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Un consiglio al Copasir su Cina e Russia. Firmato Marco Mayer

Ho apprezzato moltissimo la recente intervista di Raffaele Volpi presidente del Copasir al Foglio. Nell’ articolo Volpi illustra le linee portanti il grande impegno del Copasir sulle potenziali interferenze cinesi (in Italia ed in Europa) in materia di telecomunicazioni e 5G. Ed è un tema che ritengo cruciale per il futuro dell’ Italia
e che è oggetto di mie ricerche e pubblicazioni sin dal 2012.

Ho ritenuto pertanto di scrivere una lettera aperta al presidente Volpi con alcuni suggerimenti integrativi che ritengo utile condividere con i lettori di Formiche. Nel testo ho richiamato alla Sua attenzione il fatto che interrogativi su un possibile tentativo di Huwaei di influire sulle vicende governative italiane sono stati sollevati pubblicamente anche da parte di esponenti del Senato americano. Non ho la più pallida idea se si tratti di illazioni maliziose o se vi sia un qualche fondamento, ma nell’assoluto rispetto del segreto anche questa vicenda merita di essere approfondita in sede parlamentare.

Ma la ragione per cui ho sentito l’esigenza di scrivere a Volpi è un’altra. Nel Regno Unito sono in corso accertamenti su possibili supporti russi e cinesi alla campagna sul referendum Brexit e più in generale sull’influenza esercitata da Russia e Cina su politici ed alti funzionari di Bruxelles e su ex esponenti britannici al Parlamento Europeo. Tutto potrebbe risolversi in una bolla di sapone, ma l’avvelenamento di Navalny e la repressione in Bielorussia sono purtroppo un dato di realtà. Queste vicende – a mio modesto avviso – suggeriscono al Copadie di accendere i riflettori non solo sulla Cina, ma anche sulla Russia e sopratutto sulle loro reciproche relazioni.

Nel messaggio all’amico Volpi ho chiarito che non è minimamente mia intenzione sindacare le libere scelte degli europarlamentari grillini e leghisti, ma semplicemente segnalare un dato di novità. Dal biennio 2017-18 la Cina e la Russia – almeno in apparenza – sembrano lavorare in tandem non solo sul dossier della Bielorussia, ma su campagne di influenza tese a svilire e svalutare i grandi valori di libertà, democrazia e diritti sociali su cui si fondano la Repubblica Italiana e l’Unione Europea.

In buona sostanza il punto che ho intendo sollevare all’onorevole Volpi é il seguente: oggi è necessario analizzare in profondità non solo la realtà ed i comportamenti di questi due grandi paesi. Quello che manca è a cui l’Italia potrebbe contribuire è una disamina puntuale delle dinamiche reali che contraddistinguono le complesse relazioni tra Mosca e Pechino.

In questo preciso momento un punto su cosa davvero accade tra Russia e Cina non è soltanto uno stimolante lavoro di ricerca per gli studiosi di Relazioni Internazionali, ma un tema di grande rilevanza innanzittutto per la sicurezza nazionale dell’ Italia, ma anche per il futuro della Nato e della Ue. Per dare la massima trasparenza alle mie posizioni ho concluso la mia missiva illustrando le mie intenzioni di voto espresse oggi anche sui social. Al referendum ho deciso di votare No proprio per protestare contro la posizione dei grillini che senza dare alcuna spiegazione si sono opposti la commissione di inchiesta sull’ avvelenamento di Navalny mettendo in difficoltà la diplomazia italiana.

Ho anche espresso il mio disappunto perché – da quanto ho letto sulla stampa – anche Susanna Ceccardi (candidata leghista del centro destra in Toscana) al Parlamento europeo) si sarebbe opposta all’indagine su un tentativo di omicidio di inaudita gravità come quello di Navalny, ma lei non l’avrei votata comunque perché come tutti sanno a Firenze sono da sempre un moderato di centrosinistra. Sono certo che le mie valutazioni saranno valutate con attenzione dal Presidente e dai componenti del Copasir che ringrazio ancora una volta per la preziosa collaborazione alle mie attività didattiche proprio nella fase più acuta della pandemia.

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