Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Pd, Calenda e il fattore Conte. Pregliasco (Youtrend) spiega lo scenario delle regionali

Si fa presto a parlare di coalizioni, di “noi contro loro”. Ma alle elezi0ni regionali non sarà così semplice, ammonisce Lorenzo Pregliasco, fondatore e direttore di Youtrend. Perché se da una parte il voto regionale troverà un centrodestra (più o meno) compatto, dall’altra ci saranno due partiti, Pd e M5S, separati in casa. Di più: rivali. Il test rischia di trasformarsi in una doccia fredda per il Movimento, dice a Formiche.net l’analista politico.

Pregliasco, azzardiamo un pronostico. Quali sono le regioni contendibili?

Il quadro mi sembra abbastanza delineato. Da una parte ci sono due regioni, Liguria e Veneto, più indirizzate verso il centrodestra. Dall’altra due, Campania e Toscana, che guardano di nuovo al centrosinistra. Due, Marche e Puglia, sono invece ancora al centro della contesa. Poi c’è la Valle D’Aosta che, pur con le sue peculiarità, va pesata sul bilancino di settembre. Ma c’è una differenza fra le squadre in campo.

Quale?

Attenzione a dare per scontato che da una parte ci sia la maggioranza di governo. Non è così. Fatta eccezione per la Liguria, il Movimento correrà da solo in tutte le regioni. Se il Pd riuscirà a conquistarne qualcuna lo farà nonostante ai Cinque Stelle, che sono indiretti competitor.

Non così temibili, a guardare lo storico delle ultime elezioni…

In effetti gli ultimi risultati non sono stati rosei. Ma qui si può aggiungere un altro fattore: Giuseppe Conte. Si parla molto della grande popolarità del premier, e, dati alla mano, ha una corrispondenza nei sondaggi sulla fiducia nei leader. Ecco, i Cinque Stelle corrono il rischio di faticare a raggiungere la doppia cifra in quasi tutte le regioni proprio nel momento di massima popolarità del leader.

E questo cosa dimostra?

Quel che già sapevamo un anno fa. Il consenso personale non si trasforma in consenso elettorale. In Conte questi due trend sono ben distinti. Fra gli elettori di centrodestra, 6-7 su 10 riconoscono a Conte un discreto operato durante la pandemia, ma non voterebbero mai il Movimento e difficilmente voterebbero una lista Conte. Tra i Cinque Stelle, così come fra i dem, che sono fermi intorno al 20%, c’è chi potrebbe chiedersi perché portare acqua al mulino del premier se poi non ci sono grandi ritorni.

Anche il centrodestra ha i suoi guai. La Meloni continua ad avanzare, anche al Nord. È consenso territoriale o solo voto d’opinione?

Le regionali daranno una risposta. A mio parere una cosa non esclude l’altra. Oggi tutti i partiti faticano a mantenere un radicamento territoriale. Credo prevalga la componente del voto d’opinione, anche al voto regionale. D’altronde, a differenza della coalizione di governo, che ha elettorati assai poco permeabili, quella di centrodestra vede un consenso più fluido fra i suoi elettori. Chi ha votato Berlusconi e Salvini ora potrebbe dare fiducia a Meloni, ma non è detto che la ruota si fermi qui.

Quanto peserà il fattore virus?

Non poco. L’emergenza sanitaria ha dato importanza al voto di fiducia, soprattutto verso i governatori. In regioni come Veneto e Campania, il giudizio sul buongoverno o meno nella gestione del virus può fare oscillare dieci punti.

Tra i due litiganti, c’è un centro che cresce, e inizia a farsi sentire. Matteo Renzi, Carlo Calenda, chi ha più chances di prendere le redini?

I numeri, sia nelle indagini nazionali che in quelle territoriali, dicono che l’immagine personale di Renzi è molto più debole di quella di Calenda. Il primo si assesta intorno ai dieci punti percentuali, il secondo a quasi il doppio. Nella nostra ultima supermedia, il trend di Azione è decisamente migliore di Italia Viva.

Italia Viva non è l’unica a temere Calenda. Anche Forza Italia comincia a stare sull’attenti. Oltre ai parlamentari, l’ex ministro può sottrarre a Berlusconi anche gli elettori?      

Bisogna distinguere il piano delle dinamiche parlamentari da quello elettorale. I bacini di elettori mi sembrano ancora distanti. Nonostante sia spesso dipinto come europeista e di centro, l’elettorato di Fi è sostanzialmente conservatore. Su temi come sicurezza, immigrazione, rapporto con l’Europa è poco compatibile con gli elettori di Calenda.

×

Iscriviti alla newsletter