ospitarli in strutture adeguate, senza tenere in fila sotto il sole centinaia di persone, organizzare un piano per non far gravare gli arrivi sulle comunità locali. Al Viminale, invece che fare comunicati, potrebbero iniziare da qui.

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