Alla fine le autorità russe hanno acconsentito al trasferimento in Germania di Alexei Navalny, leader attivista anti-corruzione russo, finito probabilmente vittima di un avvelenamento mentre rientrava a Mosca dalla Siberia. Ed è evidente che qualcosa sia successo, se fino metà pomeriggio il capo dell’equipe medica che aveva in cura il più famoso (in Occidente) degli oppositori al potere putiniano diceva che il malato non era trasferibile perché troppo rischio, mentre alle sei è arrivata la luce verde. Le condizioni sono gravi restano stabili; il potenziale rischio tossicità del corpo non può essere decaduto.
E allora forse Berlino ha vinto un braccio di ferro con Vladimir Putin confermando che la Germania ha trovato modo di dare una sfumatura di politica estera al suo semestre europeo. Come sulla dinamiche greco-turche nel Mediterraneo, e come con la situazione in Bielorussia, il peso tedesco si deve essere fatto sentire in questa vicenda che mette Putin – considerato il colpevole per eccellenza da mezzo mondo – in una posizione altamente imbarazzante.
Nel pomeriggio la moglie di Navalny, aveva detto che i medici tedeschi – arrivati all’ospedale di Omsk dove è ricoverato il marito già giovedì sera – erano stati portati fuori dall’edificio: l’allentamento significava, secondo lei, che i sanitari russi stessero nascondendo qualcosa e per questo chiedeva che il marito fosse trasferito “dove ci fidiamo”. Prima aveva scritto una lettera (poi resa pubblica) a Putin per invitarlo ad accettare l’offerta tedesca. L’areo medico è pronto e dovrebbe decollare in serata per portare il russo, ancora in coma, in un ospedale tedesco. Angela Merkel gli ha già offerto asilo politico, superando di slancio l’iniziativa con cui la Francia aveva offerto aiuto medico all’attivista russo.
Giovedì in una conferenza stampa Merkel ha parlato a lungo della vicenda tragica che ha colpito l’oppositore russo. “È molto, ma molto importante chiarire urgentemente come si sia potuti arrivare a questa situazione. Noi insisteremo, su questo”, ha detto. E ha aggiunto che “ciò che si sente dire sono spiacevoli fatti. E dobbiamo rendere tutto molto, molto trasparente”.
Il volo medico che porterà Navalny a Berlino sarà gestito dalla ong “Cinema For Peace” fondata da Jaka Bizilji, un’altra oppositore del Cremlino. Il presidente onorario dell’associazione è Mikhail Gorbachev, ma nel board internazionale figurano diversi personaggi noti – da Monica Bellucci e Richard Gere, a Eli Ghandi (nipote Mahatma Ghandi) e Garry Kasparov e David de Rothschild.