Negli ultimi due giorni diverse indicazioni e dichiarazioni circa il rientro a scuola il 14 settembre 2020 si sono succedute, a cura del Cts (Comitato Tecnico Scientifico), della ministra Lucia Azzolina, del ministro Francesco Boccia, del commissario straordinario Domenico Arcuri, dell’ISS. Vediamo di profilare una eventuale situazione fra tre settimane.
INDICAZIONI E DICHIARAZIONI UFFICIALI
1) Il 14 settembre tutti i ragazzi entreranno in aula poiché “è priorità assoluta per il Paese” secondo il Cts (19 agosto 2020). Data più volte ricordata dalla ministra Lucia Azzolina, la quale ha aggiunto “abbiamo allargato le aule e cercato ulteriori spazi affinché gli studenti seduti al banco, a un metro di distanza, possano abbassare la mascherina” (Ansa, ore 16.13, del 20 agosto).
2) Se non ci saranno aule a sufficienza? Se nonostante la ricerca di aule in altre sedi (biblioteche, cinema, gallerie, centri culturali, parrocchie, centri anziani, ecc.) una scuola sarà a corto di aule per poter splittare i ragazzi che sarebbero in soprannumero rispetto agli spazi come deliberato dal Cts, cosa fare?
3) Apprendiamo il 20 agosto che i banchi singoli arriveranno scaglionati, “dall’8 settembre al 30 ottobre” (Ministra Lucia Azzolina, “In onda”, del 20 agosto). Se il banco singolo, che ottimizza i centimetri consentendo la presenza a norma degli alunni di una certa classe, non arriva in tempo, cosa dovrà fare il D.S. il 14 settembre? Far entrare comunque i ragazzi e prendersi eventualmente una denuncia penale in caso di danno alla salute di terzi?
4) Invece, in quelle classi in cui il numero dei ragazzi è in regola con lo spazio e si rispetta il metro, la mascherina può esser abbassata quando gli allievi sono a debita distanza, e si “rialza” se ci si avvicina l’un l’altro.
5) Qualora un alunno presenti segnali che fanno pensare a una positività al Covid questi va immediatamente posto in una stanza/aula predisposta, vanno chiamati i genitori e nel frattempo un Collaboratore scolastico (bidello) assiste a debita distanza il ragazzo.
6) Il giorno 19 si leggevano delle anticipazioni che ad oggi non sono state ufficialmente confermate. Ossia: in caso di conferma di infezione da Covid-19 tutta la classe del ragazzo, e gli insegnanti con cui egli è venuto a contatto, vanno in quarantena per 14 giorni.
TUTTI A SCUOLA VERSUS RENTRÉE SCAGLIONATA
Far tornare 8 milioni e mezzo di studenti, più 1 milione e mezzo di docenti e personale Ata a scuola tutti insieme, in aule e stanzette, forse non è una idea ottimale, seppur rispondente ad un desiderio diffuso di tornare alla normalità. La nostra popolazione studentesca è più della popolazione della Bielorussia (9 milioni), come la popolazione della Grecia (10 milioni), poco meno di quella del Belgio (11 milioni). Ho proposto da settimane l’entrata scaglionata. Gli alunni della infanzia e della fascia 6-14, si possono far entrare anche il 14 settembre. I ragazzi della Secondaria di II grado (le Superiori), fascia 15-19 anni, potrebbero benissimo rimanere in Dad sino a metà-fine ottobre oppure anche metà novembre. Ciò avrebbe permesso di affrontare il rientro preparandosi meglio sul piano epidemiologico e organizzativo. Gli Istituti Comprensivi, in sofferenza di aule, avrebbero usato (lo ripetiamo) le aule degli Istituti superiori, prendendo così del tempo prezioso per allestire altri luoghi e porli a norma. Distribuire i banchi, con calma, prima alla fascia 6-14 anni e poi alle Superiori.
CERCARE ALTRI LUOGHI
Più volte si è parlato di cercare altri luoghi per la didattica (cinema, gallerie, locali in parrocchie, biblioteche, stabili privati, caserme in disarmo, ecc.). Va reso edotto il lettore che nel caso della scuola Superiore avere una o più classi in luoghi altri, distanti e scollegati dalla sede centrale, comporta problemi a volte insormontabili di costruzione di orario. Il docente non può girare la città tutta la settimana per coprire la propria cattedra. Quindi i luoghi alternativi vanno trovati vicino alla sede centrale, O, se vi sono cortili, allestire urgentemente tendostrutture. Diverso il caso della primaria. Se non ho spazio per due classi e trovo ospitalità in due aule in parrocchia le trasferisco lì, è più semplice per l’orario docenti avendo i bambini una o due maestre per tutta la giornata.
LO “SPEZZATINO” SCOLASTICO
Comunque, lo “spezzatino didattico” in mini succursali è uno smembramento vero e proprio della comunità scolastica. I bambini e i ragazzi si vedono separati dai propri amici che frequentano altre classi e che amano incontrare magari a mensa (che salterebbe nello “spezzatino didattico”) e salutarsi, anche da lontano. E poi come si sentirebbero quei due o tre docenti spostati in queste fortezzine Bastiani?
IN CASO DI SOSPETTA INFEZIONE
Sino al giorno 19 agosto si parlava di come comportarsi in caso di una infezione da Covid-19. Il Cts ha ordinato ai D.S. di individuare una aula/stanza adibita ad ospitare il ragazzo che mostri segnali di infezione. Non si deve chiamare il 118, come abbiamo sempre fatto per chi accusi un malanno o abbia un incidente in palestra, per es. Vanno, invece, avvertiti subito i genitori. Che possono arrivare dopo una o due ore, dipende da dove stanno svolgendo il proprio lavoro. Ieri, 20 agosto, la ministra Azzolina precisava (meno male) che il minore si può affidare anche a un delegato dalla famiglia. Nel frattempo un Collaboratore scolastico, presterà sorveglianza e assistenza al ragazzo. Il Collaboratore è sollevato, per quel tempo, dalla guardiania del suo piano: per es., dal sorvegliare 120 ragazzi. Questi, naturalmente, possono uscire dalle classi per recarsi al bagno, al bar, sgattaiolare di nascosto in giardino per fumare… Caro Cts, non è che siccome abbiamo il problema del Covid-19 la vita “normale” è sospesa! C’è Martina (nome di fantasia), magrissima, che sviene perché la mattina non fa colazione; c’è chi ha un improvviso violento mal di testa; chi si infortuna in palestra, ecc. Caro lettore, una scuola di 1700-1900 studenti chiama in media due volte a settimana un’ambulanza. Più d’una volta mi è capitato di avere due ambulanze nella stessa ora. Ancora. In caso di positività del ragazzo Mario (nome di fantasia), ci dice il Cts, tutta la classe va in quarantena. Così come tutti i docenti entrati in contatto con l’allievo Mario. Ma i docenti delle Superiori sono spalmati “a incastro” su più classi di diversi corsi. Se vanno in quarantena quelli di Mario, che sono pure quelli di Federica (altra classe), di Ulderico (altra classe) di Nicola (altra classe) chi insegnerà al loro posto per 14 giorni? Mi si risponderà, ma in Dad! Ok. Tutti gli Istituti sono attrezzati per la Dad da casa verso scuola, per accogliere la lezione del docente, il prof. Galilei (nome di fantasia), in quarantena? E, ammesso che tutti i docenti godano di una didattica iperconessa prima di Natale, mentre il prof Galilei sta trasmettendo felicemente da casa, chi guarda la classe? Dunque, speriamo che arrivino eserciti di insegnanti e collaboratori.
L’ESEMPIO EDUCATIVO DEI PIÙ PICCOLI
È risaputo che i bambini sono più ubbidienti rispetto agli adolescenti e ai giovani. La fascia di età 15-19 è quella in cui si contesta tutto e il ragazzo legge gli avvenimenti solo in funzione del presente, ancorato ad un senso di iperpotenza, e non “vede” gli eventuali problemi all’orizzonte (si rinvia al pezzo di Antonio Polito, Da Ponza alla Croazia la voglia di vivere dei ragazzi, «Corriere della Sera», 9 agosto 2020). Svolgerebbero un ruolo comunicativo altamente educante se per alcune settimane i media mostrassero i più piccoli a scuola con le loro mascherine.
CONCLUSIONI
Forse ce la faremo, ma perché assieparci in aule e stanze, non ancora sufficienti per capienza e sicurezza, tutti e 10 milioni, il 14 settembre? Rischiando il caso Germania? Rivediamo l’inizio delle lezioni, senza l’angoscia asmatica del giorno unico per tutti. Prendiamoci dei giorni necessari per prepararci meglio. Facciamo capire ai ragazzi, tornati gasati dalle ferie, che debbono iniziare a girare con la mascherina, evitare di passare, la notte, da uno spritz all’altro a 40cm tra bocca e bocca, ecc. Lavoriamo anche, in queste settimane, sulla ottimizzazione dei cortili e giardini, dove possibile, con strutture rimovibili, di ultima generazione. Buon lavoro.