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Che delusione quei voti contro Navalny. Parla Lucas (Cepa)

swg, copyright, Lega, Pisicchio

Sta facendo molto discutere il voto della Lega contro la risoluzione adottata oggi dal Parlamento europeo che condanna fermamente l’avvelenamento di Alexei Navalny, oppositore del presidente russo Vladimir Putin. A favore, come raccontato da Formiche.net, si sono espressi Forza Italia e il Partito democratico, segnando una spaccatura nella maggioranza di governo, visto che il Movimento 5 stelle, assieme a Fratelli d’Italia, si è astenuto.

“A Bruxelles la Lega si è astenuta sulla condanna a un dittatore. Uno schifo”. Così — chiudendo un occhio sull’astensione degli alleati di governo sul caso Navalny — il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti ha commentato via Twitter l’altro (non) voto leghista, quello sulla condanna delle violenze del regime in Bielorussia di Alexander Lukashenko.

Edward Lucas, vicepresidente del Cepa (Center for european policy analysis), firma del Times e a lungo giornalista all’Economist, commenta al telefono con Formiche.net i voti odierni al Parlamento europeo.

Lucas, come giudica quanto accaduto oggi a Bruxelles?

Bene, anche se avrei preferito fosse accaduto prima. Mi dispiace però che alcuni deputati abbiano votato contro.

Come si spiega i voti di Lega e Movimento 5 stelle?

Penso sia una domanda da porre ai loro deputati. Ma è deludente che qualche politico europeo abbia votato contro chi la lotta per la libertà sfidando l’ultima dittatura in Europa.

Le sanzioni contro Lukashenko chieste dal Parlamento europeo possono servire?

Penso sia un modo, necessario ma non sufficiente.

Cosa fare allora?

Due cose diverse. La prima: aumentare la pressione sul regime bielorusso affinché metta fine agli arresti e inizi a dialogare con l’opposizione. La seconda: fare pressioni sul Cremlino affinché smetta di sostenere questo regime, non invii truppe né denaro e non alimenti la crisi.

Qual è il destino della Bielorussia?

Siamo davanti a un paradosso. Sembra che il regime sia condannato, ma non è ancora crollato. E c’è una sorta di stallo in cui l’opposizione se ne va e il regime non si arrende. Per questo, penso che l’opposizione debba diventare più intelligente e concentrare le sue richieste su cose specifiche che ha la possibilità di ottenere.

Pensa che sia possibile un intervento degli Stati Uniti prima delle elezioni di novembre?

Non vedo segnali di una diplomazia attiva da parte degli Stati Uniti, che se ne stano tenendo fuori. Questa è una crisi europea, l’Europa dovrebbe fare molto di più.

Manca una leadership in Europa e nel mondo occidentale su questo dossier specifico?

Al momento l’unica vera leadership che vediamo è quella della Lituania, del suo ministro degli Esteri Linas Linkevicius e del presidente Gitanas Nausėda. Oggi sono loro di fatto a guidare il mondo libero. È positivo per la Lituania e per loro. Ma penso serva di più.



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