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Zingaretti dice Mes. E nulla di più. L’analisi di Giacalone

Nel mentre il Movimento 5 Stelle progressivamente viene meno a tutte le ragioni che favorirono lo strepitoso successo elettorale, così segnalando non l’incoerenza dei vertici (semmai capaci di condurre tanti eletti dal rifiuto delle istituzioni al diventarne inquilini affezionatissimi), ma la colpevole cecità dei votanti, disposti a credere che avrebbero deciso loro, volta per volta, la voce che gli eletti avrebbero poi solo “portato”, nel mentre ciò capita il Partito democratico intuisce che i populisti in doppio petto saranno sempre più gli ortotteri, sicché prova a trovarsi un ruolo diverso. Da qui la lettera del loro segretario, Zingaretti, a La Stampa, cercando di dire: noi badiamo ai contenuti. Peccato non ci siano, nella missiva, limitandosi ai soli titoli. Della serie: è prioritaria la scuola (ma non lo avevano capito che fissando le elezioni a fine settembre la si sarebbe spezzata sul nascere?); è prioritario il Mediterraneo; è prioritaria la sanità e così via. Di affermazione netta se ne trova una sola: i soldi del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) vanno presi e subito.

Supporre che questo possa porre qualche problema di coerenza alle truppe frinenti è troppo ingenuo. Il problema lo creano all’Italia, perché significa nulla: prendiamo i soldi. Significativo sarebbe dire come spenderli. Nella sanità. Certo, grazie. Ma dove? No, non le divisioni delle somme per regioni, che quello mette ancora più paura, a chi ragioni. I soldi del Mes sono debito a un tasso eccellente, ma pur sempre un debito nazionale. Lo usiamo per amplificare le differenze e le disomogeneità regionali? Sarebbe un modo per spendere e peggiorare. Lo usiamo in ragione di una strategia nazionale, elaborata dopo avere osservato le falle messe in evidenza dal Covid? E quale sarebbe?

Dice Zingaretti, in questo unito al resto del governo, a cominciare da chi lo presiede: a settembre avremo strategie e programmi. Settembre è domani mattina e, al momento, abbiamo solo assistito all’inutile parata degli Stati Generali. Per il resto: nulla.

Certo, è vero: sarebbe potuta andare peggio. È vero: senza la disponibilità del Pd l’andazzo sarebbe stato peggiore, ovvero quello che pentastellati e Conte avevano già accettato e incarnato, prima di prendere atto non che stavano conducendo il Paese al massacro, ma che chi a loro s’accompagnava (la Lega) li aveva mollati. Vero. Ma difficile immaginare che basti e difficile credere che in ragione di ciò il Pd sia disposto non solo a svendere sé medesimo, ma anche la storia della sinistra italiana, acconsentendo alla oscena bugia secondo cui da sempre era stata desiderosa di tagliare il numero dei parlamentari.


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