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Perché la scelta del sindaco di Napoli è nelle mani di De Luca. Il commento di Reina

Antonio Bassolino non si è capito bene se vuole presentare una sua lista alle prossime elezioni comunali a Napoli o se intende ricandidarsi come sindaco della città. Non si ricordano storiche scelte amministrative compiute durante la sua precedente esperienza di primo cittadino, conservate dal popolo partenopeo in modo particolare.

Come sindaco di Napoli e presidente della Campania non poche sono le critiche e le riserve che ancora oggi gli vengono rivolte, a proposito dell’azione istituzionale svolta nel non lontano passato. I commenti non mancheranno: contrari, favorevoli, calorosi, tiepidi sull’ipotesi Bassolino protagonista. In generale, le reazioni sono state molto distaccate. Il Pd, e lo stesso presidente riconfermato della Campania Vincenzo De Luca, hanno dichiarato dopo la vittoria che sulla questione sindaco di Napoli è ancora presto e c’è bisogno di riflessione e prudenza. L’autocandidatura di Bassolino, a dire il vero, è indicativa della mancanza di percorsi propri, rispettosi della democrazia interna ai partiti, secondo lo schema classico, che per decenni ha alimentato correttamente la politica. È superfluo affermare che, vista la straripante vittoria di De Luca in Regione, ci sarà una sua forte influenza sulle scelte da compiere a Napoli, dal punto di vista politico e amministrativo, non solo per questioni di aritmetica, ma soprattutto per empatia e capacità politica di governo.

Egli ha saputo spogliarsi dei panni del vecchio comunista e di uomo del Pd, per presentarsi come esponente di quel mondo civico senza rappresentanza, che chiede alla politica la soluzione di problemi come occupazione, sanità, scuola, università, fisco, trasporti per dirne alcuni. Tali tematiche, alcune connesse anche con le politiche del Welfare, sono state oggetto di particolare attenzione e azione di governo regionale dimostrando, senza squilli di trombe né suoni di campane, di essere in sintonia con il sentire comune della gente e dei suoi bisogni reali. Gli avversari in consiglio regionale hanno accusato De Luca di strumentalizzare l’epidemia di Covid-19 per ribaltare un risultato già favorevole al centrodestra, prima degli eventi calamitosi. Se fosse stato davvero così il M5S e il centrodestra avrebbero dovuto vincere o al limite conquistare percentuali più consistenti del misero 30% da dividere tra le due minoranze.

Il dato vero è uno: De Luca durante i cinque anni ha governato, bene o male, ma ha governato, scendendo fisicamente tra la gente, mentre sguaiatamente gli avversari sbraitavano, urlando slogan senza senso, facendosi forti dell’ausilio di esponenti politici, fatti scendere apposta dalle valli alpine per creare subbuglio nei territori regionali. Si spera che come la Campania anche Napoli trovi in De Luca un riferimento di governo sicuro, che contribuisca a risollevare la città partenopea dal torpore in cui è stata fatta precipitare negli ultimi lustri dai “masanielli” di turno. Altre risorse culturali, economiche, sociali, economiche con validi esponenti politici, compresi Bassolino ed altri, saranno pronti a lavorare per ridare a Napoli nuova luce.

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