Il 18 settembre 2018, il professore Adrian Zenz presentò delle immagini satellitari ad un evento parallelo organizzato dal Partito Radicale al Consiglio Onu per i Diritti Umani. Fu il primo convegno sul tema organizzato al Palazzo delle Nazioni a Ginevra, e lo scetticismo circa le accuse sui campi di concentramento nello Xinjiang portate avanti da Zenz, John Fischer di Human Rights Watch, Dolkun Isa del Congresso Mondiale Uiguro e la sottoscritta rimaneva alto.
Non mancò evidentemente la presenza di rappresentanti della Repubblica popolare cinese che a voce alta negavano quanto esposto, né mancarono insolite misure di sicurezza per quel tipo di evento imposte dall’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani.
Solo un mese dopo, la Rpc ammise ufficialmente l’esistenza di una programma di “rieducazione” portato avanti in centri dedicati su cui lo stesso Dolkun Isa – il quale ha perso entrambi i genitori nei campi – aveva cercato in vano di avvertire l’Italia già a luglio 2017.
Il metodo utilizzato dal professor Zenz durante l’evento era proprio il prototipo di quanto ha permesso ora a BuzzFeed di pubblicare questa settimana il risultato di una profonda inchiesta satellitare.
Nella più ampia indagine sul sistema dei campi di internamento cinese mai condotta, utilizzando immagini satellitari disponibili al pubblico, insieme a dozzine di interviste con ex detenuti, BuzzFeed News ha identificato oltre 260 strutture costruite dal 2017 ad oggi e recanti i segni distintivi dei complessi di detenzione fortificati.
Ce n’è almeno una in quasi tutte le contee nella regione dell’estremo ovest dello Xinjiang. Durante quel periodo, come dimostra l’indagine, la Repubblica popolare ha istituito un sistema tentacolare per detenere e incarcerare centinaia di migliaia di uiguri, kazaki e altre minoranze musulmane, in quella che è già la più ampia detenzione su vasta scala di minoranze etniche e religiose dalla Seconda guerra mondiale.
BuzzFeed News ha identificato 268 strutture di nuova costruzione incrociando le aree oscurate su Baidu Maps, uno strumento simile a Google Maps ampiamente utilizzato in Cina, con le immagini di fornitori di dati satellitari esterni non sottoposti alla censura del regime comunista. Queste strutture fortificate fanno parte della campagna senza precedenti del governo di detenzione di massa di oltre un milione di persone, iniziata alle fine del 2016.
È l’anno in cui Chen Quanguo – massimo ufficiale del Partito comunista nella Regione dove è stato mandato in riconoscimento delle sue precedenti campagne di repressione nel Tibet e recentemente sanzionato dagli Stati Uniti per violazione dei diritti umani – ha messo più della metà della popolazione di circa 25 milioni di persone nella Regione autonoma dello Xinjiang sotto sorveglianza perpetua tramite telecamere di riconoscimento facciale, monitoraggio dei cellulari, posti di blocca e una presenza massiccia della polizia.
All’inizio, per detenere migliaia di persone – senza processo e sotto accuse strettamente legati alla professione della religione o l’identità delle minoranze – il governo ha utilizzato scuole a altri edifici esistenti.
Poi, con l’aumento esponenziale del numero di persone detenute – nel 2017, la Regione contava per il 21% di tutti gli arresti in Cina, nonostante rappresenta meno del 2% della popolazione nazionale; un aumento di otto volte rispetto all’anno precedente secondo un’analisi di dati governativi del New York Times – in tempi record il governo ha iniziato a costruire nuove strutture simili alle prigioni di alta sicurezza in altri parti della Rpc, con misure di sicurezza molto maggiori e caratteristiche architettoniche più permanenti, come pesanti muri di cemento e torri di guardia. Il governo ha anche aggiunto altre fabbriche all’interno dei campi durante quel periodo, suggerendo l’espansione del lavoro forzato all’interno della Regione.
Le nuove strutture sono sparse in ogni area popolata dalla Regione e molte sono abbastanza grandi da ospitare almeno 10.000 detenuti, in base alle loro dimensioni e alle caratteristiche architettoniche. Tutt’ora le immagini satellitari di BuzzFeed mostrano la continua costruzione in parti della Regione.
In risposta a un elenco dettagliato di domande sull’articolo di BuzzFeed, nonché un elenco delle coordinate Gps delle strutture identificate, il Consolato cinese a New York ha dichiarato a BuzzFeed che “lo Xinjiang ha istituito centri di istruzione e formazione professionale per sradicare pensieri estremi, aumentare la consapevolezza sullo stato di diritto tramite l’educazione, migliorare le competenze professionali e creare opportunità di lavoro, in modo che coloro colpiti da idee estremi e violente possano tornare nella società appena possibile. I diritti umani vengono protetti nei centri e gli studenti hanno libertà di movimento”.
Ma documenti interni allo stesso governo descrivono le sue politiche nello Xinjiang usano il termine 集中: “concentramento”. Inoltre, numerevoli inchieste e testimonianze dirette di ex-detenuti hanno più volte rivelato le orrende condizioni di vita nei campi sovraffollati e gli continui abusi e le torture subiti all’interno dei campi.
Ma l’incubo non finisce dopo l’eventuale rilascio. Come riporta Radio Free Asia dieci ex detenuti uiguri che già guadagnano la metà degli stipendi dei loro colleghi in una azienda di spedizioni nella città di Kashgar devono inoltre dare quasi il 50% del loro stipendio al campo di internamento dove erano reclusi.
Gli ex detenuti guadagnano uno stipendio mensile di circa 2.200 yuan (rispetto ai 4.000 – 5.000 dei loro colleghi Han), ma sono costretti a darne 900 a un ufficiale del campo stanziato all’azienda dove sono costretti a lavorare e continuamente monitorati.
Come ha dichiarato Rian Thum dell’Università di Nottingham a BuzzFeed News: “Il programma di internamento e assimilazione nello Xinjiang ha la logica generale dei genocidi coloniali in Nord America, il razzismo formalizzato dell’apartheid, l’internamento su scala industriale dei campi di concentramento tedeschi e la penetrazione dello stato di polizia nella vita quotidiana della Corea del Nord”.
E mentre negli Stati Uniti il riconoscimento della campagna che a breve compierà ormai quattro anni – come una campagna di dimensioni genocidaria è trasversale, la domanda è: le élite europee, intenti in questi giorni ad accogliere il Ministro degli Esteri cinese sotto la massima riservatezza, si faranno carico dell’impegno che assumano ogni anno dichiarando “mai più” o dimostreranno quanto l’Unione europeo, Nobel per la Pace, sia in realtà una scatola di valori vuota?