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Cosa dimostra l’assoluzione di Cosentino. La versione di Gennaro Migliore (IV)

La furia giustizialista, di cui è preda una parte dell’informazione e della politica italiana, è un virus che fa male al Paese. Lo dice a Formiche.net l’ex sottosegretario alla giustizia Gennaro Migliore, (Italia Viva) in occasione della notizia dell’assoluzione in appello di Nicola Cosentino (Forza Italia). L’esponente renziano in questa conversazione fa il punto della situazione anche in seno alla maggioranza.

L’assoluzione di Nicola Cosentino (FI) riapre il tema giustizia e le sue implicazioni con politica e magistratura. Come si ferma la furia giustizialista?

Sarei molto prudente: così come è stato un magistrato a condannarlo in primo grado, così è stato un magistrato ad assolverlo in appello. Il problema semmai sono i tempi della giustizia in Italia, perché gli attuali sono inaccettabili. Osservo che la furia giustizialista è fomentata da certa stampa, da alcune parti politiche e da una visione ideologica che va combattuta. Mi spiace per Cosentino visto e considerato che ha dovuto anche affrontare tre anni di carcere prima di vedersi oggi questa pronuncia. È la dimostrazione che un investimento significativo sui tempi dei meccanismi giudiziari sia una priorità assoluta.

Che ne pensa del vademecum di Goffredo Bettini sulla giustizia penale in Italia?

Sono sempre interessanti gli spunti di una mente come Bettini. Ma al Paese occorre una più generale riforma della giustizia per dare impulso al sistema, così come abbiamo proposto già da tempo. Quando vedo ad esempio esponenti politici dire in piazza di essere soddisfatti perché il popolo li assolve, allora penso che non andiamo nella direzione giusta.

La riforma del Csm è un obiettivo del breve periodo?

Nel brevissimo, direi, ma quando sento parlare di un aumento dei membri del Csm non mi trovo d’accordo. È fondamentale dopo il caso Palamara operare perché si ritorni ad avere fiducia nella magistratura.

Quale impatto avrà il caso Palamara sulla percezione politica delle future riforme? Teme che prevalga il conservatorismo?

È il rischio di qualunque tipo di riforma: ovvero che al fine di procedere in accordo con tutte le parti si possa finire per produrre un testo che non sia davvero riformatore. Noi ci impegneremo affinché si arrivi ad un risultato davvero importante e soddisfacente.

Intanto si lavora alla nota di aggiornamento al Def: la sintonia Zingaretti-Di Maio di cui scrivono oggi i giornali crede sarà utile alla fase due del governo?

La sintonia utile al Paese e al governo, oggi, è quella da ritrovare tra tutte le forze dell’attuale maggioranza. Non dimentichiamo però che il Reddito di Cittadinanza è stata una misura fallimentare e come minimo andrebbe modificato. Mi auguro vi sia prossimamente una discussione in proposito, anche all’interno della maggioranza. La strada del populismo non ci interessa.

twitter@FDepalo

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